Fabiana uccisa dal fidanzato perché si era rifiutata d’avere un rapporto sessuale con lui. Le ha dato fuoco nonostante lei supplicasse di non farlo …. Ma dove viviamo, in che secolo viviamo? In che Paese viviamo? Siamo nel Paese del bunga bunga! Del Premier che fa prostituire minorenni per il suo piacere e di politici che si comportano come LADRI di coscienze e di principi morali. Stiamo dando voce ad una grande campagna contro il FEMMINICIDIO e un ragazzo, uno studente di 17 anni ammazza a sangue freddo e senza alcuno scrupolo di coscienza una ragazzina di 16 anni perché non è consenziente con i suoi sfoghi testosteronici? Ma dove è cresciuto e in che famiglia e in che società l’ASSASSINO? È da folli, non c’è altra retorica giustificazione del fatto. Vogliamo continuare ad alimentare questa cultura mafiosa? Pare di si. Ormai in Italia siamo tornati indietro di secoli, siamo alla penisola dei “pappa” dei Consoli della Finanza creativa e dei politici che si vestono da "Fonzie"
per accattivarsi non so quali frange di elettorato. E in questo paese “cattolico” per convenienza e per ragioni non meglio definite dalla Storia ufficiale si porta agli altari un martire della mafia Don Pino Puglisi e si raccolgono intorno ai sacerdoti poche migliaia di persone, più curiosi che professanti. Dove stiamo andando? Cosa potrà mai fermare questo inesorabile declino?
“L'ha bruciata quando ancora era viva. D.M., 17 anni, ha ammesso di aver prima accoltellato Fabiana e poi di averla cosparsa di benzina e quindi, mentre lei pregava di non farlo, le ha dato fuoco.” In quale videogame aveva potuto vedere e imparare questa scena di cinica follia? Quale avvenire ha lui, la sua generazione e la società in cui vive, la nostra. Martin Luther King diceva sempre non ho paura dei DISONESTI, dei DELINQUENTI, ma del SILENZIO DEGLI ONESTI. Vediamo allora se da questa allucinante storia la Calabria e l’Italia sapranno trarre la forza per far sentire UNA VOCE ONESTA SU TUTTE: VOGLIAMO UNA SOCIETA’ DI UGUALI E LIBERA DALLA VIOLENZA.
dovremmo fare come in India: Pena di Morte.
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