«Parlare di mafia e di morte per mano mafiosa richiede una sobrietà di parole e di stile che lui non ha».dice il figlio di Giuseppe Fava, in una delle sue migliori performance contro il neo eletto Presidente della Regione Sicilia del fatto che Crocetta, emulando il suo eroico padre, dice mi sento un Fava ancora vivo. Chi o quale siciliano onesto non pronuncerebbe queste parole? Non è forse un dare merito a chi è morto per non piegarsi alla MAFIA, a un eroe che tutti i siciliani portano nel cuore e non solo Claudio. D’impeto verrebbe da dire: da quale pulpito viene la predica! Da un pulpito dove Claudio, sfruttando la storia del padre, vero eroe antimafia e simbolo per tutti i siciliani, è salito. Figlio d’arte? Penso proprio di no, ne per capacità di indagine della società e dei suoi mali, ne per capacità politiche proprie. La storia politica di Claudietto è infarcita di sbagli, abbagli ed errori macroscopici. Uno di questi lo ha appena commesso non facendo in tempo quello che doveva fare per candidarsi. Niente da dire, un grande che scivola su una buccia di banana. Meglio non parlare troppo di lui in Sicilia, in ambienti di sinistra che la lotta potere mafioso e della destra lo hanno fatto sul serio e che hanno visto dilapidare da questo bamboccione della politica nostrana conquiste e posizioni ottenute anche col sangue di poveri disgraziati che hanno creduto e lottato sul serio contro i mostri mafiosi e i politici collusi. Non ci interessano più le storie dei figli degli eroi, perché come ha detto Giovanni Falcono le loro idee camminano sui nostri piedi. E stiamo attenti ai lustrini che si giustappongono nelle reti per cacciare le allodole. IDV e SEL, intanto, trascinati da una siffatta Chimera, sono affondati completamente. Forse sarebbe stato più intelligente e positivo dare forza a un candidato che la lotta alla mafia la ha fatto sul serio, e che essendo stato condannato a morte dalla MAFIA, deve subire la costrizione del suo spazio vitale. Ma questo Claudietto lo sa?
Zaratustra Siculo
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