ROMA - Per la prima volta la nostra vita si accorcia: 80,1 anni gli uomini e 84,7 le donne. E' una vita in salute, sette su dieci la definiscono "buona" o "molto buona", sarà per questo che abbiamo ripreso a fumare. Siamo sempre più preoccupati dalla criminalità, anche se il numero di delitti continua a scendere. Ci iscriviamo con più riluttanza all'università, pure se la laurea aiuta a trovare lavoro. L'economia non è ancora davvero ripartita, ma la situazione delle famiglie migliora un po': sono di meno quelle costrette a razionare il carrello della spesa. Ci resta tanta voglia di svago, con un boom di ingressi al cinema e ai musei. E' la fotografia di un'Italia che prova a ripartire quella che emerge dall'Annuario 2016 dell'Istat. Un compendio appena pubblicato di tutti i numeri più recenti (alcuni risalgono al 2015 e al 2014) raccolti dall'Istituto di statistica sullo Stivale e i suoi abitanti. Ecco i più significativi.

Il territorio, Comuni sotto quota 8mila
Toccherà riscrivere i libri scolastici. In classe ci hanno insegnato che i Comuni italiani sono oltre 8mila, e invece nel corso del 2016 il conto è sceso sotto quella quota: 7.999. Potere delle varie leggi sulla spending review che hanno incentivato la fusione tra municipi: tra la fine del 2013 e l'inizio di quest'anno ne sono spariti quasi un centinaio, per lo più al Nord. Restano comunque dei campanili piccoli, sette su dieci hanno una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.

L'ambiente, mai così caldo
Pensare che il 2014 era già stato un anno record, il più caldo del cinquantennio. Il clima del 2015 ha portato i termometri dell'Italia ancora più in alto, non di poco: minime medie mensili tra gli 1,3 gradi di febbraio e i 19,7 di luglio, massime tra 8,1 e 30,4 gradi. Sono valori nettamente superiori alla media registrata tra il 1981 e il 2010, per il mese di luglio addirittura di tre gradi. Non è un caso allora che gli incendi verificatisi nell'anno siano aumentati del 67%, a quota 5.442.

La popolazione, ora viviamo di meno
A un'altra cosa ci eravamo abituati: vedere crescere anno dopo anno la speranza di vita degli italiani. Contrordine. Resta tra le più alte al mondo, ma nel 2015, complice un numero di decessi molto superiore, si è accorciata sia per gli uomini (da 80,3 a 80,1 anni) che per le donne (da 85 a 84,7 anni). Per il resto il nostro si conferma un Paese in crisi demografica. La popolazione residente scende a 60 milioni e 665 mila persone, il quoziente di natalità cala ancora da 8,3 a 8 nati ogni mille abitanti, i cittadini sono sempre più vecchi: per ogni 100 giovani ci sono 161,4 over 65. E in Liguria addirittura 246,5.  

Salute, abbiamo ripreso a fumare
Sole e dieta Mediterranea aiutano a sentirsi bene: in questo 2016 il 70,1% degli italiani definisce "buono" o "molto buono" il proprio stato di salute, anche se gli uomini sprizzano più energia delle donne (73,9 contro 66,4%) e quasi quattro cittadini su dieci, lo 0,8% più del 2015, sono affetti da una patologia cronica, dall'artrite all'ipertensione. La diminuzione dei ricoveri in ospedale prosegue ma va stabilizzandosi, mentre ha già invertito il suo declino il popolo dei fumatori: nel 2016 praticano la sigaretta il 19,8% degli italiani sopra i 14 anni, tre decimi di punto in più rispetto al 2014.

Criminalità, scendono i delitti sale l'insicurezza
L'ultima rilevazione dell'Istat è un po' vecchiotta, anno 2014, ma conferma il calo: sono stati 2,8 milioni, 46 ogni mille abitanti, i delitti denunciati in Italia, il 2,7% meno rispetto al 2013. Scendono omicidi e rapine, salgono furti e estorsioni. Ma a crescere, a dispetto dei dati, è soprattutto la percezione di insicurezza degli italiani: nel 2016 quasi quattro famiglie su dieci hanno indicato la criminalità come un problema della zona in cui vivono, nel 2014 erano tre su dieci.

Istruzione, meno iscritti all'università
Il livello di istruzione della popolazione italiana continua a crescere: al 2015 il 35,6% dei cittadini possiede un diploma di scuola secondaria, mentre sale dal 12,7 al 13,1% la quota dei laureati. Eppure nonostante i benefici in termini di occupazione che il titolo di studio garantisce, diminuisce di 0,6 punti percentuali il numero di diplomati che decide di iscriversi subito all'università: sono meno della metà. Tra i banchi, certifica l'Istat, sono più brillanti le donne: nel 2014 quasi il 40% delle 25enni ha conseguito un titolo universitario (almeno la laurea triennale), contro il 25,8% dei pari età maschi.

Lavoro, piccoli segni di ripresa
Lo sappiamo: nel 2015, complici gli incentivi per le assunzioni, l'occupazione in Italia ha ripreso a salire, di 186 mila unità. L'Istat però ricorda come alla fine dello scorso anno il numero complessivo degli occupati fosse ancora inferiore di 626 mila persone rispetto al 2008. C'è un solo settore in cui i valori di oggi hanno superato quelli pre-crisi: i servizi, dove si è concentrata quasi tutta la crescita di impiego.

Famiglie, una boccata d'aria
Una ripresina insomma, più che una ripresa. E lo si vede anche dai bilanci delle famiglie. Nel 2015 la spesa media di un nucleo italiano è salita leggermente, a 2.499,37 euro, mentre la percentuale di quelli che hanno dovuto limitare la quantità o la qualità di acquisti alimentari si è ridotta dal 58,7 al 53,8%. Segno che un po' meno cittadini sono costretti a tagliare sui beni di prima necessità.

Tempo libero, boom di musei e cinema
C'è voglia di svago, questo è chiaro. Almeno a guardare i numeri da record registrati nel corso del 2015 da musei e monumenti statali: 43 milioni di visitatori, 2 milioni più del 2014. Boom anche degli spettatori al cinema, dove nel 2016 il 52,2% degli italiani si è recato almeno una volta, in crescita rispetto al 49,7% dell'anno precedente. Certo, la televisione resta di gran lunga il medium più amato dello Stivale, guardato dal 92,2% della popolazione. E l'Italia conferma pure il suo scarso amore per la parola scritta: nel 2016 le persone che hanno letto almeno un libro sono scese dal 42 al 40,5%.

Trasporti, tutti (sempre) pazzi per la macchina
Quando poi si tratta di spostarsi, gli italiani continuano a preferire l'automobile. Quasi sette lavoratori su dieci si recano al lavoro in macchina, così come (sul sedile del passeggero) il 37,3% dei ragazzi che vanno a scuola. Il risultato è che nel nostro Paese ci sono 37,3 milioni di vetture, 6 ogni 10 abitanti. C'è chi ci prova a usare i mezzi pubblici: nel 2016 i cittadini saliti su un autobus sono cresciuti dal 24 al 24,4% (66,7 in area metropolitana)ma con livelli di soddisfazione in calo per puntualità, frequenza e comodità. E allora, meglio la coda in automobile.