mercoledì 30 agosto 2017

La forza di amare racconti dell'iperspazio internettiano

Dopo la Messa sono stati così gentili da invitarmi a cena, e ho accettato con piacere. Dopo mangiato Benito ha ringraziato la moglie per i 50 anni trascorsi insieme, dicendole scherzando che se fosse stato al posto suo lo avrebbe lasciato subito. Acacia, piangendo, ha ringraziato per essere riuscita a far sì che la sua famiglia fosse sempre vicina a Dio, e per i suoi sforzi per non far mancare mai nulla a nessuno. Era sicuramente una coppia esemplare, e durante il valzer sembravano due piccioncini innamorati.
Visto che non ballo sono rimasto a chiacchierare con le figlie, che mi hanno raccontato che la persona religiosa e vicina a Dio è lui, ma quella che dà gioia in casa è sempre lei. Stavamo parlando quando tutti hanno iniziato a gridare.
All’inizio non ho capito bene cosa stesse succedendo, finché non ho sentito: “Portate il sacerdote!” Mi sono avvicinato e ho visto il signor Benito a terra. Aveva appena avuto un infarto e stringeva forte la mano della moglie.
Gli ho dato rapidamente l’estrema unzione, e lui ha abbracciato la moglie e le ha detto: “Ti amo molto, sei stato il dono più grande di mio Padre Dio”. E in quel momento è morto.
Non riuscivo a crederci. Benito era appena morto tra le braccia della moglie proprio nel giorno del loro 50° anniversario di matrimonio, accompagnato dai 7 figli, i 27 nipoti, i 4 bisnipoti e tante persone che gli volevano bene.
Ancora con il marito tra le braccia, la signora Acacia gli ha sussurrato: “Ti ho sempre detto che dovevamo morire felici, e guarda, sei morto ballando, e ballando con me”.
 

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