giovedì 8 marzo 2012

MODELLI DI INTERSCAMBIO CULTURALE (Appunti dal Diario della SECEM) Daniela La Brocca

Abbiamo pensato di fare la cosa giusta recuperando pezzi della storia di questa A.C. SECEM nata nel 2008 a Marsala. questo è un primo estratto di interventi e scritti realizzati nel 2008 durante la settimana dell'Interscambio culturale " L'ELZEVIRO 2008" realizzata a Petrosino (TP) dalla Scuola di Ecologia Culturale Euro Mediterranea - Daniela La Brocca.

CONVEGNO DELL’ELZEVIRO 2008 - L’ETICA GLOBALE CONDIVISA E I MODELLI DI INTERSCAMBIO CULTURALE NELL’AREA EURO MEDITERRANEA-LUNEDI' 28 APRILE 2008 AL BAGLIO BASILE (Petrosino prov. di Trapani) LA SECEM HA REALIZZATO IL PRIMO CONVEGNO DELL'ELZEVIRO
RELATORI: Sen. Habib Mastouri della Repubblica Tunisina, Padre Antonino Raspanti Preside Facoltà Teologica Siciliana, il Ch. mo Prof. Aurelio Rigoli ( presidente Centro Internazionale Etnostoria), il Prof. Francesco Silvestri fondatore Prima scuola di Ecologia Culturale, il Prof. Vincenzo Porcasi dell'Università di Trieste, il prof. Liborio Furco dell'Università di Trapani, la Prof.ssa Maria Pia Pellegrino della FIDAPA di Marsala, la Dott.ssa Antonella Genna della FIDAPA di Marsala, l'arch. Ugo Arioti della Scuola Ecologia Culturale Euro Mediterranea e il Dott. Biagio Valenti Sindaco di Petrosino.
Ugo Arioti : Bisogna costruire un nuovo, solidale e concreto, partenariato tra le due sponde del Canale di Sicilia per riscoprire le radici comuni e creare una cultura di pace euro mediterranea- Un ponte tra Sicilia e Tunisia.
la Scuola di Ecologia Culturale Euro Mediterranea (SECEM) ha questo carattere nel suo stesso scopo fin dalla prima idea che ha costruito l’Associazione Culturale.
 “Abito in una città il cui nome, di origine araba, significa Porto di … , viaggio in una Sicilia che in tutti i suoi luoghi ricorda le grandi trasformazioni agrarie ed architettoniche arabe e ho il privilegio di godere del tratto comune di due culture che hanno lasciato un segno nelle nostre coscienze e che io amo unificare in un solo titolo quello della Madre Arabo-Normanna, come dire Il Mediterraneo e la Mittel-Europa insieme. Sono siciliano e per questa ragione anche arabo ed europeo”.
La Tunisia di oggi è nata dalla visione laica e personale di un giovane avvocato, Bourguiba, sotto la sua presidenza, dagli anni ’60 in poi, si avvia ad un vasto piano di riforme destinate a innescare la sovranità nazionale e a modernizzare la società tunisina, attraverso la diffusione dell'insegnamento e la promulgazione del (Codice dello statuto personale). Con il nuovo codice venne molto ridimensionato il potere dei capi religiosi, pur restando l'Islam la religione di Stato (il presidente della Repubblica deve essere di religione musulmana). Le donne ebbero accesso ad uno status assolutamente inusitato per il mondo arabo (divieto della poligamia, sostituzione del divorzio al ripudio, legalizzazione dell'aborto). Tunisi diventa per l'Europa e l’Occidente uno stato moderato e laico che può svolgere un importante ruolo di mediatore nel mondo arabo. Dalla traccia dei miei ricordi torno al 1988 quando andai per la prima volta in Tunisia. Aeroporto di Tunisi dove si usavano ancora grossi schermi di lamiera ondulata per evitare che qualche pilota distratto potesse oltrepassare il limite della pista e finire dentro la hall dell’aerostazione. L’impatto con la realtà vissuta da chi va per svolgere una attività di rilievo dei luoghi, verifica di fattibilità e programmazione di interventi per la realizzazioni di alberghi in Nord-Africa, materia che presuppone anche il contatto con la classe burocratica e amministrativa del Paese, è quello di una strana e lenta visione della vita, come se questa fosse stata stralciata per parti e poi riassemblata come la moquette dell’Hotel International sul corso Bourguiba dove presi alloggio, in maniera imprecisa, tale da lasciare squarci di sottopavimentazione a nudo. Fino a quel momento la mia visione dei tunisini e della Tunisia era quella filtrata dai miei ricordi scolastici. L’Emirato arabo e la stagione di incrocio nell’anima della Sicilia e dei siciliani della cultura e del patrimonio culturale, scientifico, ingegneristico e architettonico arabo con la spada dei Conti normanni e poi con lo splendore dell’impero federiciano. L’altra faccia di questa mia scolastica riconoscenza del tema è sempre stata immersa, per mimesi stilistica, nelle stesse tonalità e tecniche di rappresentazione usate da un grande siciliano, Leonardo Sciascia, nel suo magnifico: Consiglio d’Egitto, dove il contrasto tra l’ombra buia della menzogna in cui si svolge la Storia diviene la luce razionale delle idee. Dai ricordi e dai frammenti alla verità di una nazione che, pur giovane e immaginata nel mediato modello occidentale cullato dal giovane Bourguiba al quale si allinea Ben Ali, Il Consiglio occidentale dell’Alta Africa libera, è sempre, in radice, uno Stato orgoglioso e cosciente del suo, pur debole, ma importante per la carica laica che comprende, primato all’interno nel mondo arabo e nel contesto Euro-Mediterraneo. Il mio cammino all’interno del mondo arabo in Tunisia ha avuto anche tappe di grande importanza simbolica e di scambio culturale con rappresentanti di un ceto imprenditoriale, ancora legato al modus agendi degli uomini di fede islamica, commercianti e ospitali, ma gelosi e attentissimi al comportamento amicale dell’ospite. La mia patria siciliana è intrusa con l’intimismo arabo e quindi la costante comportamentale della gente nordafricana non è per me un difetto problematico, anzi un patrimonio genetico comune, una fratellanza attiva e ancora viva. Oggi, ho l’immagine di due realtà, se guardo alla Tunisia e al suo popolo. Una è quella di un Paese che è orgoglioso delle sue radici, che progressivamente si sta conquistando un ruolo nel dialogo interreligioso e intermediterraneo, l’altra è quella degli emigrati. Penso a città come Mazara del Vallo, la città siciliana della pesca e delle flotte tra le più grandi del mediterraneo, dove si parla la lingua araba nei quartieri del centro storico, anche se l’integrazione socio politica di questi pescatori, commercianti e lavoratori non è la stessa delle maestranze arabe che nel 1100 costituivano il patrimonio stesso della Cultura Materiale della Sicilia. Oggi i problemi del confronto sono gravati da un filo antistorico che frammenta e mortifica il dialogo tra queste due sponde. Nel mezzo chi ha bisogno di lavorare “E’ titolo più grande di gloria uccidere la guerra con il dialogo, anziché uccidere gli uomini con la spada, e procurare o mantenere la pace con la pace e non già con la guerra”: Sant’Agostino lettera 229. I caratteri comuni delle genti del mediterraneo e la millenarista cultura dei popoli che si affacciano sul mare nostrum dovrebbe essere il punto di partenza per la realizzazione, sulla base di un Etica comune e condivisa, di una scuola di pensiero ecologica e democratica che porti la Tunisia, come la Sicilia e gli altri paesi di questa culla di civiltà a realizzare un progresso sostenibile e più profondo che si possa sviluppare nel segno della pace. L’Italia e la Sicilia in particolare hanno un importante ruolo nel consolidamento del partenariato euro mediterraneo per la necessità di instaurare nel bacino del Mediterraneo un'era di pace e sicurezza, fondata sulla solidarietà economica, umana e politica. E’ sotto gli occhi di tutti un sensibile aumento della consistenza e della varietà della cooperazione bilaterale Italo -Tunisina. L’Italia è il secondo partner della Tunisia per gli scambi commerciali e per il flusso degli investimenti. Un contributo dell'Italia e della Sicilia per la modernizzazione della Tunisia si porrebbe in un ambito forte e solidale e potrebbe conoscere nuove frontiere. Per il popolo e il Governo Tunisino - l'Italia rappresenta la principale soglia d'accesso all'Unione Europea. Un percorso da consolidare, nel quale la Sicilia può avere un ruolo fondamentale. Gli Operatori culturali ed economici delle due sponde del Canale di Sicilia potranno svolgere, con la loro sensibilità ed i loro consigli, una preziosa opera di orientamento. Il partenariato siculo tunisino trae la sua forza dalla Storia, basato su di una lunga storia comune e rispetto reciproco ed appare come il migliore strumento per il raggiungimento di quel dialogo interculturale fondamentale per creare un ambito di pace capace di dare impulso e vitalità al dibattito interculturale e intereligioso che sta alla base di una pace solida e di uno sviluppo armonico delle culture delle due sponde del canale di Sicilia, baricentro dell’area Euro Mediterranea. In questo partenariato culturale tra i paesi dell’area mediterranea si inserisce con ragione la “SCUOLA DI ECOLOGIA CULTURALE EURO MEDITERRANEA”
L'ETICA CONDIVISA NEL MARE NOSTRUM, CULLA DI TUTTE LE CIVILTA' MODERNE (il senso della SCUOLA DI ECOLOGIA CULTURALE EURO MEDITERRANEA  ( prof. Liborio Furco)
Etica Condivisa è, in senso lato, una provocazione e un limite non limite del discorso. Serve creare dei ponti sulle comunanze e sulle necessità dei popoli attuando una governances possibile, trovando sovrapposizioni tra i valori comuni delle tre grandi religioni monoteistiche. Le radici comuni ci sono e sono nella FILOSOFIA GRECA. E' in questo incontro e non egemonizzazione dell'una sull'altra, il seme di un confronto razionale ed sinceramente e genuinamente etico sugli scambi possibili che rendono l’area euro mediterranea non solo un AREA DI LIBERO SCAMBIO ECONOMICO, ma soprattutto CULTURALEQuesto è il senso della SCUOLA DI ECOLOGIA CULTURALE EURO MEDITERRANEA.


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