domenica 20 luglio 2014

Mafiosità: il primato è della Provincia di Trapani


Da un indagine socio politica e culturale della Sicilia viene fuori una mappa che descrive le emergenze e le criticità strutturali delle nove  ex Province Regionali (oggi - ab inizio - Consorzi di liberi Comuni) dell'Isola del Sole. Enorme il potenziale storico culturale della Trinacria, basti pensare ai siti e alle città antiche come Akragas (Agrigento) Selinunte, Segesta, Solunto, Siracusa, Palermo ( Panormus, capitale del regno di Sicilia normanno) e ancora come Morgantina, Palazzolo Acreide pre - romane, medioevali come Erice, Troina, Castelmola, Taormina, Cefalù, Enna e l'elenco sarebbe lunghissimo e ancora più ricco se a questi si sommano i Beni Culturali, ambientali e monumentali. Sicilia felicissima? Purtroppo Sicilia buttanissima, come nel libro di Buttafuoco che descrive la rovina della trinacria dall'autonomia a Crocetta, viene nomata l'Isola! 
Il Cancro è la Mafia, non come associazione delinquenziale, ma come elemento culturale che in alcune Province, come quella di Trapani, diventa il canale del sottosviluppo dove non esiste la Politica, ma il favore, dove il commercio passa attraverso il controllo di Cosa Nostra, e le imprese riciclano denaro, sono i polmoni della "Primula Rossa" delle cosche mafiose. Il primato assoluto di Trapani è solitario, come se questa fosse un territorio extraeuropeo, seguono Catania, Gela e Messina. la logistica non è un opinione è strategia del controllo. 
Dando uno sguardo all'Elenco che la Regione Siciliana ha inserito nel sito ufficiale della Presidenza Crocettiana nella Provincia di trapani risulta soltanto una associazione antiraket. Sembrerebbero spariti gli onesti! No, sono solo silenziosi, e questo, come diceva Martin Luther King è il peggiore dei mali: la connivenza.

Redazione Secem

Quando la mafiosità è uno status. Parola di Stefano Lauretti

-Maria Cristina Giovannitti- Marzo è il mese dell’antimafia, della lotta alla persistente mafiosità che ci circonda: dall’omertà del quotidiano, fino al regolamento di conti che continua tra clan rivali. Il 18 di questo mese saranno commemorate tutte le vittime innocenti di mafia e, secondo quanto comunica anche l’associazione Libera, la Commissione d’Inchiesta Antimafia sta lavorando a delle proposte in merito alla lotta alla criminalità da presentare in Parlamento.
Anche lo scrittore Roberto Saviano ha sollecitato il nuovo Governo, in primis il premier Renzi, a contrastare la Mafia Spa, un business che frutta alla criminalità ben 138 miliardi di euro, tutti soldi che potrebbero entrare nelle casse dello Stato.
Mafia, camorra, ‘ndrangheta si vedono ancora. Intesa in questo senso laMafiosità Albatros Editori - denunciata nell’omonimo libro–dossier del giovane scrittore Stefano Lauretti è uno ‘stato d’essere’ radicato nella natura di chi vive da mafioso ed uno status accettato dai cittadini asserviti. La mafiosità è la spavalderia becera del boss dei boss Totò Riina che, dalla sua cella, cerca ancora di pianificare la morte del pm Di Matteo “perché bisogna farlo fuori”, “perché è scomodo”. La gravità sta nel rendere la mafiosità un atteggiamento normale, ecco perché lo scrittore Lauretti denuncia tutta la mafia in cui viviamo nel suo ‘Mafiosità’.
Nel suo libro, non parla di mafia ma di ‘mafiosità’ perché?
La mafiosità è un fenomeno che negli ultimi 20 anni ha preso sempre più piede nel nostro Paese. Da Nord a Sud si è diffuso un modo di fare prepotente, clientelare, che onestamente assomiglia molto a quello delle cosche mafiose. Per fortuna esistono ancora tante persone che vogliono cambiare in positivo l’Italia e non chiudono gli occhi dinanzi alle ingiustizie.
Quando decide di scrivere questo libro-documentario sulle varie forme di criminalità organizzata?
Ho deciso di scriverlo molti anni fa, onestamente non ricordo. Durante gli anni ho conservato gli articoli che scrivevo, estrapolavo dai libri sulla mafia le parti che mi colpivano particolarmente e le appuntavo su un taccuino. Diciamo che è stata una fusione di appunti, di articoli e di letture.
Droga ed ecomafia, i grandi business delle mafie di cui ci parla ampliamente anche nel suo libro …
La mafia, in Italia, ha il monopolio della droga. Questi gruppi criminali hanno deciso di investire tutto sul traffico degli stupefacenti. Questo è avvenuto perché è un’attività redditizia. Inoltre, riesce a farle mantenere un profilo basso. Ricordiamoci quando la ‘ndrangheta si arricchiva con i sequestri di persona; ecco, questo era un metodo troppo pericoloso e dispendioso perché attirava l’attenzione della società civile, dei media e aveva bisogno di molti uomini sul territorio. Per questo hanno deciso di investire gran parte dei guadagni in droga. I danni all’ambiente, invece, io li paragono agli omicidi mafiosi compiuti nel corso degli anni. I cittadini si ammalano per colpa dei criminali e dell’omertà. Tutto ciò comporta una morte lenta e lontana dai riflettori.
Agromafia, corruzione sanitaria, contraffazione dei prodotti alimentari fino alle gare clandestine, questo è invece il business minore della mafia a cui dedica una dettagliata descrizione nel testo …
Sì, perché in molti non sanno che la mafia riesce a mettere le mani dappertutto. Viene soprannominata “La Piovra” proprio perché con i suoi tentacoli arriva in tanti settori. Quante persone conoscono il traffico dei farmaci antitumorali gestito in particolar modo dalla camorra? Quante persone conoscono il business mafioso sugli alimenti o sul traffico di persone? Forse questi traffici illeciti non fanno notizia …
Un libro che denuncia anche l’omertà legata alla mafia: il silenzio-paura dei cittadini sottomessi, il silenzio-giuramento dei boss. Ci riporta alcune testimonianze?
Il silenzio sui fatti di mafia è ed è stato eclatante. Rendiamoci conto che si sta svolgendo un processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, quindi già questo ci può spiegare il livello di omertà che si è creato anche in alto. Nella mia vita, in qualche occasione, mi è capitato di trovarmi dinanzi a persone che hanno avuto difficoltà a pronunciare la parola mafia.
Sullo Stato criminale e le ultime rivelazioni del boss dei casalesi Carmine Schiavone, quanta mafiosità c’è ancora da combattere? Molta. Bisogna insegnare ai ragazzi il vero senso della legalità. Quando parliamo di Schiavone dobbiamo ricordarci che sono fatti molto più vecchi di quelli che vogliono far sembrare.
Concorda con il M5S che ritiene ‘incostituzionale’ l’operato del Presidente Giorgio Napolitano (ricordiamo che Napolitano era Ministro dell’Interno all’epoca delle rivelazioni di Schiavone)?
Io non sono un fan né di Napolitano, né del M5S, ma l’operato del Presidente della Repubblica, a mio avviso, non è stato dei migliori.
In merito alla trattativa Stato-Mafia, concorda con le dichiarazioni di Travaglio che dice: “Si sta cercando di evitare che escano fuori nomi importanti. Anche tra le persone morte”?
Sono in piena sintonia con le parole di Marco Travaglio. Secondo me la mafia ha fatto accordi con lo Stato non solo una volta, ma in diverse fasi della storia italiana.
In riferimento alle minacce che il boss dei boss Totò Riina rivolge al pm Di Matteo, considerando i tagli alla DIA, secondo lei quanto ancora c’è da fare ancora per l’antimafia?
Queste vicende assomigliano a quelle che abbiamo vissuto durante i primi anni Novanta. Diciamo che la legalità procede il suo cammino a piccoli passi. Come già ribadito nel libro, bisogna creare un sistema di prevenzione e educazione alla legalità partendo dalla politica, dalle scuole e, in certi casi, anche dalla famiglia. Totò Riina continua a minacciare un magistrato valoroso come Di Matteo con la solita violenza che conserva dentro di sé. Se volesse dimostrare il proprio coraggio potrebbe illuminarci sulle tante vicende oscure avvenute in passato. Il vero coraggio lo hanno dimostrato altri, non lui.
E’ in cantiere il prossimo lavoro? Parlerà sempre di mafia?
Già da diversi mesi sto preparando un nuovo libro che parlerà sempre di mafia. Questa volta ho voluto accendere un riflettore sui rapporti tra mafia e politica.

Meditate Gente, meditate!



1 commento:

  1. la Provincia di Trapani è uno Stato "mafioso" nello Stato e l'ignoranza della gente sfocia nell'arroganza dei furbetti, di quelli che dicono di essere onesti e poi non lo sono (vedi le vicende del Sindaco di Marsala), di sfruttatori e di sfruttati che vivono tutti nel SILENZIO imposto dalla mafia. Si devono sorbire le ditte imposte da chi controlla il territorio e talvolta anche lo Stato ( grazie a quel fenomeno che si chiama CORRUZIONE) diventa connivente.

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