mercoledì 13 gennaio 2021

I dubbi della Democrazia

 

Elena Tebano, sul Corriere della Sera ci ricorda che "la decisione di Twitter e Facebook di espellere il presidente statunitense Donald Trump dalle loro piattaforme, di fatto silenziandolo, ha suscitato allarme in tutto il mondo perché ha reso evidente il potere in mano alle grandi multinazionali della tecnologia. È successo perché le due aziende questa volta lo hanno esercitato su una libertà politica tradizionale, quella di espressione. Ma è un allarme tardivo, che non coglie il fulcro del vero potere delle nuove tecnologie e delle società che le controllano, aziende per definizione non democratiche (perché rispondono a logiche diverse dalla democrazia, quelle del profitto, e dipendono dai loro proprietari, non dalla sovranità popolare)". Certo, ma se pensiamo di vivere in un sistema capitalistico che è retto dai "castelli della Finanza", non possiamo meravigliarci se un impresario, mettiamo un ristoratore, per fare un esempio, butta fuori dal suo locale un cliente che disturba la quieste degli altri e che crea danno alla sua attività. Questo è normale, dato il sistema. Semmai, dovremmo chiederci: come mai sono intervenuti tardivamente Twitter e FB? Insomma, affari, soldi e democrazia sono cose che è difficile mettere insieme tenendo la bilancia della Giustizia in equilibrio, questo deve farci pensare. Può, allora, esistere una democrazia che abbia i contrappesi giusti per non essere manipolata dai mas media o dai social o dalle grandi multinazionali? La risposta non c'è, o per meglio dire, si tratta di una navigazione a vista e in un mondo sempre più egotistico, in cui il valore costruttivo della socialità e del dialogo si è trasformato in valore azionistico, la traccia può essere marcata solo a vista e ad ogni conflitto tra il sistema economico che ci governa e quello socio politico che ci guida cercare di creare un precedente positivo che sia utile a costruire un percorso che si avvicini di più alla democrazia, seppur imperfetta. Resta il fatto che la gestione di enormi portafogli di dati utente che posseggono i vertici di FB o di Twitter o di altri socialmedia o distributori on line è talmente importante e voluminoso da poter influenzare, e ne abbiamo avuto prova già con l'elezione di Trump, quello che oggi riceve dalle stesse società il ben servito, l'esito di un confronto o di un elezione "democratica".
U.A.

 

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