MOVIMENTI DI
LIBERAZIONE DEL NOVECENTO
Il Novecento, con la rivoluzione industriale, che sviluppa
un modello di società egotistica e relativista, mette in evidenza, come
anticorpi di una società appiattita sulla “PRODUZIONE per la PRODUZIONE”, i
movimenti di liberazione e tra questi uno dei più importanti è certamente
quello FEMMINISTA. Vogliamo fare un viaggio intorno a questa Galassia che ha
inglobato, nel suo sviluppo libertario, anche posizioni radicali o
conservatrici. Partiamo da un articolo interessante e molto illuminante di Edda
Billi che racconta il Femminismo oggi.
Ugo Arioti
Controrivoluzione
e femministicidio
La strada è sempre in salita ma, in un mondo di nati di
donna, è ormai il tempo di dire: "Il corpo (politico) è mio e lo gestisco
io".
Edda Billi
Sono passati
40 anni dal mio incontro con il Femminismo.
Dopo i
giorni dell'ira quelli della presa di coscienza poiché sapersi soggetto in un
mondo che ti aveva sempre cancellata fu la scoperta più travolgente, più
intrigante e definitiva, non più inglobata in un maschile totalitario ma libera
finalmente dalle strettoie di un sesso secondo.
Non più utopia che cresce nella negazione ma realtà che occupa spazi e territori sconosciuti, in cui esisti per te, con le altre, per andare oltre. In agguato, da subito, l'omologazione ad un mondo maschile che pretendeva di impedire l'accadimento principe: esistere non più perché riconosciuta dall'altro ma per sé così da cambiare anche la nostra vita e con la nostra quella di tutti.
Non più utopia che cresce nella negazione ma realtà che occupa spazi e territori sconosciuti, in cui esisti per te, con le altre, per andare oltre. In agguato, da subito, l'omologazione ad un mondo maschile che pretendeva di impedire l'accadimento principe: esistere non più perché riconosciuta dall'altro ma per sé così da cambiare anche la nostra vita e con la nostra quella di tutti.
Omologazione:
alibi feroce poiché amiamo il nostro nemico e non abbiamo saputo impedire che
si consumasse quello che io chiamo "FEMMINISTICIDIO".
Anche da
parte di alcune donne (troppe?) perché troppo succube e troppo dipendenti.
Continuare a
delegare la nostra libertà all'altro permettendogli di "riconoscerci"
è stato l'errore più grande.
Potevamo
essere noi donne, con le nostre istanze di cambiamento, l'ago della bilancia
anche di questa situazione italiana invece mai e poi mai abbiamo capito che
prendersi in mano significava unirsi in una forza che avrebbe finalmente
contrastato questo pernicioso patriarcato che sembra morente ma che morde più
di prima.
Di là
Moebius passeggia sornione con il suo libro "L'inferiorità mentale della
donna" mentre sulla terra si alternano, senza soluzione di continuità,
"padri-padroni".
Avverto
tutto questo nei consessi separatisti degli uomini - perché tali sono - sia
nelle chiese, sia nei parlamenti e ancora in troppe case. Le donne sono
l'alibi, ormai usurato, per le loro eterne presenze che hanno potere e che
quindi davvero contano.
Ma non tutte le speranze sono finite e tutto non è perduto: abbiamo arato e seminato e certamente qualcosa sta germogliando.
Ma non tutte le speranze sono finite e tutto non è perduto: abbiamo arato e seminato e certamente qualcosa sta germogliando.
Piccoli
accenni, anche nelle piazze piene di "basta", ma con una
"controrivoluzione" sempre in agguato.
Io non mi
illudo: la strada è tutta in salita perché 40 anni contro 4 secoli sono troppo
pochi ma se sapremo camminare insieme, senza divisioni, forse riusciremo a
contare nel mondo, dato che il mondo è tutto "nato di donna". Si
diceva: "il corpo è mio e me lo gestisco io"; oggi dovremmo ripeterlo
con l'aggiunta di un aggettivo qualificativo: "IL CORPO POLITICO E' MIO E
ME LO GESTISCO IO".
molte cose sono cambiate dal momento che le "streghe son tornate" e temo proprio che continuano a crederci a a volerci STREGHE per poterci usare e poi mettere al rogo se qualcosa va male....sono pessimista? Comunque grazie Ugo per aver cominciato e spero continui a parlare di questa RIVOLUZIONE. (Mafalda)
RispondiEliminanon c'è dubbio che viviamo in una società umana occidentale egotistica e consumistica che vive di superficie e non di sostanza. In questo tipo di consorzio umano è difficile far emergere una voce femminile perchè viene sovrastata e cancellata da milioni di fughe centrifughe inutili in avanti o indietro che fanno dimenticare o addirittura cancellano, appiattendo tutto a un unicoo discorso asessuato,i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà.
RispondiElimina