domenica 26 febbraio 2012

Passeggiando per la Guilla una domenica mattina
Mattinata domenicale in una Palermo vestita di sole, di quella luce che in cielo è azzurra di un turchese intenso e a terra scopre ogni singola pietra della via del Gelso risalendo il Piede Fenicio sopra la antica valle dove scorreva libero da muri e tubi di cemento il fiume Papireto.
Così, lento pede, riscopri le pietre delle antiche torri, delle case fortificate, delle chiese, delle moschee, delle nuove e vecchie costruzioni che coprono le pietre angolari che furono dei normanni e dell’impero federiciano.
Ma, dopo la Chiesa di San Giovanni, tenuta ancora in uso dai suoi parrocchiani e la discesa che riporta nella valle oggi coperta del fiume antico che lambiva il Piede Fenicio ecco la scoperta.
La strada di pietre che ci riporta verso la parte alta del fiume: Via Gioia Mia!
Che scoperta è? È la città degli uomini che si esprime anche attraverso i suoi toponimi come un essere vivente con una testa, un cuore e una voce. Guarda le traverse, anche quelle sono via del tizio o caio alla Gioia mia! Sulla mia sinistra una bottega di barbiere cristallizzata e riemersa dai ricordi del dopo guerra. Il maestro che mi consente di fare delle foto mi chiede: - Se lei dovesse fare un complimento a una donna per conquistarla, da palermitano, quale complimento le farebbe?-
Sono imbranato. Cerco una risposta senza pensare che è davanti agli occhi miei e Antonio, il barbiere, mi apostrofa: - Gioia mia!-
Una filosofia di vita! È vero! Anche io quando mi dichiarai alla mia donna le dissi tu sei la Gioia mia! La vita può portarci lontano da questa capitale che vive nell’ombelico del Mondo Classico, ma niente e nessuno potrà mai strapparci la nostra palermitanità!
WiWa Gioia Mia sempre!

Ugo Arioti

Nessun commento:

Posta un commento

  La solitudine di Israele e la sua maledizione (Ugo Arioti @2024 ) Gli ebrei furono scelti da Dio per essere "la proprietà...