lunedì 9 dicembre 2013

A Cunnutta ovvero l'amore è una festa ( dal nuovo romanzo di Ugo Arioti@2013)


Era la terza domenica di maggio del 1972 a Mezzojuso, paese dell’entroterra palermitano, dove convivono due comunità cristiane, quella ortodossa greca e quella cattolica romana, il giorno della fiera del SS Crocifisso. Si stava preparando la sfilata delle cavalcature. Cavalieri in costume e cavalcature riccamente bardate stavano per entrare nel vivo della festa della “cunnutta”.

Giovanni Giovannelli, orfanello cresciuto nel Convento di Santa Maria degli Angeli nel bosco, si avviava lentamente, con passo sicuro e attento, per la stretta e pietrosa viuzza acciottolata che conduce in Piazza. Con lui tutta la parentela stretta e un cugino acquisito: Don Ugo de Bartoli, ricco possidente liberale che era stato compagno di giochi e poi, spuntando dal nulla, capoufficio di Giovanni. Amico di famiglia e ammiratore e tifoso, per tutti solo un grande amico, delle grazie di Donna Mariuccia, moglie del suo sottoposto, femmina sensuale, alta e prosperosa che amava mettere in evidenza le sue doti e il suo balcone che, per virtù naturale, si contrapponeva, giustappunto, a un lato  “b” generoso e invitante. Giovanni, uomo semplice e generoso, rideva di chi gli sussurrava all’orecchio che il suo capoufficio posava troppo lo sguardo sulle avvenenti curve della sua Signora. “ Finitela, quello è un amico:” Ripeteva e aggiungeva: “ Voi parlate per invidia! Siete cotti come salami affumicati. Vi rodete che ho una moglie giovane e bella!”

Era storia di sempre e serviva a creare  quel clima di sontuoso cortile che accomuna tutti gli”schiffarati” che si riuniscono al Bar “della Gesualda”  con gli amici e con la scusa del caffè sparlando mezzo Mondo, quello che non appartiene a loro intimamente.

Ora successe, proprio quel giorno, che Mariuccia, mentre andavano alla festa, si ricordasse che aveva lasciato la lavatrice accesa e che nel forno le patate si potevano incendiare e far prendere fuoco a tutta la casa.

“ Non ti preoccupare, amore mio, vado a casa e spengo forno e lavatrice.” La rassicurò Giovanni, ma quella non pensava solo al forno e alla lavatrice , era ... che aveva lasciato la carne fuori dal frigo e con la finestra aperta e con i gatti che circolano in paese … e la camicia nuova alla finestra, quella che doveva stirare ( quante cose deve fare una mamma e moglie!?!) e ancora ...

“ Tesoro, tu vai con i bambini in piazza e io ritorno  a casa e sistemo tutto. Sono cose di donna. Non voglio che tu ti perda la sfilata dei cavalli! Vai. Vai con i bambini e con il tuo capo!”

Don Ugo allora:- Ma non lo dite nemmeno per sogno, gnora Maiuccia, che con tutta la gente del paese qua in piazza voi tornate da sola a casa per mettere a posto. Non si sa mai. Lo dico per il vostro bene. Giovanni, diglielo pure tu!-

“ Mariuccia mia, Don Ugo ha ragione. Non andare da sola. Magari se Don Ugo, mi acconsente, può venire lui con te! Che dite Don Ugo?” chiese con garbo.

- Certo che acconsento, ma solo a condizione che tua moglie sia d’accordo. Altrimenti posso restare io con i bambini e voi tornate a casa. Che dite Mariuccia?-

“ Beh, non saprei. Tu che dici Giovanni?”

“ Dico che non possiamo lasciare questi due piccoli scalmanati con Don Ugo, tesoro. Vai con lui e ci vediamo al posto dietro la Fontana, in piazza. Vi riservo due sedie. Andate!”
...............................ah! l'amore come è buffo, scanza tutti gli ostacoli e si fa gioco dell'ingenuità!!!!!

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