martedì 11 giugno 2013

Acquarello palermitano: il teatro Politeama Garibaldi in Piazza Castelnuovo alle spalle di Ruggero Settimo


Acquarello palermitano: il teatro Politeama Garibaldi in Piazza Castelnuovo alle spalle di Ruggero Settimo   di Ugo Arioti

 
“Felicissima Palermo! Città ricca di Storia e Arte e teatri! Cca ci suunu jardini ca profumanu d’ammuri e d’Eternu e ci sunnu cristiani boni e critiani tinti, ma tutti sunnu vistuti a festa nna sta città ca sta nto centro du Munnu!” Don Giuseppe, un mio antenato, luogotenente e amministratore del Marchese di Rudinì, lo raccontava al suo amico francese Simon D’Orleans, passeggiando per via Emerico Amari in direzione di piazza Castelnuovo. A un tratto fermò il calesse si alzò in piedi sul cocchio e indicò all’amico la grande struttura che si ergeva davanti a loro. “Vedi Simon, è qui che appari nella mente di Giuseppe Damiani Almeyda, architetto palermitanissimo, l’immagine epica, con le sue raffinate linee di un bellissimo Teatro situato sulla Piazza Ruggero Settimo … Il problema era che ieri come oggi, il comune non aveva tutti i fondi per costruirlo e che qualcuno aveva già messo le mani avanti e lo voleva come centro commerciale piuttosto che luogo dedicato al teatro. Ma la spinta risorgimentale e massonica del nuovo corso garibaldino impose alla città di innalzare un monumento al nuovo che avanzava con le sue aspettative e i suoi voli pindarici. Fu proprio il Marchese di Starabba che fece feconda l’impresa!

“Buongiorno ingegnere, sono Carlo Galland, l’idea di fare un teatro nel cuore della città nuova, mi piace! Noi siamo impegnati nel sostenere l’arte e la cultura in questa città e non verremo meno a questo nostro principio ora che ci sono i disegni e il piano d’arte dell’architetto Damiani. Penso che lo potremmo chiamare: Politeama! Uno spazio di cultura per il teatro e le arti.”

Nel 1869 e 1870 sorgono dei problemi tra il Municipio e l’impresa Galland, ma si decide di proseguire l'opera, eliminando tutti i lavori di abbellimento. Il cantiere inoltre era stato chiuso per qualche tempo per fare delle verifiche sulle condizioni statiche dell’edificio. Essendo stato trovato tutto a perfetta regola d’arte fu riaperto e si proseguì con i lavori. Il teatro era stato progettato come teatro diurno all’aperto, ma fu in un secondo tempo deciso di realizzare una copertura. Nel giugno 1874 fu inaugurato anche se incompleto e ancora privo di copertura, la prima rappresentazione fu I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini. Quest'ultima, considerata per l'epoca opera di grande ingegneria, venne realizzata in metallo dalla Fonderia Oretea nel novembre del 1877. Gli ultimi lavori, di abbellimento, furono realizzati nel 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva quell’anno a Palermo. L’inizio del nuovo secolo della tecnologia nella capitale normanna, vide sorgere, sul frontale del tempio costruito dall’impresa Galland, una serie di eroi bronzei di fattura pregevole opera dello scultore Civiletti.

Cavalli e cavalieri, una piccola armata a difesa del Politeama Garibaldi! Sono ancora la, sul frontale del tempio immaginato da una collettività immaginifica e feconda! Penso che difendono lo spazio della vita dedicato all’uomo nella sua interezza (in corporis Spiritu).

 


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