Takahiro
Hara avanguardie dell’esplorazione etnoantropologica pittorica
giapponese (
Ugo Arioti)
“Quando ho scoperto questo giovane pittore
giapponese, classe 1971, sono rimasto incantato dalle sue superfici sobrie,
bellissime, fresche e neutre. Mi piace il suo sguardo rigoroso sulla realtà, le
sue scelte minimaliste, voglio che lo conosciate anche voi.” Ho letto su
di lui in un post dedicato da GRAFITE al pittore che mi ha suggestionato e colpito
per la severità dell’espressione, per l’antichità e la rigorosità della sua
scrittura pittorica. Una cifra importante che guarda dentro l’essere umano
senza sconti o sottomissioni. Triste e melanconica rassegna dell’insostenibile
leggerezza dell’essere. Ha studiato i pittori fiamminghi e ne utilizza le
tecniche con grande delicatezza e con acuta introspezione.
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