Lo spazzino cosmico che rimuove i detriti spaziali dall’orbita della Terra
RemoveDebris è il primo sistema nato per
collaudare varie tecnologie capaci di eliminare almeno i rottami più
pericolosi. A marzo sulla Stazione spaziale
«È ora di intervenire.
Si sono già verificate collisioni tra spazzatura cosmica e
satelliti, danneggiandoli. Perciò abbiamo concepito RemoveDebris, il
primo sistema nato per collaudare varie tecnologie capaci di
eliminare almeno i rottami più pericolosi». Guglielmo Aglietti, 52
anni, è il «papà» del veicolo cosmico che sarà portato sulla
stazione Iss dalla navicella privata Dragon in marzo. Sulla Stazione
spaziale internazionale, nei mesi successivi verrà liberato in
orbita, per provare a risolvere il problema. Secondo la rete Usa
Space Surveillance nello Spazio circolano 29 mila oggetti più grandi
di 10 centimetri. La stessa stazione Iss deve spostare la sua
traiettoria una o due volte l’anno per evitare scontri che
metterebbero a rischio la vita degli astronauti. «Per fare pulizia
servono tecnologie a basso costo, è quello che proviamo con
RemoveDebris».
di Giovanni Caprara
L’italiano che pulisce l’orbita della Terra
dirige in Inghilterra il Surrey Space Center dell’Università del
Surrey alla guida del consorzio di dieci partner europei che
realizzano la missione. Tra questi la Surrey Satellite Technology,
spin off della stessa università diventata leader mondiale dei
piccoli satelliti (produce il 40% di quelli finora spediti nello
spazio). Aglietti, uscito dal Politecnico di Milano, è approdato in
Gran Bretagna dopo esperienze industriali e all’Agenzia spaziale
europea.
Il test
Il satellite RemoveDebris lancerà un nanosatellite
che poi imbriglierà in una rete aumentando così le sue dimensioni
per facilitarne la caduta nell’atmosfera. Poi collauderà un
sistema di visione laser dotato di software intelligente con cui
valutare movimenti e velocità del rottame prima di intervenire.
Lancerà, inoltre, un arpione agganciando un obiettivo e infine
dispiegherà una vela solare che, rallentando il RemoveDebris, ne
favorirà la disintegrazione. «Il progetto da 15 milioni di euro»,
conclude Aglietti, «è finanziato per metà dalla Commissione
Europea. Se tutto funzionerà la parola passerà a governi e
industrie per avviare l’operazione pulizia».
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