L'origine della parola maccheroni risale dalla parola siciliana "maccaruni" che vuole dire "trasformare la pasta con la forza". Nei metodi antichi di produzione della pasta, la forza significava la lavorazione dell'impasto con i piedi, spesso un processo per cui occorreva un giorno intero. Probabilmente, anche se il laganon greco, una specia di lasagna, era già conosciuta dalle popolazioni isolane dall'antichità, la vera introduzione in sicilia della " pasta trasformata con la forza" si deve agli invasori arabi. Infatti, negli scritti di Al Idrisi, un geografo Arabo, si trova che un prodotto a base di farina con forma di stringhe era prodotto a Palermo ( Idrisi geografo arabo del XI Secolo).
Ai primi del novecento a Palermo l'artigianato della fabbricazione della pasta era molto sviluppato e botteghe e pastifici erano diffusi in tutta la città.
Ai primi del novecento a Palermo l'artigianato della fabbricazione della pasta era molto sviluppato e botteghe e pastifici erano diffusi in tutta la città.
Il fotografo, un pioniere del documentarismo sociale, cattura questa scena di una fabbrica palermitana di maccheroni ai primi del secolo scorso, con l'esposizione all'aria della pasta e con i clienti e gli operai del pastificio. Nella commedia dell'arte possiamo ricordare Pullecenella ca magna maccaruna co Colombina bella soia, al museo di Capodimonte c'è una splendida statuina di porcellana bianca con bordature “azzolo” che raffigura Pulcinella e Colombina e alla base ci sta una zuppiera colma di maccheroni. chi non ricorda Totò e Peppino, che fanno incetta di maccheroni....anche in tasca e l'Albertone nazionale, sordi, che recita una delle sue parti più surreali proprio davanti a un piatto di maccheroni: Macaroni io ve distruggo!!
Ugo Arioti ( Secem)
Ugo Arioti ( Secem)
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