il poeta del mese: Attila Jozsef (Ungheria 1905-1937)
Attila Jozsef, poeta ungherese dell'inizio del Secolo XX°, è, per me, tra i poeti "maledetti", quelli che hanno trasformato in poesia anche la loro esistenza. Attila si suicida ad appena trentadue anni e sublima così la sua vita:
Traduzione italiana di Agnes Preszler da Poesie, racconti e fiabe ungheresi
Traduzione italiana di Agnes Preszler da Poesie, racconti e fiabe ungheresi
FORSE SPARIRÒ ALL'IMPROVVISO...
Forse sparirò d'improvviso,
come le impronte nel bosco.
Ho sperperato tutto ciò
di cui dovrei rendere conto.
Già il mio corpo da bimbo
fu arso dal fumo corrosivo.
Tristezza mi sbrana la mente
se penso al mio destino.
Il desiderio vagante in terre lontane
mi ha azzannato ben presto.
Ora mi invadono rimpianti vibranti:
dovevo attendere ancora dieci anni.
Per sfida non ascoltavo
il consiglio materno.
Poi rimasi solo, orfano,
e derisi il mio maestro.
La giungla verde della mia giovinezza
credevo libera ed eterna,
ed ora con lacrime negli occhi ascolto
tra i rami secchi il rumore del vento.
Forse sparirò d'improvviso,
come le impronte nel bosco.
Ho sperperato tutto ciò
di cui dovrei rendere conto.
Già il mio corpo da bimbo
fu arso dal fumo corrosivo.
Tristezza mi sbrana la mente
se penso al mio destino.
Il desiderio vagante in terre lontane
mi ha azzannato ben presto.
Ora mi invadono rimpianti vibranti:
dovevo attendere ancora dieci anni.
Per sfida non ascoltavo
il consiglio materno.
Poi rimasi solo, orfano,
e derisi il mio maestro.
La giungla verde della mia giovinezza
credevo libera ed eterna,
ed ora con lacrime negli occhi ascolto
tra i rami secchi il rumore del vento.
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