giovedì 13 febbraio 2025

L'Europa, resta solo un'allegoria, incapace di resistere all'Impero americano

 Statua Allegorica Del Continente Europa, Facciata Del Museo ...

C'è qualcuno che crede nell'Europa? Credo sia una sparuta avanguardia di romantici! Oggi il Mondo è diviso in tre Imperi. Quello russo, quello americano o capitalista e quello social capitalista cinese. Zelensky ora si attacca al tram, sono loro che fanno gli accordi. Dico a voi, partigiani a spada tratta dell'Ucraina invasa dal dittatore russo. Non solo deve rinunciare allo scudo della NATO, ma deve risarcire gli AMERI CANI con le terre rare per i prossimi mille anni per tutte le armi che gli hanno dato. E l'Europa? L'Europa, già comincia  a virare verso il suo padrone americano con frasi come "Noi vigileremo affinché tra Russia e Ucraina ci sia una Pace giusta"! I vari clan nazionalistici più o meno collegati al loro padrone vanno a caccia di molliche per cercare di indorare la pillola. Devono far capire ai loro Popoli il perché di tutte quelle inutili spese militari per difendere quello che era solo una merce di scambio e che senza l'intervento europeo avrebbe potuto avere una pace con la Russia senza far morire tanti giovani in una guerra senza speranza, ma Zelensky è un attore e ha avuto il palcoscenico europeo, entrando pure nelle trasmissioni quotidiane per farsi pubblicità con quella sua mise da piccolo guerriero di latta, inutile e dannoso per l'Ucraina e per l'Europa.

 Aggiungo che DEMOCRATICI O REPUBBLICANI che siano i Presidenti che siedono sul trono di dollari, l'impero si muove sempre secondo le direttive dei suoi padroni capitalisti ebrei e ex nazisti sfuggiti al Mossad e riparati a Waschington.

 

martedì 21 maggio 2024

 

La solitudine di Israele e la sua maledizione (Ugo Arioti@2024)


Gli ebrei furono scelti da Dio per essere "la proprietà tra tutti i popoli" come i pionieri della religione e della morale. Questo secondo la narrazione storico religiosa tramandata dagli stessi. Dovrebbe essere un punto di forza, di limpida sapienza dottrinale che porta alla felicità di tutti. Eppure, non è così. La Storia ci racconta con le sue cronache la realtà di una “maledizione eterna che perseguita gli Ebrei, sionisti o appartenenti alla diaspora. Per un verso, la scelta di Dio (quella raccontata dagli uomini che la tramandarono) li ha posti nella logica egotistica della solitudine morale. Per un altro verso ha sviluppato in loro un delirio di onnipotenza che distrugge, devasta, impedisce agli stessi Ebrei di avere una vita felice insieme agli altri Popoli del Mondo, perché loro sono “gli eletti” i titolari di Dio sulla Terra, nonostante, secondo i cattolici, abbiano scambiato il Figlio di Dio con un Ladrone e poi lo abbiano condannato alla croce. Ecco perché, ancora oggi, nonostante il loro Dio non sia sceso in Terra per farsi loro Re, e non c’è da stupirsi!, si credono al di sopra di ogni Legge o organizzazione morale, assistenziale, umana che esiste in occidente e in oriente. Dovrebbero, se conseguenti alle loro azioni, lasciare tutti quegli organismi mondiali in cui occupano, inutilmente, un posto, dall’ONU, alla NATO fino al Tribunale dei Diritti Umani. I più maliziosi potrebbero pensare che gli Ebrei sono spioni e partecipano al consesso delle Nazioni Unite per annusare e per condannare le scelte dal “resto del Mondo”: decisioni che a loro non appartengono, visto che sono i depositari della MORALE e del DIRITTO DIVINO.

<...siate Santi, perché Io, il Signore Dio Vostro, sono Santo. (Levitico 19.2)> Ergo, ogni Ebreo deve essere un Santo, o vivere in odor di santità. E qua il problema è capire cosa significa per Israele essere Santo? Sterminare tutti i nemici della “loro Divina Santità” o accogliere le altri Genti del Mondo e insegnare loro una speranza di vita felice, normale e di un’altra vita oltre quella terrena, pur nella diversità? La cronaca attuale ci racconta di una scelta tragica di dedizione allo sterminio che supera l’immaginazione, perché sparare a convogli di medici o di volontari che portano il pane, sotto l’egida delle Nazioni Unite e il salvacondotto israeliano, o incendiare e devastare camion di provviste per i palestinesi provenienti dalla Giordania, bloccare i valichi e i rifornimenti agli ospedali, anzi bombardare e spegnere tutte le strutture sanitarie palestinesi con la scusa che vi si nascondono militanti di Hamas (più di 40.000 morti di cui appena un centinaio di militanti, includendo in questi pure i reporter e i giornalisti occidentali e arabi … ) Di che stiamo parlando? Oggi Israele è fuori dal Mondo, non è in grado di essere una nazione e di avere un luogo dove esercitare le proprie idee.

Qualche buon pensante dirà che Israele è una democrazia e che deve difendersi da tante autocrazie e dittature che lo circondano e vogliono la sua morte, ma non è proprio così. La democrazia israeliana è giovane e debole e non ha gli anticorpi e il bilanciamento dei poteri per essere efficace, in più come fece l’Europa dopo la conquista dell’America, in Israele sono arrivati in grande copia i peggiori, chiamateli coloni o pionieri, sono ladri, assassini e razziatori che col beneplacito del governo e dell’esercito israeliano occupano i territori dei palestinesi, le loro case e le loro vite.


La trappola. Elementare, Watson. Attirare l’esercito più potente del Medio Oriente dentro una pozzanghera da cui non uscirà mai più: Gaza. Lo scopo: trasformare una legittima ricerca degli assassini del 7 ottobre in una ribalta mondiale che da luce e risalto mondiale ad una organizzazione ritenuta, fino ad allora dalla maggior parte delle Nazioni, terroristica. Certamente, efficace. Resta da capire, Israele certo non lo dirà mai, perché la grande festa dei giovani sia stata spostata da un luogo sicuro ad uno più a rischio dal governo israeliano e tante altre distrazioni dello stesso governo e del MOSSAD, uno dei più ficcanti servizi segreti con assassini a domicilio che coprono tutto il globo terraqueo???


Il dopo guerra.

Non finirà mai. Israele non ha mai rispettato le risoluzioni dell’ONU, perché dovrebbe cominciare proprio ora che Benjamin Netanyahu ha le scarpe strette e aspetta che venga eletto a Novembre Trump per rimetterlo saldamente in sella. Oltretutto, Israele non ha un piano per il dopo, per due ragioni, non accetta la risoluzione che vuole due Popoli e due Stati, e deve continuare ad eliminare i palestinesi prima di pianificare l’uso di quei territori. Ma non chiamatelo genocidio, per carità, il vecchio Biden potrebbe adirarsi.




mercoledì 1 maggio 2024

L'Universo potrebbe essere un grande organismo

 

«L'Universo è un organismo vivente che si riproduce attraverso i buchi neri»: l'audace teoria di un fisico americano

diFlavio Vanetti

Lee Smolin è uno dei fondatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics. La sua teoria immagina il cosmo come un unico organismo del quale noi facciamo parte

«L'Universo è organismo vivente che si riproduce attraverso i buchi neri»: l'audace teoria di un fisico americano

Immagine creata con Dall-E 3

E se stessimo sbagliando tutto da tempo, anzi da sempre, perché i segreti dell’universo risiedono più nella biologia anziché nella fisica? Ed è possibile considerare il cosmo come un’entità vivente, un unico organismo del quale noi facciamo parte? In questo caso galassie, buchi neri, stelle, quasar, nebulose pianeti, umani, animali e quant’altro rappresenterebbero i tessuti di un enorme essere vivente. Provate a fare uno sforzo di fantasia, forse riuscirete e immaginare, e magari a visualizzare, questo gigante (obiettivamente un po’ inquietante). Un «corpo» che nasce (col Big Bang) probabilmente da una realtà precedente, che cresce (grazie all’espansione) e che alla fine muore (quando l’entropia si sarà equilibrata).

A dirla tutta, non sono ipotesi nuovissime: già il filosofo greco Anassagora riteneva che esistesse una mente organizzatrice (il Nous) in grado di cancellare il caos originario. E dopo di lui, in questo solco, sono arrivati Platone, gli Stoici, Plotino e i seguaci del Neoplatonismo. Nei giorni scorsi il sito Universo 7p ha avuto l’idea (e il merito) di tornare sull’argomento riproponendo le tesi del fisico teorico statunitense Lee Smolin, convinto che l’Universo abbia già creato una famiglia di universi-figli, celati oltre l’orizzonte dei buchi neri. 

Ma chi è Lee Smolin? Classe 1955, nato a New York, è uno dei fondatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics e ha dato notevoli contributi alla teoria quantistica della gravitazione e alla gravità quantistica a loop. Come ci ricorda Wikipedia, enciclopedia online, «la cosmologia e la teoria delle particelle elementari rientrano tra i suoi interessi predominanti assieme alla meccanica quantistica e alla biologia teorica». Venendo alla tesi dell’Universo-corpo, Smolin fa una premessa: «Le leggi di natura sono perfettamente sintonizzate, in modo che l’Universo possa ospitare la vita. Immaginiamo cosa succederebbe se queste regole cambiassimo anche solo leggermente: l’Universo non sarebbe più così ospitale. Resta un mistero il motivo per cui l’Universo è così accogliente nei confronti della biologia».

A giudizio di molti questo prova che non può non esistere un creatore che ha concepito il cosmo e l’ha costruito affinché fosse adatto alla vita umana. Smolin eccepisce e preferisce cercare risposte nella teoria dell’evoluzione. Biologia, dunque, non fisica. E nemmeno religione. «La selezione naturale spiega come strutture intricate della vita di sviluppano in modo progressivo. L’Universo potrebbe aver avuto degli antenati? Forse sì. Mentre si è evoluto, potrebbero esserci state variazioni casuali delle leggi e infine una selezione delle stesse, privilegiando quelle che introducevano le strutture più complesse. La “selezione naturale cosmologica” è la miglior risposta che ho fin qui trovato».

Ma perché questa teoria regga, è necessario presupporre un meccanismo per cui l’Universo si riproduce e subisce una mutazione come nella trasmissione del Dna. I buchi neri sono, secondo il ricercatore, il luogo in cui questo accade. In pratica, l’Universo è il germoglio di uno smisurato albero cosmico sempre in crescita. «Nel cosmo funziona come in biologia: esiste una popolazione di universi che generano una progenie attraverso i buchi neri», sottolinea non senza ricordare di aver identificato una particolare analogia tra l’albero genealogico cosmico e quello biologico. «Perché si formi un buco nero occorre una stella molto grande. Inoltre servono enormi nuvole di gas e di polveri fredde, in modo che queste sostanze si trasformino in monossido di carbonio. Quindi sono necessari sia il carbonio sia l’ossigeno, i due atomi essenziali per la formazione della vita. Questi due elementi sono presenti nell’universo in misura massiccia, perciò la spiegazione per cui il cosmo ospita la vita non è altro che un effetto collaterale della sua stessa fertilità in termini riproduttivi».

Le leggi della fisica, allora, servono a mantenere “fertile” il cosmo e questo organismo pienamente vivente potrebbe manifestarsi anche in altri luoghi, seppure su scale di grandezza per noi irriconoscibili. Probabilmente adesso vi domanderete qual è la visione di Lee Smolin circa l’Entità Superiore. La risposta è immaginabile. E la trovate sulla già citata Wikipedia: «Non c’è mai stato un Dio, non c’è mai stato nessun pilota che ha fatto il mondo imponendo un ordine al caos, rimanendone poi al di fuori ad osservare e a prescrivere. E Nietzsche è morto. Oggi anche lui è morto. L’eterno ritorno, la morte termica eterna non rappresentano più una minaccia: non verranno mai come non verrà mai il regno dei cieli. Il mondo ci sarà sempre, e sarà sempre diverso, più vario, più interessante, più vivo, ma sarà sempre il mondo nella sua complessità e incompletezza. Tutto l’Essere è nelle relazioni tra le cose reali, sensibili. Tutto ciò che abbiamo come legge naturale è un mondo che si è costruito da sé». Una tesi, non una certezza. Chiunque può regolarsi secondo le proprie convinzioni.

giovedì 7 marzo 2024

Ucraina. La “linea Zelensky” non tiene, Kiev teme il tracollo di Marco Santopadre | 7 Mar 2024 | Apertura, Mondo di Marco Santopadre

 Pagine Esteri, 7 marzo 2024 – Sostenuti dai consiglieri e dagli “specialisti” dell’Alleanza Atlantica e dai servizi statunitensi e britannici, i comandi militari ucraini cercano di colpire le infrastrutture all’interno del territorio russo – in particolare nella regione di Belgorod – e recentemente sarebbero riusciti ad affondare il pattugliatore russo Sergey Kotov nel Mar Nero.
Sul terreno, però, le forze armate russe continuano a conquistare terreno, e la fine della lunga quanto inefficace controffensiva ucraina ha lasciato spazio ad un’avanzata delle forze di Mosca che dura ormai da settimane.

La “linea Zelensky” non tiene
Lo stallo di fondo tra le forze dei due schieramenti permane, ma nelle regioni orientali dell’Ucraina, in particolare nel Donbass, le forze di Kiev faticano anche solo a mantenere le posizioni rafforzate negli ultimi mesi dalla realizzazione di linee difensive fortificate, trincee e campi minati. A detta degli esperti, però, la cosiddetta “linea Zelensky” è incompleta e spesso si rivela inefficace di fronte agli attacchi delle forze di invasione.

I russi hanno più uomini, più mezzi e più munizioni e continuano a rosicchiare terreno dopo aver conquistato Avdiivka e altre località qualche chilometro più a ovest. Anche in direzione di Kharkiv le difese ucraine sono sottoposte a continui assalti e la situazione a Kupyansk si è fatta difficile, così come a Robotyne, verso Zaporizhzhya.

Secondo i servizi di intelligence della Lituania, nell’ultimo anno la Federazione Russa ha notevolmente rafforzato la propria capacità bellica nonostante le sanzioni, grazie ai massicci investimenti statali nell’industria degli armamenti. A detta di Vilnius, Mosca attualmente avrebbe le risorse sufficienti a condurre il conflitto in Ucraina per altri due anni.

 Mancano truppe fresche
A pesare sulle capacità militari di Kiev, oltre alla crescente penuria di munizioni, è anche l’incapacità da parte del governo ucraino di varare una nuova legge capace di reclutare truppe fresche da inviare al fronte. Nonostante gli impegni presi, Zelensky e i nuovi vertici militari ucraini non sono in grado di accordarsi sulla strategia da adottare, scrive il “Washington Post”. Secondo il quotidiano statunitense, il governo ucraino non è in grado di formulare un piano di mobilitazione efficace nonostante «da mesi stia montando l’allarme per la grave carenza di truppe qualificate al fronte». Nel frattempo le forze armate sono costrette a dipendere da «un’accozzaglia di iniziative di reclutamento» forzoso, che «hanno diffuso il panico tra gli uomini in età da combattimento».

Molti di loro, dato il divieto di lasciare il Paese (spesso aggirabile pagando una mazzetta ai funzionari e alle guardie di frontiera) «tentano talvolta di darsi alla macchia» nel tentativo di evitare l’arruolamento.
Nel frattempo la bozza di una legge che mira ad abbassare l’età minima per la coscrizione da 27 a 25 anni, riducendo inoltre le possibilità di evitare la mobilitazione per studenti e lavoratori, è bloccata in parlamento, gravata da più di 4 mila emendamenti. Neanche la sostituzione dell’ex comandante in capo delle forze militari ucraine Valery Zaluzhny, inviso a Zelensky, con il generale Oleksandr Syrsky – che a sua volta ha sostituito molti dei responsabili militari a lui sottoposti – ha impresso la necessaria svolta, impossibile senza un provvedimento legislativo che mobiliti forze fresche e giovani.  Secondo il “Washington Post”, inoltre, del milione di uomini mobilitati negli ultimi due anni, solo 300 mila sarebbero stati effettivamente inviati al fronte. La maggior parte di questi ultimi sarebbero stanchi e sfiduciati sull’andamento del conflitto e tra le linee ucraine regnerebbe il pessimismo, se non il disfattismo. Una stanchezza strategica, e non più contingente.
Secondo numerosi analisti e media, il rischio è che le difficoltà incontrate dalle forze armate ucraine a tenere le linee teoricamente fortificate possa rappresentare il segno che Kiev sta rischiando il tracollo.

Governo in difficoltà
A due anni dall’invasione russa, l’abusata retorica di Zelensky su una “vittoria assoluta e certa contro Mosca” rappresenta ormai per molti una prospettiva scarsamente credibile.Diversi parlamentari ed esponenti politici ucraini criticano ormai apertamente il primo cittadino, accusandolo di incapacità e di raccontare favole alla popolazione rispetto all’andamento del conflitto per non mettere ulteriormente a rischio la sua residua popolarità.
A far infuriare alleati e competitori – sempre più numerosi – la presidenza della Verkhovna Rada (il parlamento monocamerale di Kiev) ha rimandato le previste riunioni programmate per il 6, il 7 e l’8 marzo. Di fatto il parlamento monocamerale di Kiev non dovrebbe riunirsi in sessione plenaria per quasi un mese. Il lungo stop ai lavori, giustificato con la necessità di concentrare le energie sulla redazione di un fondamentale rapporto destinato al Congresso di Washington, nasconderebbe invece una crisi parlamentare indotta dall’incapacità da parte del presidente e dell’esecutivo di gestire una situazione sempre più complicata.


Washington prepara la fuga di Zelensky?
Secondo molte fonti la situazione a Kiev sarebbe più grave di quanto traspare, al punto che il Dipartimento della Difesa di Washington starebbe studiando un piano per permettere al presidente Zelensky – scampato ieri per 150 metri ad un bombardamento russo su Odessa mentre era in compagnia del primo ministro ellenico – di abbandonare il paese nell’eventualità di un collasso del suo governo e di un crollo delle difese ucraine. Almeno è quanto sostiene Stephen Bryen, ex funzionario della commissione esteri del Senato Usa ed ex vice sottosegretario per la Difesa statunitense, in un editoriale pubblicato dal quotidiano “Asia Times”.
Secondo il quotidiano asiatico, se le difese ucraine dovessero crollare, a Kiev potrebbe insediarsi un esecutivo disponibile al negoziato con Mosca ed a quel punto occorrerebbe mettere in sicurezza l’attuale presidente.

Secondo Bryen l’amministrazione Biden vorrebbe però assolutamente scongiurare uno scenario simile fino alle elezioni presidenziali per evitare un fallimento politico anche più grave del ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan nel 2021, che ipotecherebbe del tutto le possibilità di vittoria dei democratici.

L’unico modo per evitare un sempre più probabile cedimento ucraino, secondo Bryen, sarebbe rappresentato da un intervento massiccio e più o meno diretto delle forze dei paesi della Nato, o comunque di alcuni di essi, da giustificare magari attraverso una provocazione che presenti l’escalation come obbligata.

Una mossa del genere, però, avrebbe conseguenze enormi sull’allargamento del conflitto tra Alleanza Atlantica e Russia e al momento non sembra che Washington e i suoi più stretti alleati siano disponibili a imbarcarsi in un conflitto su larga scala con Mosca. Certo, le dichiarazioni del capo del Pentagono Lloyd Austin di qualche giorno fa – «se l’Ucraina cade credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia» ha detto pochi giorni fa Lloyd Austin – sembrano indicare il contrario.

Che le affermazioni di Austin e di Bryen siano fondate e vadano quindi prese sul serio è difficile dirlo, anche se sicuramente l’ex funzionario USA mantiene importanti canali all’interno degli apparati di Washington. In ogni caso, se anche quella di Bryen fosse una provocazione, il suo editoriale la dice lunga sul clima che si respira a Kiev e alla Casa Bianca. Pagine Esteri

lunedì 5 febbraio 2024

LA BELLEZZA ovvero il respiro dell'anima universale di Ugo Arioti (n1)

 

 


Buongiorno, oggi cominciamo un percorso culturale che ci può condurre ad una vetta altissima e trascendentale, tanto da far venir le vertigini: la bellezza. La nostra vita è un viaggio che ci porta verso di lei, ma spesso rifuggiamo dal nostro destino preferendo a questa luce il buio che ci nasconde. Dire Bellezza è parlare del divino che è in noi. I Popoli che hanno respirato lo scambio culturale tra Africa Asia ed Europa le hanno dato diversi nomi, ma lo strumento dell'antichità classica che serviva a raggiungere il traguardo erano le "MUSE". Era l'Arte, la Gioia, la vita e il rispetto della sua essenza. Cose che oggi sono andate perse. Brancoliamo nel buio e viviamo nella menzogna, Ma torniamo sul tracciato, le Muse! Le Muse (in greco antico: Μοῦσαι, -ῶν?; in latino: Mūsae, -ārum) sono nove divinità femminili della religione greca. Erano tutte sorelle, in quanto figlie di Zeus e di Mnemosine (la "Memoria") e la loro guida era Apollo. L'importanza delle muse era elevata: esse rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto" ovvero l'«eterna magnificenza del divino». E cos'è il Divino se non l'esistenza e il sogno della libertà dell'anima di interagire con le altre galassie dell'Universo, con la loro musica,  la loro geometria, la loro matematica. Il segreto dell'Universo: la bellezza. Dobbiamo ritornare ad essere guerrieri della Luce e uscire dal buio delle nostre anime avvelenate da finti miti di progresso e di potere, effimeri quanto il respiro di una candela.

 

domenica 4 dicembre 2022

 

Palermo, carte e fossili meccanici,

mostra in via D’Amelio di Emilio Angelini

(articolo di Ugo Arioti)


L’osservazione della persistenza nella storia della cultura di un’interferenza tra scrittura e immagine e lo studio di alcune esperienze significative della scena asemica/poetico-visiva italiana, mi aveva portato su una spiaggia come quella di Mendrisio (dove il mare è solo un lago), in un mondo utopico dove quest’interferenza ha ragione di esistere e di prosperare.

Pensavo che tutto fosse, ormai, relegato ai miei esercizi di pazienza durante lunghe, estenuanti ed inutili riunioni amministrative per monitorare i lentissimi movimenti delle poche e vecchie opere pubbliche siciliane, negli anni del mio travaglio lavorativo nell’Amministrazione.

Pensavo, stupidamente, che quegli schizzi e quelle frasi vuote dove disegno e poesia si incrociavano maldestramente fossero i soli prototipi della mia fantasticheria asemica.

La mia città? Palermo. Un’urbe dove tutto e possibile e il seme trascinato dal vento trova abbondanti orge di terra vegetale capace di far venir fuori dal cielo una pianta verde e forte come una palma o un ulivo.

Così, girando e cercando ho avuto l’occasione di conoscere un artista, un maestro ceramista e scultore palermitano che nelle sue sculture e nei suoi fossili meccanici mi trasmetteva l’idea sempre più forte di un’interferenza possente tra scrittura e immagine.

La conferma l’ho avuta proprio in questi giorni, esattamente il due di dicembre, visitando, in via D’Amelio, la mostra del maestro Emilio Angelini “CARTE” e “FOSSILI MECCANICI”.

I suoi pannelli, i fossili meccanici, colonne o palme dell’Oasi, poi, come una visione, una parete intasata quasi del tutto dalle sue carte acquarellate contenenti la scrittura asemica. In che meravigliosa città vivo! La ripartenza della ex “Mediterraneo”, in via D’Amelio è dedicata al lavoro dello scultore palermitano delle Monelle e dei fossili meccanici. Salvo Ferlito presenta quelle carte come grafica, ma è molto di più è poesia. È rappresentazione della forza espressiva del segno! Ti trascina dentro la narrazione dell’Angelini con una leggerezza immortale e infinita dove il mondo non ha bisogno di essere descritto con una sua immagine fotografica, ma con segni che penetrano la corteccia della natura umana per arrivare al suo cuore, all’essenza del racconto. Potresti immaginare dei lettori dell’anno tremila che ci osservano e gettano uno sguardo sulle nostre intime parole che non compongono discorsi compiuti, allineati e coperti, ma immagini dell’anima nostra in una pietra d’ambra. Grazie, Emilio. Mi hai spiegato che i sogni sono la vita e la vita è un’illusione fantastica!


 

venerdì 8 luglio 2022

Vorrei una scuola che costruisce uomini e non automi (Ugo Arioti)

Hanno cambiato la scuola italiana. Troppo nozionistica e non rispondente ai bisogni delle imprese- Avanti tutta con insegnamenti mirati e stage in azienda e al cesso tutto il sistema educativo desueto e antiquato, si studiano ancora lingue morte e filosofia! Sono superflue, basta sapere chi fu Socrate e chi fu Platone, magari anche Aristotele, dai se volete, tanto per memoria, ma basta con l'umanesimo nella scuola, ci vuole tecnologia, telefonini e internet, il resto è chiacchera. La colpa? Di tutti, dalla destra alla sinistra nessuno ha mai pensato che la scuola è fondamentale per creare una Società matura e capace di affrontare le sfide che ci attendono.
Bisogna fondare la sfera umanistica prima di quella tecnologica. prima l'uomo e poi lo specialista, il medico, l'ingegnere, l'architetto, il tecnico e l'amministrativo, lo scienziato e l'inventore! Hanno scordato come si costruisce una società giusta e progredita? 
No. Questo è il modello capitalistico per il controllo dei popoli, sempre più ignoranti, sempre più impreparati a vivere, ma capaci di montare un pezzo di missile o di macchina, ignorando del tutto il perchè della costruzione dell'insieme! Così, le loro scelte passano sulla testa vuota della gente. 
Possono mettere in campo forme sempre più raffinate di controllo come il COVID o le altre schifezze costruite in laboratori fatti da tanti ricercatori, ma da nessun uomo.
Sinceramente, questo modello non mi piace. Non fa crescere l'umanità, ma la mette alla mercè di autocrati e terroristi.
 

 

venerdì 10 giugno 2022

La “Società del superfluo” di Ugo Arioti

 

La “Società del superfluo”


I Gruppi di Potere delle società in cui viviamo oggi usano il progresso per far regredire la popolazione mondiale, e non pensano, nemmeno minimamente, a far fronte alla fame, alle carestie e alle sacche di arretratezza agroalimentare del Mondo (per queste “facezie” delegano organismi pesanti e astrusi – le chiamano organizzazioni mondiali – che solo per muoversi hanno bisogno di miliardi di dollari), figuriamoci poi pensare alla salvaguardia della Natura e del Pianeta che, bontà sua, ci ospita.

Il tecnicismo e la burocrazia inutile hanno sostituito le amministrazioni del territorio eco sostenibili e culturalmente avanzate!

In Italia, per fare un esempio, hanno scardinato i principi “antiquati” della scuola italiana del Gentile e di Benedetto Croce, che, pur con tutte le possibili e necessarie correzioni, si basava sulla capacità di essere prima uomini, prima che specialisti di un ramo tecnico. Perché, se hai un bagaglio culturale umanistico sei in grado di sviluppare le tue qualità in ogni direzione.

Chi siede nelle poltrone del potere vuole che anche un perfetto animale, ignorante di qualsiasi filosofia umana, possa diventare un astrofisico o un ingegnere nucleare, finalmente e naturalmente assoggettato a una dottrina del fare che non contempla la ricerca dell’utilità umana per quello che si fa.

Eppure, un certo Einstein, scienziato ironico e umano, uno che suonava il violino e immaginava l’Universo con il suo cuore e con la sua mente ci aveva messo sull’avviso. Non abbiamo mai ascoltato, e molti cittadini delle moderne democrazie se interrogati per strada forse nemmeno sanno, a parte quelli che seguono le pubblicità televisive, chi era Einstein e quale fu il suo destino per l’Umanità tutta!

Così, aumentano le speculazioni, l’inflazione, la vendita di armi, le guerre, le distruzioni, tanto poi c’è la fessa di turno, tipo Ursula, che va in giro dicendo che ricostruiremo il mondo col modello delle industrie tedesche e americane, ma senza avere un minimo scrupolo nel cercare di fermare un conflitto che bussa alla porta, anzi.

E in questo tipo di società la mafia, la massoneria deviata e i potentati economici, costruiscono i loro imperi con la corruzione, l’inganno e gli assassini. La cifra di questo “nuovo mondo” è l’apparenza e l’apparire! Se ci sei, anche in un solo diaframma televisivo, allora esisti. Se non hai questa fortuna, ci sono i social, strumenti di controllo e di manipolazione, elargiti per farti sfogare senza danno al sistema. Tutto per togliere lo “SPAZIO CRITICO”, dove il pensiero libero è creativo e può nuocere ai Draghi e ai loro amici!

Così, declassificata la scuola e commercializzata l’Arte, fino ad essere solo un decoro delle città dei potenti e dei poveri, finta democrazia, hanno creato il pensiero debole (in buona sostanza. Stai sempre allineato e coperto e non prendere spifferi e correnti, altrimenti ti inventiamo una bella pandemia e ti teniamo fermo fino a quando ci fa comodo).

Ecco, questa è la “Società del superfluo”.

Vi state chiedendo: come funziona questa Società? Semplice, creando posti inutili in amministrazioni, imprese e nell’intrapresa sociale ed economica. Insomma, saturando il mercato del lavoro con sottosistemi lavorativi che non hanno alcun bisogno di essere strutturati e di avere infrastrutture logistiche: i Col Center e i portavoce del tale amministratore, politico, impresario, commerciante, ufficio postale.

Allora immaginiamo la storia contemporanea e gli avvenimenti della cronaca visti da una ragazza che per 300 euro al mese, spende la sua voce per adescare nuovi clienti, o del pubblicista che non capisce niente di quello che si fa nella fabbrica in cui lui riveste il ruolo di spiker del capo, cioè è costretto a dire quello che non capisce e che in alcuni casi è sgradevole e indicibile, ma siccome lo sta dicendo lui e non il suo capo può essere sempre smentito. Come chiamarli questi lavori: filtri?

Ecco, la nostra società non vede di buon occhio i liberi pensatori, ma è costretta ogni giorno a combattere contro i “FILTRI” che non hanno alcun potere informativo o decisionale e servono solo a far perdere tempo e denaro ai cittadini che vengono vessati da una burocrazia cieca e inutile, che produce solo norme sterili e inefficaci.


sabato 19 marzo 2022

L'espansionismo degli U.S.A. -La fase del capitalismo finanzario speculativo, ovvero la distruzione del Mondo


 
 
Vi ricordate la favoletta di Busch sulle armi chimiche che i laboratori iracheni stavano costruendo per spazzare via il mondo civilizzato? Saddam, sì, anche lui un dittatore. Voi, cari burattini, non conoscete il vostro Mangiafuoco, perciò siete convinti di vivere in uno stato democratico e libero, infatti i capi del Governo da un po' di tempo li elegge il capo dello Stato ( Tutore della Nazione), non gli italioti. Quindi voi siete liberi di consumare e di pagare e di subire tutto quello che vi impongono, ma democraticamente ponendovi a 90 gradi. Buon per voi, se questo vi rende felici! Ma ritorniamo alle bugie americane che causarono una guerra "amica", pardon una missione di PACE, che ci è costata un occhio della testa, avremmo già eliminato tutto il debito pubblico italiano se non fossimo andati in IRAQ. Ma chi l'ha fatta sta guerra e perchè? Per eliminare un dittatore, dite voi. Bravi, siete preparati, la maestra vi darà un bacio in fronte e un vaccino da sorbire in tre dosi per cautelarvi dal virus della verità.
Troppi parlano con lo stomaco e non ascoltano la loro stessa intelligenza, ahimè messa al servizio di un consumismo sfrenato che uccide il pensiero e crea sempre più divari tra ricchissimi e poverissimi. Lo sapete, per es. che lo stipendio medio in EUROPA, non in AFRICA, di un giovane diplomato va da 1000 a 1200 euro, no? Cosa fa? mette su famiglia e si indebita per tutta la vita, ma in piena libertà di obbedire ai potentati economici che dell'ECONOMIA REALE se ne sbattonno, perchè il CAPITALISMO è arrivato alla fase della SPECULAZIONE DISTRUTTIVA. 
 
«Li soprani der monno vecchio>> Gioacchino Belli - poeta e patriota italiano 
 
C'era una vorta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st'editto:
"Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbugiaroni, e zzitto.
Io fo ddritto lo storto e storto er ddritto:
pòzzo vénneve a ttutti a un tant'er mazzo:
Io, si vve fo impiccà nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l'affitto.
Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd'Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo!".
Co st'editto annò er Boja per ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e arisposeno tutti: "È vvero, è vvero!".»
 
 

 

domenica 16 gennaio 2022

Gilda Buttà, pianista di origine messinese e Luca Pincini, violoncellista

 

Il Grande cinema ha spalancato loro le porte dell’esecuzione nelle più belle colonne sonore. L’attaccamento sfrenato per la musica li ha uniti anche nella vita.

Gilda Buttà, pianista di origine messinese e Luca Pincini, violoncellista, sono due artisti di qualità internazionale che, sabato 23 novembre, all’Auditorium del Palacultura “Antonello da Messina, hanno reso indimenticabile un altro appuntamento della stagione concertistica dell’Accademia Filamornica. Moglie e marito nel privato, i due hanno suggellato un armonioso equilibrio che balza dal rigore verso il classico alla curiosità per altre scelte musicali, quali jazz, pop, rock, elettronico e canzone d’autore. Il loro ultimo cd “Composers” Vol. II, per esempio, è un omaggio rivolto a tanti Compositori (partendo dal Vol. 1, ben 31) dell’era moderna che, in realtà, dedicano al duo le loro creazioni. Una stima reciproca che scaturisce solo dalla consapevolezza di alti livelli espressivi. Gilda e Luca, a Messina, hanno programmato una scaletta che segna il loro percorso di maturazione. Ad aprire la loro perfomance è stata la Sonata Op.19 in sol minore di Rachmaninov, che ha esteso il suo timbro impetuoso e monumentale. L’interpretazione compatta, proprio come richiede l’opera nei suoi 4 movimenti (Allegro moderato, Allegro scherzando, Andante e Allegro mosso), ha dettato uno sviluppo più pacato e sentimentale con un cambio d’atmosfera. La serata è stata un susseguirsi di pezzi all’insegna del romanticismo. E quale Maestro più grande per delineare l’amore e la passione in melodia, se non Morricone! Buttà e Pincini ci hanno fatto immedesimare nelle pellicole a cui si sono ispirati. Le “Suite Tornatore” ci hanno catapultato prima sulla nave de “La leggenda del Pianista sull’Oceano”, quando il protagonista Novecento ha incrociato gli occhi azzurri di una ragazza attraverso un oblò; poi, in quel paesino della Sicilia, nel “Nuovo Cinema Paradiso”, dove un bambino ha imparato a credere nel vero amore attraverso il cinematografo. Il duo ha attuato sequenze sceniche mediante il potere travolgente delle note: prima l’assolo di piano, poi l’ingresso del violoncello; ancora, sintonia perfetta tra i loro strumenti e le emozioni. Dal romantico assoluto all’energia del Western, il passo è breve! Così le “Suite Leone” sono state una prosecuzione naturale con “C’era una volta il West” e “Per Pugno di dollari”. L’autore di musiche stupende per film storici ha consegnato personalmente queste partiture per il team Buttà e Pincini che hanno l’opportunità straordinaria di eseguirle. La loro discografia in cd e dvd e altre produzioni, in connubio con Morricone, si protrae da parecchio tempo. Lei, come solista da 25 anni; lui da 15 anni. Insieme hanno firmato “Absolutely Ennio Morricone”, per U07 Records.

Quello che doveva essere l’ultimo brano, è stato solo il terzultimo per i tanti applausi. Anche “Le Grande Tango” di Piazzola è stato adattato dal compositore appositamente per il duo Buttà e Pincini. La sensualità e lo struggimento del tango diventano vibranti sui tasti e sulle corde. “Al di là dell’ovvietà – chiarisce Pincini- stiamo cercando di restituire la musica da camera alle opere più gettonate”. La richiesta infatti è per gli autori moderni. La “Piazzollite”, com’è stata definita da alcuni, sta dilagando. L’affiatato duo non vuole assecondare il pubblico ma vuole coinvolgerlo con risultati impressionanti. Il bis di fine concerto ha onorato Gershwin con un malinconico “Summertime” e un festoso “I’ve got Rhythm”. Questi sono frutto di un lavoro discografico a tre, “Playing George Gershwin”, insieme a un ottimo arrangiatore Gianni Ferrio, nonché amico della coppia, direttore d’orchestra e compositore, scomparso un mese fa. Il brano “Free” ha chiuso la serata ed è stato scritto dall’autore palermitano Maurizio Bignone. La partitura inneggia ad uno spirito libero ed “esorcizza la gabbia che ci è stata calata sopra la testa”.

Se in coppia gli artisti sono un’attrattiva per prestigiose collaborazioni, non da meno sono molto ricercati per importanti ruoli solistici nel mondo del Grande Schermo.

Per loro, oltre a Morricone e Ferrio, anche Armando Trovajoli, Luis Bacalov, Nicola Piovani, Franco Piersanti, Paolo Buonvino, Carlo Siliotto, Antonio Di Pofi, Marco Betta, Lele Marchitelli e tantissimi altri hanno composto tra i più memorabili temi per tanti famosi films. In particolare, Gilda ha partecipato a tutte le colonne sonore di Morricone; in alcune più protagonista: “La leggenda del pianista sull’oceano”, “Canone inverso”, “Love affair”, “Gli intoccabili”, “Frantic”, “Vittime di guerra”, “Il Papa Buono” e “Bugsy”. Annovera collaborazioni con Mina e Vasco Rossi.

Luca come violoncello solo, per Morricone, è protagonista ne “Il Fantasma dell’Opera”, “Il Papa Buono”, “Canone Inverso”, “Perlasca”, “La Sconosciuta”, “Vatel” e “La migliore offerta”. Lo ricordiamo anche nei temi dei film di Moretti “La stanza del figlio”, “Il caimano” e “Caos Calmo” ma anche nei film per la tv come “Il commissario Montalbano”. Tra le collaborazioni altisonanti della musica leggera, ci sono Claudio Baglioni, Adriano Celentano, Elisa, Mina, Patty Pravo e Renato Zero.

Il mondo accademico si è accaparrato singolarmente la bravura dei due strumentisti: la Buttà è attualmente insegnante di pianoforte al Conservatorio “L. Refice” di Frosinone; Pincini è docente di violoncello presso il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila.

Entrambi sono stati avviati da piccoli agli studi musicali dai rispettivi padri: lei a sei anni; lui a sette. Poi, tra il diploma con il massimo dei voti e la lode, riconoscimenti eccellenti e vari perfezionamenti, le carriere concertistiche di Gilda e Luca fanno approdare loro nelle più rilevanti Istituzioni, sia come solisti che in formazioni da camera in tutto il mondo.

Gilda ha registrato per BMG, CAM, SONY, MEG ITALY, PRIMROSE MUSIC LONDON, WARNER, VIRGIN, VICTOR, RCA, EMI. Luca per Sony, Decca, Warner, Meg Italy, Cam, Image Music, Heristal, U07, Almendra Music.

Insieme hanno anche inciso, per “Pesi&Misure”, “Two Skies”, con musiche di Rachmaninov, Gershwin, Ferrio e “Clataja”, special guest Roberto Gatto e Luca Bulgarelli.

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