"Viva Pasculli", è proprio il caso di dirlo, come la voce che si è
levata dal pubblico al concerto della Filarmonica Sollima al Santissimo
Salvatore venerdì con GliArchiEnsemble e l’oboe di Christoph Hartmann.
Eppure non c’era bisogno del virtuosismo ironico di Le api del
compositore palermitano, un fuori programma scelto per omaggiare il
bibliotecario del conservatorio Dario Lo Cicero che ha il merito di
avere trovato tanti inediti, perché la levatura dell’oboe dei Berliner
si sente con pochissime note, nelle chiusure di frase, la messa di voce
in diminuendo e la naturale fluidità del suono. Delizioso anche accanto
al figlio appena dodicenne eppure professionista nel Concerto di
Albinoni.
Con GliArchiEnsemble c’è una buona intesa e un guizzo di verve e
sobria giocosità, già insita in alcuni brani come quello del brasiliano
Deddos in prima palermitana che gioca nei finali di movimento con
sorpresa.
L’occasione di questa serata è nata tuttavia intorno a una prima assoluta, Ansia di luce,
la pagina manoscritta per oboe di Eliodoro Sollima orchestrata dal
figlio Giovanni. Negli archi si sente la firma di Giovanni Sollima
sebbene sia in linea col tratto del padre, come uno spiraglio di sole
che diventa uno squarcio.
ALESSANDRA SCIORTINO
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