Europa
Il nome
Europa deriva probabilmente dall'assiro Ereb (Greco Antico: Ἔρεβος - Tenebre) e avrebbe il significato di
"Terra del buio"; infatti per le civiltà orientali il territorio europeo
si trovava a occidente, dove tramontava il sole.
Il toponimo Europa
invece viene da una figura della mitologia greca: Europa era la figlia di
Agenore re di Tiro.
Zeus,
innamoratosi di Europa, decise di rapirla; per non essere riconosciuto si
trasformò in uno splendido toro bianco. Le apparve mentre Europa stava
cogliendo fiori in riva al mare. Notando il toro che le si avvicinava, Europa
inizialmente si spaventò ma il toro si sdraiò ai suoi piedi così Europa si
tranquillizzò. Vedendo che si lasciava accarezzare, Europa salì sulla groppa
del toro, che subito si gettò in mare e la condusse fino a Creta. Zeus le
apparve nelle sue vere sembianze e le rivelò il suo amore.
Dall'unione
di Zeus ed Europa nacquero tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamanto.
Il primogenito Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre bagnate dal Mar Mediterraneo. Un destino di Civiltà e non un territorio di “ Potenti ladri della dignità umana”, luogo che oggi potrebbe meglio definire il “vecchio continente”. Perché? È sotto i vostri occhi, non si è CREATA L’EUROPA DEI POPOLI DI CUI DIO SI INNAMMORA, MA UN TERRENO DI DOMINIO DEI POTENTATI ECONOMICI ANGLO-TEDESCO-EBREI. Tutto si fonda su una MONETA UNICA e non su una CONDIVISIONE CULTURALE e sulla consapevolezza che il più forte deve aiutare il più debole a crescere non a morire. Abbiamo raccolto su questo importantissimo tema alcuni autorevoli pensieri e ve li proponiamo per una riflessione sulla “NAZIONE EUROPEA” che vogliamo!
Il primogenito Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre bagnate dal Mar Mediterraneo. Un destino di Civiltà e non un territorio di “ Potenti ladri della dignità umana”, luogo che oggi potrebbe meglio definire il “vecchio continente”. Perché? È sotto i vostri occhi, non si è CREATA L’EUROPA DEI POPOLI DI CUI DIO SI INNAMMORA, MA UN TERRENO DI DOMINIO DEI POTENTATI ECONOMICI ANGLO-TEDESCO-EBREI. Tutto si fonda su una MONETA UNICA e non su una CONDIVISIONE CULTURALE e sulla consapevolezza che il più forte deve aiutare il più debole a crescere non a morire. Abbiamo raccolto su questo importantissimo tema alcuni autorevoli pensieri e ve li proponiamo per una riflessione sulla “NAZIONE EUROPEA” che vogliamo!
Ugo Arioti
Equità sociale condivisa - «Una moneta unica
non è un buon modo per iniziare a unire l'Europa. I punti deboli economici
portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un
effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono
l'ultima cosa di cui ha bisogno l'Europa. Chi scrisse il Manifesto di
Ventotene combatteva per l'unità dell'Europa, con alla base un'equità
sociale condivisa, non una moneta unica». – Amartya Sen
Le riforme si fanno
meglio senza austerità. - «L'Europa ha bisogno di riforme:
pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno fatte, soprattutto in
Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno niente a che fare con
l'austerità, con tagli indiscriminati. È come se avessi bisogno di aspirina ma
il medico decide di darmela solo abbinata a una dose di veleno: o quella o
niente. No, le riforme si fanno meglio senza austerità, le due cose vanno
separate». – Amartya Sen
Ricordate l’austerità
per la riunificazione tedesca? - «Allora l'austerità fu necessaria. Ma
attenzione, fu un'austerità fatta pagare a chi stava meglio, alla Germania
occidentale. Oggi, al contrario, la si applica ai Paesi messi peggio». – Amartya
Sen
Non rischia una fuga
in avanti?
- «No, se si riconosce che l'Europa sia in una situazione insostenibile.
Prendiamo l'esempio dell'Unione bancaria, decisa più di un anno fa. Ancora non
ci siamo, perché la governance non funziona e quindi non possono
funzionarne le politiche. Il tempo non è elemento marginale: una cosa che va
bene ora, non funzionerà tra cinque anni quando il mondo sarà andato da
un'altra parte. La tesi secondo cui austerità e tagli da soli avrebbero portato
alla crescita, a trattati vigenti viene smentita da tutte le parti... I costi
economici sono alti (per tutti, compresa prossimamente la Germania) e a questi
si aggiungono quelli politici, perché assistiamo allo sviluppo di populismi ed
euroscetticismi che assumono dimensioni preoccupanti, trasformandosi poi in
nazionalismo e razzismo, da cui la nostra Storia ci mette in guardia.» – Emma
Bonino
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