domenica 3 maggio 2015

EXPO' - EURO - Editoriale di maggio 2015

Expò, la prima parola d'ordine del sistema capitalistico. Mostrare i muscoli tecnologici e mettere in evidenza la forza e la capacità realizzativa e progettuale di una Nazione del "Mondo civile".
 
Dalla fine del 1800 ad oggi le esposizioni "universali" hanno tracciato il disegno del Mondo capitalistico, vetrina e spettacolo insieme, per mettere in evidenza la forza della produzione industriale e stabilire i rapporti tra chi produce e chi compra.
Ancora oggi EXPO' è sinonimo di prova muscolare del sistema; si da, a questa Fiera, un tema per fare scena e per giustificare un immenso sfogo degli architetti e degli ingegneri delle multinazionali. Il tema di quest'anno, dell'esposizione, della Casta politica italiana, dei veleni, della corruzione e delle mafie, in Italia a Milano, è quello dell'alimentazione. Meritorio, certamente, se non fosse per l'ipocrita narrazione di un Mondo che, invece, è sottoposto alla devastazione proprio da chi lancia gli slogan contro lo spreco del cibo e per un alimentazione per tutti. Il Mondo che costruisce i padiglioni è lo stesso che vende le arance, rubate letteralmente ai contadini brasiliani, agli italiani e quello che specula sui prezzi delle derrate alimentari o che manda al macero intere produzioni agricole per mantenere alti i prezzi, lo slogan dovrebbe essere allora distruggi i piccoli per far mangiare le multinazionali capitalistiche che non hanno nessun interesse a creare un Mondo di equità e di giustizia sociale. La cosa buffa è che si chiedono perché ci sono gli antagonisti, quelli contrari a questo immenso spreco. Forse qualcuno pensa che sarebbe  meglio far mangiare la gente che non arriva più a sopravvivere, portare l'acqua dove non c'è, costruire ospedali nel terzo Mondo, insegnare a rispettare la natura, piuttosto che prelevare dalle tasche aride dei cittadini italiani immense risorse per creare una grande vetrina delle vanità capace, solo, di far arricchire chi ricco è già. Parlano i politici della Casta, i più pagati al Mondo, quelli senza dignità, di ORGOGLIO NAZIONALE, non di CORRUZIONE, MAFIA e POTERI OCCULTI che hanno lucrato sui soldi rubati dalle tasche dei contribuenti e che, al di là delle ipocrite parole di Renzi sulla corruzione, buona solo per cambiare il conduttore e mettere un amico più intimo alla guida, continuano a rubare e a corrompere impunemente.
 
Dall'EXPO' all'EURO, la parola d'ordine del sistema che falsifica pure le Democrazie (una Nazione in cui vota meno della metà degli aventi diritto non è DEMOCRATICA è OLIGARCHICA ed è retta da una CASTA POLITICA che è anni luce lontana dai bisogni della Gente), è sempre la stessa MOSTRARE I MUSCOLI e SPECULARE. Ormai Economia reale è una favola che si racconta ai bambini per addormentarli, non esiste più, oggi c'è una ECONOMIA VIRTUALE RETTA DALLE BANCHE che specula sulla vita della Gente e sulle speranze di un Mondo migliore (Vetrine Universali - EXPO'). L'euro è servito a rendere ancora più poveri gli stati satelliti del Mondo Anglo-Americano Ebreo che detengono il dominio seminando terrore e facendo germogliare fame, carestia e bande di assassini in tutti i Continenti.
 
L'euro è servito per rendere schiava l'Europa, ma soprattutto le Nazioni dove c'era un forte movimento sociale. Qualcuno questo lo ha capito e sta cercando di organizzare la RESISTENZA, ma dall'EXPO' all'EURO torna a sentirsi il tintinnio delle catene che da sempre i Poteri forti hanno utilizzato per gestire a loro solo vantaggio le risorse del Pianeta:DIVIDE ET IMPERA.
 
Ugo Arioti

2 commenti:

  1. purtroppo l'Italia appartiene al gruppo dei servi dell'impero americano

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  2. Bisogna operare per un reale Cambiamento e la costruzione di una società migliore, e smetterla di alimentare la solita logica conflittuale tanto comoda a chi realmente detiene il Potere.
    Ovviamente, chi oserà seguire tale percorso, rischierebbe di essere etichettato di tutto e di più dai sostenitori di questa o quella ideologia.
    I veri criteri da usare dovrebbero basarsi sulla giustizia,l'onestà e il rispetto, perché non importa che cosa un'individuo crede, ma contano ovviamente le sue azioni.

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