martedì 20 maggio 2014

"Italiani, aiutateci, non siamo criminali" l'urlo dei bimbi in fuga dalla Siria



Come si può guardare negli occhi un bambino e dirgli noi non ti vogliamo? Come si può negare la vita assistendo ogni giorno ai mille e mille naufragi tragici che fanno del Canale di Sicilia e del Mediterraneo uno dei più grandi cimiteri di guerra del Mondo?
Questi bambini hanno scritto e portato dall'orrore di una guerra dimenticata, quella della Siria, un messaggio al quale non si può chiudere il cuore e girare le spalle.
Ugo Arioti e Daniela La Brocca


"Italiani, aiutateci, non siamo criminali" l'urlo dei bimbi in fuga dalla Siria

La fotografia.  Sono scappati dal loro Paese in guerra insieme ai genitori. Sognavano di raggiungere la pace, in Europa. Ma arrivati in Egitto, dopo un primo tentativo di imbarcarsi verso l'Italia sono stati arrestati e tenuti in prigione per settimane. Così, hanno affidato a queste foto il loro messaggio disperato

di ALESSANDRA ZINITI (ha collaborato ALESSANDRO PUGLIA)
PALERMO - We are not criminals". Non siamo criminali. "We urgently need humanitarian corridors". Abbiamo bisogno di corridoi umanitari. Poi una firma, una data, 21 aprile 2014, e gli occhioni smarriti di una bimba di pochi mesi che sembra reggere con le sue manine un foglio a quadretti al quale 144 siriani in fuga dal loro Paese hanno affidato un disperato grido d'aiuto. A scrivere quelle sei righe rivolte all'Europa, è stato il papà della bimba, Nazir.
Nel commissariato di Al Rashid, ad Alessandria, Nazir e i suoi amici hanno deciso di affidare alle immagini strazianti dei loro figli prigionieri con loro la richiesta di aiuto all'Occidente scattando le foto che sono arrivate fino a Repubblica.


(la lettera potete leggerla sul giornale: Repubblica)





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