Se leggiamo i titoli di un giornale italiano di oggi possiamo notare due cose, la prima è la disoccupazione e, in questa piaga, quella giovanile ancor più triste, la seconda è l'inumanità delle carceri italiane sanzionata dalla UE. Aggiungo una terza il degradante crepuscolo sociale che si accompagna a un azzeramento delle classi intermedie che erano state quelle sulle cui spalle era passato lo sviluppo post bellico e la rinascita dell'Italia e sulle cui teste oggi gravano le tasse di tutta la Nazione quella che lavora in "chiaro" e quella, la maggioranza, che lavora in "nero". Evasione e Corruzione, come la piaga delle cavallette di biblica memoria. Ma di cosa parlano i nostri politici oggi?
Il tema di fondo è il cambiamento, il progresso e la situazione che richiede un ammodernamento generale dello Stato.
Che fare per andare avanti e superare la crisi capitalistica in corso nel vecchio continente? Che fare per creare nuova occupazione? Che fare per diminuire l'enorme debito pubblico? Che fare per eliminare o, almeno, arginare la corruzione che mette sempre più in ginocchio il Paese? Nei loro pensieri per noi, massa popolare, c'è il bisogno di ridare un senso alla parola: Politica e di dare risposte a tante domande ...... E ce ne sarebbero tante, una moltitudine sempre verde, di domande "critiche", ma il nocciolo della questione è che l'urgenza di fare tante cose porta con se, in questo Bel Paese, una brutta malattia: la fretta. C'è, che fare riforme, cambiare la Costituzione e snellire le procedure è una battaglia che va fatta con celerità e metodo, ma anche con senso etico ed equilibrio sociale. Non va fatta certo con le bugie e con gli 80 euro in più che a conti fatti, per i fortunati che riescono a stare nel mazzo dei "vincitori del premio", al massimo, sono 10, 15 euro. Come può succedere questo? Col solito sistema da un lato dò e dall'altro tolgo e prendo, ma il dare è pubblicizzato mentre il resto viene, per opportunità, taciuto.
Se è questo lo spirito con il quale ci stiamo avviando alla stagione delle RIFORME, allora tanti auguri fratelli d'Italia.
Viviamo già in una dittatura mediatica che finge di essere Democrazia, come dicevano i nostri nonni: al peggio non c'è mai fine!
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