martedì 20 marzo 2012

L'Italia oggi... di Ugo Arioti

L'Italia di oggi è un Paese che, al di là delle divisioni politiche, etniche, religiose e campanilistiche, è lacerato dal verme della corruzione e della "controcorruzione", dalla mafia e dall'antimafia, dal razzismo e dall'antirrazzismo. Insomma è un Paese che esce da un ventennio disgraziato in cui l'unica cosa che hanno saputo fare i Governi, in special modo quelli del "cavaliere", è stata quella di creare spaccature e tifoserie sfruttando e svuotando, ogni giorno di più, di significati e di principi lo STATO ITALIANO. Non era successo neanche quando, sotto attacco terrorista (BR), le istituzioni avevano trovato la forza di reagire al terrorismo insieme alle associazioni civili e ai sindacati per difendere l'unità che fa di un territorio una Nazione, di tanta gente un POPOLO. Anche di fronte alle mafie si è trovata un unità di intenti che ha sconfitto il quadro eversivo e il tentativo di svuotare di senso il voto degli italiani. Anni bui abbiamo attraversato, con chiari e scuri, con Eroi e traditori, ma con una sola casa del popolo italiano. Pur nella stagione di "Gladio", della Prima Repubblica che tentava di innovarsi, mentre la corruzione dilagava, l'idea che l'Italia di Mazzini e Garibaldi era sempre l'Italia di tutti gli italiani, dall'Isola dei conigli fino alle vette candide delle Alpi, faceva si che si sviluppasse una forte coesione sociale che produceva gli anticorpi necessari a fermare le epidemie devastanti che minano ogni democrazia (non dobbiamo scordare che la nostra Democrazia è relativamente giovane). Oggi quegli anticorpi che si univano nel momento del bisogno sono diventati, essi stessi, malattie croniche. Spaccano l'Italia in mille rivoli di Anti e Contro distruggendo qualsiasi cosa e snaturando il senso di tante giuste rivendicazioni e lotte sociali per l'emancipazione o per lo sviluppo economico. In questo clima esasperato e malato è naufragata un intera classe politica. Alla fine il "cavaliere" come il comandante Schettino si è fatto calre fuori dalla nave e se ne è fregato di quello che aveva comportato restare al comando senza saper governare. Ha pensato piuttosto a salvarsi lui e a passare il testimone a qualcuno che gli coprisse la ritirata. Questo è successo. Ora abbiamo un premier serio e rispettato che ha l'ingrato compito di risollevare la nave arenata e rimetterla in condizioni di navigare, tutelando il suo "benefattore" e le Banche, la vera piaga del sistema economico italiano. Si trova ad agire in un Italia spezzata in due o tre o quattro a seconda dei privilegi di casta e senza un organica solidarietà sociale che anni di berlusconismo hanno ammazzato e che ora si invoca come se questa potesse servire adesso a far bere agli italiani, quelli onesti, perchè i furbi sono già al sicuro con il cavaliere nella scialuppa calata in mare, l'amara medicina del risanamento economico senza una vera giustizia e equità sociale. Non è così che si lavora per l'Italia e non è un Governo Tecnico, per quanto autorevole, che può realizzare un nuovo clima di giustizia ed equità sociale. Se lo volesse fare Monti dovrebbe togliere ad EQUITALIA e alle BANCHE ITALIANE i privilegi che hanno permesso loro di impoverire ancora di più e senza limiti o possibilità di censure gli ITALIANI. Ma questo, statene sicuri, Monti non lo farà mai. Perchè? Perchè è un tecnico di parte e non un politico eletto dal popolo italiano.
Ugo Arioti

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