Il Presepe sul sale al Baglio Basile - Natale 2013 – Petrosino (TP)
L’avventura della realizzazione
del Presepe sul sale, intorno al grande tronco d’ulivo, nella Hall dell’albergo
è iniziata alla fine di Novembre del 2013. La riflessione sull’idea di addobbare
per le feste di Natale l’area di ingresso dell’albergo ci aveva portato a
pensare alle nostre tradizioni, quindi al Presepe. Così ho immediatamente
raccolto la storia del Presepe nell’Isola, storia che dal seicento ad oggi vede
quattro scuole operare nelle tre valli della trinacria secondo classi di
pensiero specifiche e con l’utilizzo delle materie prime prodotte nei
territori: genius loci.
“A
Palermo e nel siracusano, dove l'apicoltura è molto diffusa, fin dal XVI Secolo
si usa la cera per modellare statuine di Gesù Bambino e poi interi presepi. Nel
'800 sono rinomati i "cerari" siracusani che producono presepi interi
o Bambinelli dall'espressione gioiosa o dormienti, recanti nelle mani un
agnellino, un fiore o un frutto e immersi in un tripudio di fiori di carta e
lustrini colorati dentro teche di vetro (scarabattole). A Trapani per la
fattura dei presepi si utilizzano materiali nobili e soprattutto il corallo, da
solo, come in epoca rinascimentale, o insieme all'avorio, alla madreperla,
all'osso, all'alabastro e alle conchiglie, nel periodo barocco e rococò, quando
alla composizione centrale della Natività fanno corona architetture in stile
d'epoca dove si rappresentano scene fantasiose e simboliche. A Caltagirone,
città produttrice di ceramiche fin dal '500, i presepi sono realizzati in
terracotta e rappresentano come cornice alla Natività, scene di vita contadina
e pastorale animate da personaggi tipici di quella civiltà come il pastore che
dorme, lo zampognaro, il venditore di ricotta o il cacciatore. Più in genere
nell'intero territorio isolano ebbe grande diffusione a partire dal '600, il
presepe costruito con la tecnica usata nella produzione di statue d'altare:
statuine in legno rivestite di stoffe immerse in un bagno di colla per renderle
rigide e dai colori brillanti.” [1]
Il luogo era stato,
precedentemente, immaginato e trasformato in un quadro simbolico che lega la
struttura al territorio nel quale è inserita e dal quale trae la sua linfa
vitale. Quindi l’ulivo, elemento che oltre all’olio e alle olive, è figlio
della Madre Terra, legato a riti pagani poi cristianizzati e riuniti nel verbo
unico della Solidarietà, della Famiglie e della Pace e il Sale, riferimento ad
una storia, quella delle lagune marsalesi e trapanesi dove il Sale è lavoro,
forma e sostanza. Sale che serve sia per conservare e per insaporire i cibi che
per creare icone artistiche e pennellate di bianco nel territorio al confine
tra terra, mare e cielo. Un quadro ambientale storicizzato dai fenici ai nostri
giorni. Questi elementi sono diventati i cardini del progetto Presepe sul sale
al Baglio Basile di Petrosino. In primo luogo abbiamo immaginato, proprio sotto
il grande tronco, immersa nel sale come i mulini delle saline, ma con un
duplice significato simbolico che la lega alla cultura del territorio la casa –
stalla col pavimento fatto di paglia, la domus divina e umana che accolse il
bambin Gesù. L’albero diventa madre e tutore di questa collinetta di sale che
degrada verso l’ingresso della Hall come un cumulo nelle saline e che è
contornata di tegole, le stesse che vengono utilizzate per proteggere il sale.
A questo punto bisognava fare la scelta delle figure che “vivono” dentro al
Presepe. Si poteva immaginare di legarlo alla tradizione trapanese e
arricchirlo con personaggi di corallo e avorio, ma questa scelta non
rappresentava il territorio petrosileno, perché sviluppata in una serie di
artigiani e intarsiatori che hanno ragion d’essere nella città di Trapani,
porto e zona di scambi ai piedi del Monte Cofano da dove Erice gettava il suo
sguardo ad occidente. Potevamo pensare al legno e alla stoffa o alla cera, ma
quello che maggiormente ci spingeva era l’idea di una nuova forma, di una nuova
iconografia del Natale cristiano rivista in forma semplice e più fresca, non tradizionale
e immane. Qualcosa che fosse arte e che fosse essa stessa simbolica di un
territorio che è vigna, è uliveto, è cave di pietra. Siamo tra Trapani, Marsala
e Mazara del Vallo in un ambiente agreste che vive di piccoli piani o bagli, di
ampi orizzonti e di piccole cose domestiche e ancestrali.
Riassumendo, il Presepe sul
sale al Baglio Basile deve essere unico, semplice ma nello stesso tempo deve
ricordarci la fragilità dell’esistenza, la materia di cui sono fatti i nostri
sogni ( la terra) e il colore( l’azzurro del manto della Madonna) che indica
l’emozione di vivere. Cose che vogliamo trasmettere a tutti quelli che
ospiteremo e che arriveranno in questo periodo a ritemprarsi nell’Oasi del
Baglio, tra un comodo letto, un cibo tradizionale pieno di gioia e un icona
della pace e della Famiglia che sta immersa nel bianco accecante del sale sotto
il tronco di un ulivo saraceno, ancora un simbolo di quella culla di civiltà
che è il Mare Mediterraneo.
Questa
idea portante ci ha fatto trascorrere, io e la mia compagna di vita Daniela,
attraverso un ingorgo di presepi e di figure della natività in ceramica. Ma il
pensiero era sempre rivolto al modus semplice e immediato che volevamo dare
alla scena principe della Natività. È così che siamo approdati, seguendo un
consiglio di Daniela, all’officina d’arte di Emilio Angelini a Palermo, un
ceramista, un artista, un uomo senza cravatta e con le mani sporche di terra
che mi ha accolto arricciando il naso. – Presepe?-
Mi
ha chiesto come se non mi rendessi conto delle sue creazioni, donne e uomini
che nascono in un tubo colorato e intenso di fragranze di gelsomino e fiori di
campo (la semplicità). – Non ho mai pensato a fare presepi io. - mi rimanda,
pensando forse che le sue forme spiritose e allegre fossero altro rispetto a
quello che avevamo in mente noi. Allora tento un approccio diretto e gli chiedo
se lui ha mai fatto con queste forme un Presepe, una rappresentazione della
natività o la madonna, Gesù … ?- Non ho mai pensato a questo, è sempre stato
fuori della mia “vita artistica”, ma, per essere sincero … - E qua che lo
volevo. – L’anno scorso è passata dalla mia officina una simpatica coppia di
coniugi toscani che ha realizzato un Museo del Presepe che riunisce scene e
rappresentazioni provenienti da tutto il Mondo e mi ha fatto la sua stessa
richiesta. Così, per la prima volta mi sono cimentato in questo tema. Di
quell’avventura m’è rimasta traccia in una madonna con il bambino in braccio …
eccola.- - Splendida!- era proprio quello che stavamo cercando. Terracotta
ammantata di cielo con uno sguardo fragile ed eterno, fresco e allegro, materno
e rassicurante. A questo punto gli racconto quello che dovremmo realizzare e
cominciamo a ragionare sulle forme e ci accordiamo sull’unicità della
rappresentazione Sacra. Punto fermo, oltre alla raggiunta freschezza e
semplicità delle forme, le tradizioni popolari siciliane che vedono il
bambinello al centro del campo tra il bue, l’asino e Maria e Giuseppe. In
quella rappresentazione che si trova in Toscana il bambino è in piedi, nella
nostra è nella mangiatoia. Parte così, in questo Natale duemilatredici,
l’avventura del presepe sul sale al Baglio Basile che racconterà la famiglia
attraverso la famiglia Licata a tutti quelli che ospiteranno e a tutti quelli
che vorranno vederla per augurare a tutti un Santo Natale e una Natività di
Pace e Solidarietà tra gli uomini con l’augurio di Michele Licata, dei suoi figli, di sua moglie e di
tutti noi che ci sentiamo parte di questa Grande Famiglia nel Santo Natale!
Ugo
e Daniela Arioti
[1] Vedi
post del 02_12_2013 di Ugo Arioti :L’Arte del Presepe in Sicilia (
www.secemmars.blogspot.com)
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