Siamo abituati
a sentire al telegiornale o a leggere sul quotidiano cittadino di rapine e
furti in tabaccherie. Cose del tipo “Il
giovane ha chiesto di poter acquistare un pacchetto di sigarette. All’atto del
pagamento però, proprio nel momento in cui la tabaccaia ha aperto il
registratore di cassa per dargli il resto, il ragazzo con mossa fulminea ha
allungato le mani in direzione della cassa nel tentativo di appropriarsi del
denaro contenuto”. Io, invece, è giusto che ve lo dica, sono legato al
ricordo di uno dei più bei film della mia vita, e la tabaccaia è quella di “Amarcord”
dell’immenso e fantasmagorico poeta dei sogni: Federico Fellini! Bella e
prosperosa come Ciccina Troja, l’esercente di Via Bonello, la rivendita n° 23
che sta vicino al Panificio di Rosa Calandra, di fronte alla fermata dell’autobus.
Ora, dovete
sapere che, ogni giorno semifestivo o festivo, un venditore di pane abusivo si
ferma proprio di fronte alla tabaccheria e, ogni mattina di vendita, prima di
cominciare il suo lavoro entra nel Sali e Tabacchi per comprare una o due buste
di tabacco per il naso. Ma questa, come avrete già capito, voi siete furbi di
sette gotte, è un scusa! Cosa vuole rubare il giovane Peppino Caramella nella
rivendita di Ciccina Troja?
-
Ciccina, ... mi dai un soldo di tabacco per
soffiarmi il naso?! - esordì, Peppino Caramella entrando nella bottega di
Francesca Troja, in tabaccheria. Peppino vende il pane all'angolo tra Via delle
Cappuccinelle e Via Matteo Bonello, proprio di fronte alla rivendita di sali e
tabacchi.
-
Lo vuoi profumato? - lo interrogò lei,
retoricamente, sorridendo ammiccante. Dovette ripetere la domanda due volte, perché
Peppino era rimasto incantato e stordito dal balconcino della giovane
venditrice di Sali e tabacchi, la Troja, aperto e in bella mostra, a portata del
suo sguardo affamato d’amore e delle sue naturali conseguenze.
-
Allora, lo vuoi profumato o naturale? - ripetè
la donna, allungando il sorriso, sorniona!, era un copione già recitato!
-
Che profumo ... di pri - ma - verahh! -
balbettò, sospirando, con lo sguardo bloccato sul davanzale prosperoso e
promettente della tabaccaia, Peppinello.
-
Oh, … - cercò di destarlo lei, e rideva quasi!,
– Peppino, abbiamo Ozona President e Ozona Menthol, in confezioni da cinque
grammi. Quale vuoi? -
Per
tutta risposta il “panivendolo ambulante”,
tirò un respiro e spalancò la bocca, mostrando alla donna il suo miglior
sorriso.
-
Siete splendida, donna Ciccina! Datemi quello
che più vi aggrada, perché oggi io vorrei morire sopra il vostro petto, come
fosse il mio ultimo cuscino! – Certo, non è proprio una bella immagine, ma il
trasporto con cui Peppino, recitò la sua parte, faceva capire che lui non ci
pensava affatto a morire, in senso biblico, ma d’amore sì!
-
Sei scemo o ti ha mozzicato la mosca verde? - lo
rimproverò, bonariamente, lei, muovendo il petto, come fosse una bandiera che
il vento apre e chiude, apre e chiude, apre e chiude …
-
No, sono pazzo. Fuori di senno. Non capisco più
niente, quando guardo i tuoi occhi verdi, come un lago di montagna ...-
-
Il gusto ci guadagna! Ma va! Peppinello, tu hai “appizzato” i toui fari sul mio seno e …
-
-
E?... – speranzoso!
-
Niente, che vogliamo fare? Lo vuoi questo
tabacco, sì o no? – sadica!
-
E datemelo voi, regina dei miei sogni d'amore! –
lirico!
-
Anche poeta! – deridente!
-
Sarò lo scendiletto su cui cammini tu.... –
buttò sul tappeto, come fosse la carta per vincere la mano di tresette. Peccato
che il tresette, in questa disputa amorosa, è sempre col morto!
-
Menthol o President? – chiese lei, fissando i
suoi occhi, spietatamente!
-
Tutti e due. Vi amo … sì, vi amo, Ciccinella bella mia! – Era l’ultima
carta, sperava di far punto!
-
Vedi che sono tre soldi e due centesimi! –
implacabilmente netta, come se la voce non fosse la sua, quella di un essere
umano, ma di un computer, sintetizzata!
-
E che sono i soldi? Il vil denaro? La vostra
leggiadra sostanza d'amore è più bella e importante di una fortuna in zecchini
d'oro, di palazzi, di terre, di grandi imprese … - era all’ultima spiaggia e
tentò pure la via della compassione per un pover’uomo innamorato!
-
Stai calmo, Peppino! Stai dando di testa. Ti
incarto il tabacco. – secca e precisa come un orologio svizzero!
-
Fai pure! Mettilo insieme alle altre buste nella
scatola mia! – le rispose, di conseguenza. Poi, tornò all’assalto della
diligenza, col garbo di un bandito cortese che mira al cuore della bella
passeggera: - Che occhi hai, piccina innamorata! Ahhh … – già vedeva,
profilarsi all’orizzonte, una nuova sconfitta.
-
Oh, Peppe
Caramella, la scatola che mi hai dato è già piena! – Quella, incurante dei suoi
assalti!
-
No, che sentono le mie orecchie? Hai le scatole
piene? Spero non di me, che come un gentil pastorello vengo, ogni mattino, a
cantar le tue lodi o mia Signora!? – voleva buttarla in scherzo e risalire la
china, ma ….
-
Peppino, te lo dico per l’ultima volta e non mi
voglio ripetere: tu a me non mi puoi dare niente … perché io sono … - stava per
dire “lesbica”, ma il giovane, che non sopportava che si tanta grazia di Dio
venisse sprecata, secondo lui, era già uscito dalla tabaccheria.
Questa scena,
ormai, si ripeteva da mesi e Peppino aveva investito una fortuna in buste di
tabacco da naso, che poi teneva, per cortese concessione di lei, in una scatola
di cartone nel retrobottega della tabaccheria, senza farne mai alcun uso.
Certo che la mente umana segue percorsi contorti e strani e non è mai
paga di vivere situazioni e sentimenti lineari, di pianura. Ama le montagne, “le discese ardite e le risalite”!
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