venerdì 30 marzo 2012

L'avvento del fascismo in Sicilia e la spaccatura democratici-liberali nel blocco di potere siciliano


Storia della Sicilia ( piccoli tasselli) a cura della redazione Secem


Sicilia libera! Al sorgere del fascismo la classe agraria siciliana si spacca. L'ala «democratica» di Finocchiaro Aprile come alternativa provò a cavalcare la tigre della protesta sicilianista.

All’interno degli agrari siciliani si verifica, allora, una netta spaccatura. Infatti, l’ala "democratica", facente capo ad Andrea Finocchiaro Aprile, che comprendeva anche il barone Lucio Tasca, Calogero Vizzini e numerosi latifondisti e notabili, come alternativa ad una alleanza col fascismo provò a cavalcare la tigre della protesta sicilianista contro lo Stato accentratore. L’ala "liberale", invece, che faceva capo a Vittorio Emanuele Orlando, decise di provare a utilizzare il fascismo contro il "pericolo rosso", nell’intento di costringerlo a una trattativa informale con i titolari dei grandi interessi siciliani, che si sarebbe dovuta concludere col riconoscimento e la tutela di quella specie di autonomia di fatto del sistema di potere isolano, alla quale già i precedenti governi, da Giolitti in poi, si erano adattati.

Benito Mussolini, inizialmente incerto sull’atteggiamento da tenere nei confronti della mafia, appena consolidato il regime, decise che il fascismo non poteva tollerare la presenza di altri poteri. Inviò, quindi, nell’isola il prefetto Cesari Mori, nominato comandante supremo di tutte le istituzioni statali in quella Regione. Chi era quest’uomo, che, nell’arco di pochi anni, sarebbe passato alla storia come "il prefetto di ferro"? Nacque a Pavia il 1° gennaio 1872, ma subito dopo fu abbandonato sulla "ruota" del brefotrofio cittadino. Rimase lì fino all’età di sette anni, quando venne riconosciuto dai suoi genitori, l’ing. Felice Mori e la moglie Rachele Pizzamiglio.

Nel 1898 vinse il concorso in Polizia, dove iniziò una carriera brillante. Dal 1904 al 1914 fu commissario di polizia a Castelvetrano, in provincia di Trapani, nel 1916 a Palermo e dal maggio 1924 all’autunno 1925 prefetto di Trapani. In quegli anni, quindi, Mori ebbe modo di conoscere bene sia la mafia che il brigantaggio e la differenza notevole che esisteva tra i due fenomeni.

La decisione di Mussolini di mandarlo a Palermo con pieni poteri provocò il passaggio all’opposizione di Vittorio Emanuele Orlando e dei suoi "amici". Nella sua nuova avventura siciliana, iniziata nell’ottobre 1925, Cesare Mori mise a frutto le sue precedenti esperienze, iniziando l’attacco al brigantaggio con l’assedio di Ganci, roccaforte di pericolose e feroci bande armate, che in poche settimane riuscì ad assicurare alla giustizia. Poi attaccò con decisione la mafia, procedendo alle famose "retate", sulla base di "schede" monografiche - messe a punto dalle prefetture - sui vari comuni ad alta densità mafiosa della Sicilia occidentale. L’obiettivo dichiarato fu quello di dare attuazione alla famosa «Ordinanza per ristabilire la sicurezza pubblica nelle campagne», da lui emanata il 5 gennaio 1925. L’ordinanza, scrive ancora Marino, "imponeva ai proprietari terrieri di licenziare tutti i guardiani e i collaboratori, i campieri, i sovrastanti e i curatoli che risultassero in qualche modo compromessi con la legge e di non nominarne altri in futuro senza l’autorizzazione degli organi di polizia; intimava di rifiutare il pagamento di taglie o di tributi in genere richiesti dalla mafia e di ricorrere per la tutela della sicurezza propria e dei propri averi soltanto agli organi statali di difesa sociale; imponeva a tutti una costante reperibilità, prevedendo l’arresto per chiunque fosse stato sorpreso in atteggiamento sospetto fuori dai luoghi abitati del proprio Comune o anche nell’abitato se di notte".

Per Mori cominciò una stagione di trionfi e la sua fama varcò subito i confini nazionali, anche perché imparò a curare molto bene la sua immagine e a tenere stretti rapporti con la stampa.

Ergo MUSSOLINI «LICENZIA» MORI CON UN TELEGRAMMA
(Il fascismo non tollera altri poteri)

Redazione Secem

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