Osservazioni casuali
Oggi sto osservando un fatto insolito. Un passerotto che si scaglia col suo audace becco contro una vetrata. Cerco di spaventarlo per farlo volare via, lui si alza in volo, fa un giro e poi torna a dare beccate alla vetrata. Che uccellino scemo ho pensato, poi ho messo in campo un piccolo stratagemma. Ho posato sul davanzale un giornaletto pubblicitario, molto colorato. Per un po’ ha funzionato. Il passero volava vicino al vetro ma non si avvicinava. Poi ha ripreso a beccare la superficie dell’invetriata. Cioè ha capito che l’oggetto era innocuo e lo ha baipassato, tornando alla sua idea primitiva. Ma cosa vuole un passerotto da una vetrata? Vuole capire fino a che punto questo ostacolo muto e trasparente può impedirgli di penetrare uno Spazio! È un avventuroso esploratore! Mi convinco che i suoi esperimenti sono il frutto di una mente aperta e volitiva e penso che anche noi, uomini terrestri, siamo come quel passerotto che vuole sfondare il vetro che ci impedisce di vedere oltre e cerchiamo nuovi mondi e nuovi territori sbattendo contro la vetrata dell’immensità infinita dell’Universo. Se c’è un motore nascosto o una vetrata impenetrabile questi oggetti avranno un luogo e una dimensione, ma noi, fortunatamente, abbiamo la possibilità di trovare il buco o lo spazio o il luogo. Siamo figli di Dio, di un Padre che non ama farsi vedere in pubblico, ma che ogni tanto ci manda un messaggero o scende con qualche amico per verificare che noi stiamo ancora beccando la vetrata. Oh, caro papà sii buono e vienici a raccontare come hai fatto a mettere in piedi tutto questo ambaradan!
Ugo Arioti
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