Da un indagine socio politica e culturale della Sicilia viene fuori una mappa che descrive le emergenze e le criticità strutturali delle nove ex Province Regionali (oggi - ab inizio - Consorzi di liberi Comuni) dell'Isola del Sole. Enorme il potenziale storico culturale della Trinacria, basti pensare ai siti e alle città antiche come Akragas (Agrigento) Selinunte, Segesta, Solunto, Siracusa, Palermo ( Panormus, capitale del regno di Sicilia normanno) e ancora come Morgantina, Palazzolo Acreide pre - romane, medioevali come Erice, Troina, Castelmola, Taormina, Cefalù, Enna e l'elenco sarebbe lunghissimo e ancora più ricco se a questi si sommano i Beni Culturali, ambientali e monumentali. Sicilia felicissima? Purtroppo Sicilia buttanissima, come nel libro di Buttafuoco che descrive la rovina della trinacria dall'autonomia a Crocetta, viene nomata l'Isola!
Il Cancro è la Mafia, non come associazione delinquenziale, ma come elemento culturale che in alcune Province, come quella di Trapani, diventa il canale del sottosviluppo dove non esiste la Politica, ma il favore, dove il commercio passa attraverso il controllo di Cosa Nostra, e le imprese riciclano denaro, sono i polmoni della "Primula Rossa" delle cosche mafiose. Il primato assoluto di Trapani è solitario, come se questa fosse un territorio extraeuropeo, seguono Catania, Gela e Messina. la logistica non è un opinione è strategia del controllo.
Dando uno sguardo all'Elenco che la Regione Siciliana ha inserito nel sito ufficiale della Presidenza Crocettiana nella Provincia di trapani risulta soltanto una associazione antiraket. Sembrerebbero spariti gli onesti! No, sono solo silenziosi, e questo, come diceva Martin Luther King è il peggiore dei mali: la connivenza.
Redazione Secem
Quando
la mafiosità è uno status. Parola di Stefano Lauretti
-Maria Cristina Giovannitti- Marzo è il mese
dell’antimafia, della lotta alla persistente mafiosità che ci
circonda: dall’omertà del quotidiano, fino al regolamento di conti che continua
tra clan rivali. Il 18 di questo mese saranno commemorate
tutte le vittime innocenti di mafia e, secondo
quanto comunica anche l’associazione Libera, la
Commissione d’Inchiesta Antimafia sta lavorando a delle proposte in merito alla
lotta alla criminalità da presentare in Parlamento.
Anche lo scrittore Roberto Saviano ha
sollecitato il nuovo Governo, in primis il premier
Renzi, a contrastare la Mafia Spa, un
business che frutta alla criminalità ben 138 miliardi di euro, tutti
soldi che potrebbero entrare nelle casse dello Stato.
Mafia, camorra, ‘ndrangheta si vedono ancora. Intesa
in questo senso laMafiosità –Albatros
Editori - denunciata nell’omonimo libro–dossier del giovane
scrittore Stefano Lauretti è uno ‘stato d’essere’ radicato nella natura di chi
vive da mafioso ed uno status accettato dai cittadini asserviti. La
mafiosità è la spavalderia becera del boss dei boss Totò Riina che, dalla
sua cella, cerca ancora di pianificare la morte del pm Di Matteo “perché bisogna
farlo fuori”, “perché è scomodo”. La gravità sta nel rendere la mafiosità un
atteggiamento normale, ecco perché lo scrittore Lauretti denuncia tutta la
mafia in cui viviamo nel suo ‘Mafiosità’.
Nel suo libro, non parla di mafia ma di ‘mafiosità’
perché?
La mafiosità è un fenomeno che negli ultimi 20 anni ha
preso sempre più piede nel nostro Paese. Da Nord a Sud si è diffuso un modo di
fare prepotente, clientelare, che onestamente assomiglia molto a quello delle
cosche mafiose. Per fortuna esistono ancora tante persone che vogliono cambiare
in positivo l’Italia e non chiudono gli occhi dinanzi alle ingiustizie.
Quando decide di scrivere questo libro-documentario
sulle varie forme di criminalità organizzata?
Ho deciso di scriverlo molti anni fa, onestamente non
ricordo. Durante gli anni ho conservato gli articoli che scrivevo, estrapolavo
dai libri sulla mafia le parti che mi colpivano particolarmente e le appuntavo
su un taccuino. Diciamo che è stata una fusione di appunti, di articoli e di
letture.
Droga ed ecomafia, i grandi business delle mafie di
cui ci parla ampliamente anche nel suo libro …
La mafia, in Italia, ha il monopolio della droga.
Questi gruppi criminali hanno deciso di investire tutto sul traffico degli
stupefacenti. Questo è avvenuto perché è un’attività redditizia. Inoltre,
riesce a farle mantenere un profilo basso. Ricordiamoci quando la ‘ndrangheta
si arricchiva con i sequestri di persona; ecco, questo era un metodo troppo
pericoloso e dispendioso perché attirava l’attenzione della società civile, dei
media e aveva bisogno di molti uomini sul territorio. Per questo hanno deciso
di investire gran parte dei guadagni in droga. I danni all’ambiente, invece, io
li paragono agli omicidi mafiosi compiuti nel corso degli anni. I cittadini si
ammalano per colpa dei criminali e dell’omertà. Tutto ciò comporta una morte
lenta e lontana dai riflettori.
Agromafia, corruzione sanitaria, contraffazione dei
prodotti alimentari fino alle gare clandestine, questo è invece il business
minore della mafia a cui dedica una dettagliata descrizione nel testo …
Sì, perché in molti non sanno che la mafia riesce a
mettere le mani dappertutto. Viene soprannominata “La Piovra” proprio perché
con i suoi tentacoli arriva in tanti settori. Quante persone conoscono il
traffico dei farmaci antitumorali gestito in particolar modo dalla camorra?
Quante persone conoscono il business mafioso sugli alimenti o sul traffico di
persone? Forse questi traffici illeciti non fanno notizia …
Un libro che denuncia anche l’omertà legata alla
mafia: il silenzio-paura dei cittadini sottomessi, il silenzio-giuramento dei
boss. Ci riporta alcune testimonianze?
Il silenzio sui fatti di mafia è ed è stato eclatante.
Rendiamoci conto che si sta svolgendo un processo sulla cosiddetta trattativa
Stato-mafia, quindi già questo ci può spiegare il livello di omertà che si è
creato anche in alto. Nella mia vita, in qualche occasione, mi è capitato di
trovarmi dinanzi a persone che hanno avuto difficoltà a pronunciare la parola
mafia.
Sullo Stato criminale e le ultime rivelazioni del boss
dei casalesi Carmine Schiavone, quanta mafiosità c’è ancora da combattere? Molta.
Bisogna insegnare ai ragazzi il vero senso della legalità. Quando parliamo di
Schiavone dobbiamo ricordarci che sono fatti molto più vecchi di quelli che
vogliono far sembrare.
Concorda con il M5S che ritiene ‘incostituzionale’
l’operato del Presidente Giorgio Napolitano (ricordiamo che Napolitano era
Ministro dell’Interno all’epoca delle rivelazioni di Schiavone)?
Io non sono un fan né di Napolitano, né del M5S, ma
l’operato del Presidente della Repubblica, a mio avviso, non è stato dei
migliori.
In merito alla trattativa Stato-Mafia, concorda con le
dichiarazioni di Travaglio che dice: “Si sta cercando di evitare che escano
fuori nomi importanti. Anche tra le persone morte”?
Sono in piena sintonia con le parole di Marco
Travaglio. Secondo me la mafia ha fatto accordi con lo Stato non solo una
volta, ma in diverse fasi della storia italiana.
In riferimento alle minacce che il boss dei boss Totò Riina
rivolge al pm Di Matteo, considerando i tagli alla DIA, secondo lei quanto
ancora c’è da fare ancora per l’antimafia?
Queste vicende assomigliano a quelle che abbiamo
vissuto durante i primi anni Novanta. Diciamo che la legalità procede il suo
cammino a piccoli passi. Come già ribadito nel libro, bisogna creare un sistema
di prevenzione e educazione alla legalità partendo dalla politica, dalle scuole
e, in certi casi, anche dalla famiglia. Totò Riina continua a minacciare un
magistrato valoroso come Di Matteo con la solita violenza che conserva dentro
di sé. Se volesse dimostrare il proprio coraggio potrebbe illuminarci sulle
tante vicende oscure avvenute in passato. Il vero coraggio lo hanno dimostrato
altri, non lui.
E’ in cantiere il prossimo lavoro? Parlerà
sempre di mafia?
Già da diversi mesi sto preparando un nuovo libro che
parlerà sempre di mafia. Questa volta ho voluto accendere un riflettore sui
rapporti tra mafia e politica.
Meditate Gente, meditate!
la Provincia di Trapani è uno Stato "mafioso" nello Stato e l'ignoranza della gente sfocia nell'arroganza dei furbetti, di quelli che dicono di essere onesti e poi non lo sono (vedi le vicende del Sindaco di Marsala), di sfruttatori e di sfruttati che vivono tutti nel SILENZIO imposto dalla mafia. Si devono sorbire le ditte imposte da chi controlla il territorio e talvolta anche lo Stato ( grazie a quel fenomeno che si chiama CORRUZIONE) diventa connivente.
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