Acquarello palermitano: il teatro
Politeama Garibaldi in Piazza Castelnuovo alle spalle di Ruggero Settimo di Ugo Arioti
“Felicissima Palermo! Città ricca di Storia e Arte e teatri!
Cca ci suunu jardini ca profumanu d’ammuri e d’Eternu e ci sunnu cristiani boni
e critiani tinti, ma tutti sunnu vistuti a festa nna sta città ca sta nto
centro du Munnu!” Don Giuseppe, un mio antenato, luogotenente e amministratore
del Marchese di Rudinì, lo raccontava al suo amico francese Simon D’Orleans, passeggiando
per via Emerico Amari in direzione di piazza Castelnuovo. A un tratto fermò il
calesse si alzò in piedi sul cocchio e indicò all’amico la grande struttura che
si ergeva davanti a loro. “Vedi Simon, è qui che appari nella mente di Giuseppe
Damiani Almeyda, architetto palermitanissimo, l’immagine epica, con le sue
raffinate linee di un bellissimo Teatro situato sulla Piazza Ruggero Settimo … Il
problema era che ieri come oggi, il comune non aveva tutti i fondi per
costruirlo e che qualcuno aveva già messo le mani avanti e lo voleva come
centro commerciale piuttosto che luogo dedicato al teatro. Ma la spinta
risorgimentale e massonica del nuovo corso garibaldino impose alla città di
innalzare un monumento al nuovo che avanzava con le sue aspettative e i suoi
voli pindarici. Fu proprio il Marchese di Starabba che fece feconda l’impresa!
“Buongiorno ingegnere, sono Carlo Galland, l’idea di fare un
teatro nel cuore della città nuova, mi piace! Noi siamo impegnati nel sostenere
l’arte e la cultura in questa città e non verremo meno a questo nostro
principio ora che ci sono i disegni e il piano d’arte dell’architetto Damiani.
Penso che lo potremmo chiamare: Politeama! Uno spazio di cultura per il teatro
e le arti.”
Nel 1869 e 1870
sorgono dei problemi tra il Municipio e l’impresa Galland, ma si decide di
proseguire l'opera, eliminando tutti i lavori di abbellimento. Il cantiere
inoltre era stato chiuso per qualche tempo per fare delle verifiche sulle
condizioni statiche dell’edificio. Essendo stato trovato tutto a perfetta
regola d’arte fu riaperto e si proseguì con i lavori. Il teatro era stato
progettato come teatro diurno all’aperto, ma fu in un secondo tempo deciso di
realizzare una copertura. Nel giugno 1874 fu inaugurato anche se incompleto e
ancora privo di copertura, la prima rappresentazione fu I Capuleti e i
Montecchi di Vincenzo Bellini. Quest'ultima, considerata per l'epoca opera
di grande ingegneria, venne realizzata in metallo dalla Fonderia Oretea
nel novembre del 1877. Gli ultimi lavori, di abbellimento, furono realizzati
nel 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva
quell’anno a Palermo. L’inizio del nuovo secolo della tecnologia nella capitale
normanna, vide sorgere, sul frontale del tempio costruito dall’impresa Galland,
una serie di eroi bronzei di fattura pregevole opera dello scultore Civiletti.
Cavalli e cavalieri,
una piccola armata a difesa del Politeama Garibaldi! Sono ancora la, sul
frontale del tempio immaginato da una collettività immaginifica e feconda! Penso
che difendono lo spazio della vita dedicato all’uomo nella sua interezza (in corporis Spiritu).
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