Bellezza e carattere - Elisabetta
Gonzaga duchessa d’Urbino (1471-1526)
La storia al femminile mi ha sempre attratto. Elisabetta
Gonzaga, pulchra essentiam nobilitate, nel febbraio del 1488, dopo un viaggio
di ben 9 giorni e ricco di peripezie, mancante di confort come noi li possiamo
intendere oggi per Signore di un certo Rango, sposa in Urbino, ahi lei,
Guidubaldo da Montefeltro, affettuosissimo e splendido nei suoi confronti, ma
impotente. Tra vari rinvii e peripezie Elisabetta vive la sua vita di vedova
bianca incompresa e mal sopportata dai nuovi parenti urbinati fino a chè, nel giugno 1489, il fratello le mandò
un certo "Gaspare siciliano cantore", per distrarla: la musica era
tra le arti predilette di Elisabetta, e lei stessa cantava e suonava. Così la
Sicilia prese l’anima della duchessa d’Urbino, ma nulla potè contro la sua fede
di sposa! Stette sempre accanto, anche nei momenti più disperati, al suo Guidubaldo, pur mantenendo la sua fiera
indipendenza! Poeti e musicisti l’amaron,o come lei desiderava e si compiaceva. Le
malattie la fiaccarono, ma non la piegarono, mai. Il 16 genn. 1502 Elisabetta
accolse a Gubbio il corteo nuziale di Lucrezia Borgia, la donna dei
veleni! Con il Borgia Papa era andata a Roma per intercedere per la liberazione
di Guidubaldo, prigioniero degli Orsini. Elisabetta,
soffriva tremendamente il caldo, così nel 1502 con l’amica Isabella cercarono
sollievo nel palazzo di Porto Mantovano e fu là che le raggiunse, pochi giorni
dopo, Guidubaldo, sorpreso a tradimento dal Valentino e costretto a fuggire da
Urbino. Il papa e lo stesso Valentino avanzarono allora l'idea di sciogliere il
matrimonio, che si sapeva non consumato, tra Elisabetta e Guidubaldo, di far
prete il duca e di far risposare la duchessa.
Ma Elisabetta, con forza, oppose un netto rifiuto e nel
settembre, i duchi d'Urbino, scapparono da Mantova e ripararono a Venezia. Elisabetta aveva deciso
di seguire la sorte del marito anche "se
dovessino morire a uno hospitale". I duchi d’Urbino, adottarono un
figlio e nel febbraio 1505 venne stipulato il
contratto matrimoniale tra il figlio adottivo, Francesco Maria Della Rovere, ed
Eleonora Gonzaga. Guidubaldo, capitano d’arme per lo Stato Pontificio
post Borgia è spesso fuori Urbino ed Elisabetta tiene il governo della città
dimostrando grandi doti di saggezza e polso. Nella primavera del 1508
Guidubaldo si ammalò. I medici decisero di portarlo a Fossombrone, ma, appena
in cammino, le sue condizioni si aggravarono. Elisabetta avrebbe voluto riportarlo
indietro, ma il duca insistette per proseguire. Il papa, informato dalla
duchessa, inviò il suo medico Arcangelo da Siena e Federico Fregoso, ma
arrivarono tardi: l'11 aprile Guidubaldo morì. Pietro Bembo descrive Elisabetta provatissima e prostrata e il Capilupi, a Urbino con Giovanni Gonzaga per i
funerali che si svolsero il 2 maggio, riferì del contegno esemplare nel dolore
di Elisabetta e della sua consolazione nel vedere il nuovo duca starle accanto
"cum reverentia da figliolo et da servitore". Nell'ottobre
1525 Elisabetta si ammalò e il 31 gennaio del 1526, mentre Francesco Maria ed
Eleonora si trovavano nel Veronese, Elisabetta morì a Urbino.
I
contemporanei la dissero unanimemente bella: il ritratto di lei conservato agli
Uffizi mostra una donna dai tratti regolari, dalla fronte altissima su
cui risaltava quella "esse" motivo di discussione nel Cortegiano e con un'impronta di gravità e mitezza insieme.
Ugo Arioti
di Sant’Ermete
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