venerdì 23 agosto 2013

CONTROCORRENTE: UN POPOLO DI PRECARI


CONTROCORRENTE: UN POPOLO DI PRECARI

Come si può inquinare con una “falsa politica” un Territorio, una Regione o un Paese oggi è sotto gli occhi di tutti. Basta creare schiere di PRECARIATO VOTANTE con famiglie e parentielli e amici al seguito. Li si illude con la possibilità di un lavoro e si imbarcano, nella stessa nave, anche i filibustieri che procacciano voti, anche se delinquenti. Anzi, uno dei compiti di una Nazione Democratica e Civile è quello di recuperare gli emarginati e in questo mazzo ci mettiamo anche i fiancheggiatori della MAFIA, magari, l’importante è il voto e il controllo del territorio attraverso un sistema di elezioni che garantisca la POLTRONA! Ma queste schiere ogni anno aumentano di numero, e se dentro prima ci stavano quelli che avevano perso il posto di lavoro o in attesa di un occupazione che non arriva mai, oggi ci stanno dentro anche quelli che si sentivano fuori dal mercato delle vacche! Oggi dentro questo calderone enorme di PRECARI ci stanno dentro anche i dipendenti degli Enti Pubblici, vedi Provincie(dismesse in Sicilia), dei regionali, dei comunali che sono cresciuti oltre il necessario stante un nuovo modello di arruolamento che scavalca il vecchio e stantio CONCORSO PUBBLICO. Allora? Si odono venti di guerra da parte del Governo del “Rigoletto” che indicano intorno al 20% l’esubero di dipendenti Statali, e in Sicilia? Si è sempre discusso di piante organiche, ma nessuno le ha mai voluto fare. Oggi si va verso il collasso con schiere di dipendenti che non sanno ancora quale sarà il loro avvenire e che, troppo preoccupati dal benessere acquisito con qualche calcio nel sedere ben assestato, oggi rischiano di vedersi recapitare un misero assegno INPS. Clientele troppo cresciute e precari piazzati nei posti dove si lavora davvero hanno, inoltre, nel tempo dequalificato le pubbliche amministrazioni dove bisognerebbe rifare tutti un test attitudinali e un colloqui per capire se si è idonei al posto che si occupa. Ma, ahimè, la politicizzazione della macchina amministrativa ha portato al degrado dell’apparato che non è in grado di spendere e di far spendere bene, neanche i quattrini che ancora arrivano in Sicilia dalla Comunità Europea. Insomma, amici, rendetevi conto che questo è il mostro inquinante che ha intossicato gli apparati pubblici e troppi ne hanno goduto senza fiatare. Gli stessi che oggi gridano contro chi vuole che si mettano seriamente a lavorare.
SIAMO UN POPOLO DI PRECARI?

Redazione Secem

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