sabato 25 luglio 2015

Quant'è bella giovinezza.....

 
"Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
di doman non c'è certezza."
Quante volte abbiamo ripetuto, per scherzo o per raccontare la vita, questi versi di Lorenzo de Medici incipit del Trionfo di Bacco e Arianna? Magari, li abbiamo destinati al racconto della vita per i nostri figli, con il senso che è giusto divertirsi e rinnovare, rivoluzionare, il proprio spirito finché si è giovani. Ecco il punto, la gioventù come periodo di scoperta e di creatività, di gioco e di crescita, di sollazzo e di inventività. Ma, Lorenzo, parla di amore per la vita "che si fugge tuttavia!" e di Bacco e Arianna che non devono sprecare il loro tempo "giovane". Il sesso e i piaceri, per il poeta, sono collocati in questo tempo della gioventù e vanno presi con gaiezza e senza indugi. La condizione giovanile, pretende, essere bevuta velocemente e bene e fino in fondo, altrimenti resterà solo il rimorso. Lorenzo vive in una società in cui la gioventù è, per certi versi, irretita dalle regole e sventola una bandiera di libertà che vale solo per le classi più elevate e, aggiungo, agita il vessillo della vita e dei suoi piaceri perché vuole sfuggire da un Mondo di campanili e agguati che coniuga, troppo spesso, quei versi in disputa e guerra, in congiura e morte. Il suo quindi, più che ai giovani è un canto rivolto alla "bellezza" che deve riprendere il sopravvento e guarire dalla morte il Mondo. Oggi, la gioventù, non ha quelle condizioni, dopo la Rivoluzione sessuale e la liberazione del pensiero dal binomio uomo donna, vive le sue libertà con assoluta incoscienza e impunità, parliamo della parte di Mondo dove non governano gli integralismi "finto religiosi" e le dittature "piccole" hanno imposto il fucile ai fiori e la morte all'amore e al sesso. Eppure, in una società più giovane e più liberata da regole comportamentali ancora resta il ricordo di un tempo Felix che è, paradossalmente, avvolto e irretito, da una nebbia di "noia". Ergo, meglio liberare la mente dalle paranoie della costruzione di una vita e vivere il tempo che fugge, tuttavia, che restare ancorati a un attesa che è solo un paradosso, incresciosamente velenoso, della libertà che è data dall'arroganza e dal delirio di onnipotenza che dilania il petto delle giovani generazioni. E' giusto pensare a costruire, certo, ma è giusto, anche, dare valore a tutto quello che è scoperta di se stessi, del proprio essere e del corpo, con il gioco, la fantasia e l'amore che, per sua Natura, è sempre giovane.
"Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
di doman non c'è certezza."
 
Ugo Arioti

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