sabato 20 dicembre 2014

La Storia al femminile - Elisabetta Gonzaga duchessa di Urbino di Ugo Arioti

Bellezza e carattere - Elisabetta Gonzaga duchessa d’Urbino (1471-1526)


La storia al femminile mi ha sempre attratto. Elisabetta Gonzaga, pulchra essentiam nobilitate, nel febbraio del 1488, dopo un viaggio di ben 9 giorni e ricco di peripezie, mancante di confort come noi li possiamo intendere oggi per Signore di un certo Rango, sposa in Urbino, ahi lei, Guidubaldo da Montefeltro,  affettuosissimo e splendido nei suoi confronti, ma impotente. Tra vari rinvii e peripezie Elisabetta vive la sua vita di vedova bianca incompresa e mal sopportata dai nuovi parenti urbinati fino a chè, nel giugno 1489, il fratello le mandò un certo "Gaspare siciliano cantore", per distrarla: la musica era tra le arti predilette di Elisabetta, e lei stessa cantava e suonava. Così la Sicilia prese l’anima della duchessa d’Urbino, ma nulla potè contro la sua fede di sposa! Stette sempre accanto, anche nei momenti più disperati, al suo Guidubaldo, pur mantenendo la sua  fiera indipendenza! Poeti e musicisti l’amaron,o come lei desiderava e si compiaceva. Le malattie la fiaccarono, ma non la piegarono, mai. Il 16 genn. 1502 Elisabetta accolse a Gubbio il corteo nuziale di Lucrezia Borgia, la donna dei veleni! Con il Borgia Papa era andata a Roma per intercedere per la liberazione di Guidubaldo, prigioniero degli Orsini. Elisabetta, soffriva tremendamente il caldo, così nel 1502 con l’amica Isabella cercarono sollievo nel palazzo di Porto Mantovano e fu là che le raggiunse, pochi giorni dopo, Guidubaldo, sorpreso a tradimento dal Valentino e costretto a fuggire da Urbino. Il papa e lo stesso Valentino avanzarono allora l'idea di sciogliere il matrimonio, che si sapeva non consumato, tra Elisabetta e Guidubaldo, di far prete il duca e di far risposare la duchessa.
Ma Elisabetta, con forza, oppose un netto rifiuto e nel settembre, i duchi d'Urbino, scapparono da Mantova e ripararono a Venezia. Elisabetta aveva deciso di seguire la sorte del marito anche "se dovessino morire a uno hospitale". I duchi d’Urbino, adottarono un figlio e nel febbraio 1505 venne stipulato il contratto matrimoniale tra il figlio adottivo, Francesco Maria Della Rovere, ed Eleonora Gonzaga. Guidubaldo, capitano d’arme per lo Stato Pontificio post Borgia è spesso fuori Urbino ed Elisabetta tiene il governo della città dimostrando grandi doti di saggezza e polso. Nella primavera del 1508 Guidubaldo si ammalò. I medici decisero di portarlo a Fossombrone, ma, appena in cammino, le sue condizioni si aggravarono. Elisabetta avrebbe voluto riportarlo indietro, ma il duca insistette per proseguire. Il papa, informato dalla duchessa, inviò il suo medico Arcangelo da Siena e Federico Fregoso, ma arrivarono tardi: l'11 aprile Guidubaldo morì. Pietro Bembo descrive Elisabetta provatissima e prostrata e il Capilupi, a Urbino con Giovanni Gonzaga per i funerali che si svolsero il 2 maggio, riferì del contegno esemplare nel dolore di Elisabetta e della sua consolazione nel vedere il nuovo duca starle accanto "cum reverentia da figliolo et da servitore". Nell'ottobre 1525 Elisabetta si ammalò e il 31 gennaio del 1526, mentre Francesco Maria ed Eleonora si trovavano nel Veronese, Elisabetta morì a Urbino.
 I contemporanei la dissero unanimemente bella: il ritratto di lei conservato agli Uffizi  mostra una donna dai tratti regolari, dalla fronte altissima su cui risaltava quella "esse" motivo di discussione nel Cortegiano e con un'impronta di gravità e mitezza insieme.

Ugo Arioti di Sant’Ermete

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