La percezione della bellezza
nell'arte
rinascimentale
di Neil Haughton
Scenario
Il Rinascimento fu una rivoluzione culturale che da Firenze, nel 1400, si diffuse
in tutta Italia e nel resto d'Europa. Il suo impulso era la filosofia
dell'Umanesimo, che cercava di far risorgere e di emulare la letteratura e
l'arte degli antichi greci e romani. Gli artisti, in precedenza, erano stati
limitati a realizzare solo iconografia religiosa, col Rinascimento si
cominciarono a riprodurre dipinti classici e copiare le statue antiche che
erano state riscoperte di recente.
La percezione della bellezza, da parte dell'artista rinascimentale, è stata
quindi determinata dal suo
ambiente filosofico, dalla sua esperienza visiva ('l'occhio del periodo'), dalle esigenze dei suoi committenti e dai tentativi
di migliorare il suo status professionale nella società, ponendosi alla pari
con quello dei poeti e degli architetti. L'immagine di Venere ritratta da
Botticelli come la idealizzazione della bellezza, nella Firenze del
Rinascimento, è significativamente diversa da quella di Venere ritratta
dall'artista tedesco Lucas Cranach.
La venere nord-europea è molto meno voluttuosa, rispetto alla sua controparte
italiana, ma è ancora ispirata da principi umanisti e mantiene una
considerevole sensualità. I dipinti di Raffaello incarnano l'idealizzazione
della bellezza femminile di questo periodo ma, per sua stessa ammissione, sono
raramente basati su modelli reali. Spesso lo stesso tipo facciale è stato
ripetuto in molti dipinti diversi. Infatti i ritrattisti del Rinascimento
tendevano ad evitare l'interpretazione realistica, sottolineando invece gli
attributi positivi dei loro soggetti, sia fisici che politici.
Così il "ritratto di un giovane" del Bronzino non
descrive solo l'aspetto idealizzato del suo soggetto, ma pure la sua cultura,
il suo background ed il suo potenziale.
La raffigurazione della bellezza nell'arte rinascimentale è più complessa di
una semplice rappresentazione di tipo fotografico della sessualità o
dell'aspetto fisico di una persona.
Invece, l'arte rinascimentale ha creato immagini perfette fisicamente derivate
dalle cognizioni scientifiche, dalle ambizioni dell'artista e dalle sue
capacità di sviluppo.
Preambolo
L'ambientazione è a Firenze negli ultimi anni del XV secolo. Ancora oggi si
possono riconoscere facilmente le strade e le piazze orgogliose, che sono
cambiate poco nel corso di 500 anni, da quando, intorno al 1400, il nuovo clima
culturale di Firenze ebbe conseguenze globali: il nuovo apprendimento del
Rinascimento e la sua diffusione, come un'onda di marea, in tutta Europa e
anche oltre.
L'Italia strava uscendo dal Medioevo, per entrare in una nuova era, simile
a quella dell'impero romano, dove le arti e la filosofia del mondo classico
erano attivamente studiate e inserite nella vita moderna.
Questo ha ispirato una nuova generazione di artisti progressisti e innovativi,
che si sono adoperati per migliorare costantemente la loro arte e per emulare
gli antichi maestri.
Brunelleschi (1377-1446) aveva coronato la cattedrale, nel 1436, con la cupola
più grande mai realizzata e Donatello (1386 -1466) aveva riscoperto l'arte
della scultura in bronzo e marmo.
Masaccio (1401-1428) aveva compreso la scienza della prospettiva e Leon
Battista Alberti (1404-1472) aveva fissato i principi dell'arte e
dell'architettura rinascimentale nelle sue opere innovative "Sulla Pittura" (1435) e"Sull'Architettura" (1450).
La filosofia dell'Umanesimo era basata sulla reinterpretazione della
letteratura classica pagana, rispettando il credo cattolico e la
rappresentazione della mitologia classica, che misero a disposizione uno
strumento più ambizioso per l'artista, rispetto ai soggetti puramente
devozionali. Ovviamente, una tale atmosfera di innovazione e creatività aveva
bisogno di denaro e, al tempo stesso, famiglie di banchieri immensamente
ricchi, come i Medici, erano desiderose di garantire la loro influenza e guadagnarsi
l'immortalità, promuovendo i più grandi artisti del periodo.
In questo contesto crebbero, sviluppando la loro abilità
artistica, il giovane Michelangelo (1475 -1564) e Leonardo da Vinci (1452-1519) .
Alberti nel 1450 suggerì che: "La bellezza è un ordine o
un accordo in modo tale che nulla può essere modificato se non in peggio". E' vero che stava
scrivendo di architettura, ma lo stesso pensiero può essere applicato alla
pittura. Infatti la ricerca primaria dell'artista fiorentino, nel Rinascimento,
fu la rappresentazione della bellezza nel modo più realistico possibile.
Molte discipline diverse hanno collaborato per favorire nuovi progressi nella
pittura. La dissezione anatomica ha portato ad una nuova precisione nel
raffigurare la muscolatura e la forma delle figure umane, la matematica ha
contribuito a sviluppare le leggi della prospettiva per posizionare tali dati
in un paesaggio credibile, la chimica ha favorito la miscelazione di nuovi
pigmenti per migliorare il loro impatto visivo.
Inoltre molti dipinti originali romani sono stati scoperti intorno al 1480
nella Domus Aurea, nella Domus Aurea di Nerone, e molto altro è venuto alla
luce durante gli scavi archeologici di Pompei.
Percezioni rinascimentali di bellezza
La percezione di un artista di ciò che è 'bello' è determinata da molti
fattori, non ultimi i desideri del suo mecenate. E' stato dimostrato che gli
aspetti di base della capacità visiva del cervello sono innati, come ad esempio
la capacità di un neonato di riconoscere la struttura di un volto, ma la
maggior parte di queste capacità visive viene appresa durante la stimolazione
visiva acquisita durante lo sviluppo iniziale.
Questo conferisce ad un individuo, e ai suoi contemporanei, il cosidetto 'occhio del periodo' un concetto introdotto dallo storico
dell'arte, Michael Baxendall nel suo libro fondamentale: "Pittura ed esperienza nel XV secolo in Italia". Pensate a quanto
sembri datata oggi un'immagine degli anni Sessanta o Settanta, mentre quelle
mode erano così familiari agli occhi dei contemporanei.
Gli artisti, pertanto, nel loro lavoro tendevano a riprodurre i riferimenti
noti ed usuali, come ad esempio i tipi di viso o i paesaggi, che i loro clienti
erano in grado di riconoscere e trovare piacevoli e familiari.
Confrontiamo, ad esempio, gli sfondi di montagna nelle opere degli artisti
tedeschi con le verdi colline toscane di Raffaello e Michelangelo. Non è un
caso che l'arte della prospettiva sia stata sviluppata a Firenze con le sue
strade dritte ed edifici alti e angolari, o che il colore fosse così importante
per gli artisti veneziani che lavoravano all'interno di una laguna ricca di
luci riflesse.