Domenico Quirico e il Califfo
Nero
di Maurizio Bonanni
Ho
assistito, presso "La Feltrinelli", di Galleria Sordi in Roma, alla
presentazione del libro di Domenico Quirico, dal titolo "Il Grande
Califfato", e alla susseguente mini-conference improvvisata, da parte
dell'Autore. Perché, nel caso di Quirico, come di Terzani e Fallaci, si corre
mille volte il rischio della vita, viaggiando nei luoghi più pericolosi del
mondo? Semplice, dice Quirico: per entrare nella vita dell'Altro, capirne le
ragioni, il credo (religioso, politico, ideologico), scontando la stessa aria,
respirando la sua stessa cultura, o follia. L'unico modo di conoscere e portare
in superficie, per il resto del mondo, quello che accade nelle viscere ignote
della Terra degli Uomini. Perché, comunque fosse, quei popoli, quelle genti,
quelle minoranze violente (e, talvolta, genocidarie) volevano raccontarsi. Far
sapere di sé. Forse, giustificarsi, agli occhi della Storia e del Mondo.
Perché, come sostiene un mio carissimo amico, professore di filosofia, "L'Umanità chiede ascolto, perché è,
fondamentalmente e indefessamente, avida di orecchie. Tutto quel battersi il
petto, quel rivendicare bisogni primari, senza riconoscere il primo bisogno,
quello di raccontarsi, per tramandarsi, per sfuggire al fondato sospetto di
essere irrimediabilmente soli".
Ma,
oggi, dice Quirico, nel caso dell'Isi (che invita a ribattezzare Daesh,
acronimo arabo, che sta per: "al
Dawal al Islamiya fi Iraq al Sham". Dove appunto Sham è la
Grande Siria, il Levante, o magari "Damasco", ma intendendo Damasco
per tutta l’area, come si usa "Roma" per tutto l’impero romano. Cfr.
"R.it"), quello che è stato valido, per un'intera vita di
esploratore, ormai, nel caso del Califfato Nero, non gli serve più a nulla!
Sentiamolo direttamente dalle sue parole: "Oggi, io non posso più attraversare interi territori! Gli
jiahdisti non hanno più interesse a farsi raccontare! «Perché -ci dicono- è
totalmente ininfluente che cosa pensiate voi di noi!». Quando
nel tuo interlocutore non riconosci più l'Altro, per cui non hai alcun
interesse ad avvicinarlo e a farti riconoscere, tutto ciò priva il resto
dell'Umanità dello strumento della conoscenza, del racconto. Dopo il 2012
nessuno è andato più, liberamente, nelle zone controllate dal Califfato, che
parla si sé con una voce unica! Manca la testimonianza. Non è più possibile
raccontare quello che succede ad altri uomini."
A
proposito dei giovani barbudos fondamentalisti, Quirico ci dice che i nuovi
predicatori hanno cancellato loro il passato, inscrivendoli nell'unico,
alienante disegno di un orizzonte monopolistico e totalizzante, fatto di
"Guerra e Preghiera", praticate da soli uomini! Si pensi che
Daesh-Isis, nel 2013, semplicemente non esisteva. Era uno dei tanti gruppi che
combattevano in Siria. Appena un anno dopo, nel 2014, il Califfo Nero sale sul
pulpito della neo conquistata moschea di Mosul, e proclama il nuovo Califfato
Islamico, che ora si estende per una buona parte della Siria e dell'Iraq. Ed è
proprio il Califfato a proporsi, a livello planetario, come un punto di
orientamento per altre formazioni islamiche. Boko Aram, ad es., ha cancellato
l'esercito nigeriano da quella regione di mondo, oggi sotto il suo controllo!
La Mauritania fino al Ciad è controllata da formazioni pro Al Qaeda, federate
al Califfato. Nel nord del Kenia, fermano gli autobus e obbligano i passeggeri
a recitare versi del Corano. Chi non ci riesce, è eliminato!
Globalità
e interconnessione. Questa è la forza di costruzione di un'entità totalitaria.
I totalitarismi dividono gli esseri umani, tirando linee diritte. Due esempi, per
capire. In Hitler la razza era il totem totalitario. Per Stalin, invece, la
classe, sostituiva la razza! I puri, per gli uni, erano gli ariani. I
proletari, per gli altri. Così, l'appartenenza è segnata, in modo
incancellabile, al momento della nascita stessa degli individui dominati! La
condanna a morte degli ebrei tedeschi era, in pratica, scritta sulla loro carta
d'identità! Il Califfato fa un'operazione, sostanzialmente, identica: propone
una visione verticale degli esseri umani dal punto di vista religioso. Di Sopra
i waabiti. Di Sotto tutti gli altri. Musulmani "eretici" compresi!
Bin Laden voleva globalizzare la paura, l'atto terroristico. La sua strategia
si esauriva in un problema globale di sicurezza.. Il Califfato, invece,
rappresenta una realtà politica strutturata, e non religiosa! Nasce, cioè, per
difendere le terre dell'Islam dalle guerre di religione.
L'idea
geniale di Ataturk, per far uscire quel che restava dell'impero ottomano dal
Medio Evo dell'arretratezza socio-economica e politica, fu quella di
distruggere l'ultimo Califfato, intorno agli anni Venti del XX sec.. Oggi, è il
Nuovo Califfo a intuire che il ritorno del Califfato può essere l'elemento
politico unificante dell'intera Umma musulmana. Per capirci: nelle bandiere
dell'Isis i Tuareg hanno trovato la via per la loro rivolta! Il segreto è che
ognuna delle avanzate di queste singole rivoluzioni vengono incastonate (come
in un grande mosaico planetario) nei successi e nel dominio ideale del
Califfato che, a questo punto, svolge una funzione reale di coordinamento
globale delle rivolte locali. Per capire la differenza epocale tra Occidente e
lo jiahdismo nero, occorre analizzare il concetto del Tempo, nel mondo
islamico. Noi archiviamo nella Storia le crociate. Il musulmano, al contrario,
vive in perenne contemporaneità con il suo passato. Milioni di credenti vivono
l'Egira come un fatto appena accaduto stamane.. E lo stesso vale per
l'umiliazione dell'Impero ottomano. Ogni giorno l'Umma cerca il riscatto con la
stessa forza di sempre!
E
Quirico racconta, in base alla sua esperienza di prigioniero dell'emiro Abu
Omar, che cosa significasse vedersi togliere i vestiti di dosso. Un modo per
spogliare della dignità e personalità la propria vittima, prima di ucciderla!
Vi siete mai chiesti il perché di quella divisa nera, che ogni buon jiahdista
indossa in ogni parte del mondo? Perché il guerriero di Dio deve essere
riconoscibile da tutti i musulmani! Un modo di mettere gli Usa figurativamente
in ginocchio, è quello di far inginocchiare, prima dell'esecuzione, i cittadini
americani prigionieri, costringendoli a vestire la divisa arancione
dell'infamia, indossata dai reclusi musulmani a Guantanamo! Ancora: come vanno
interpretate quelle esecuzioni, così ferocemente sanguinarie?Semplice: attraverso
l'orrenda sorte delle vittime, è il mondo occidentale a essere alla mercé del
Califfato. Si sgozzano i prigionieri, proprio come si fa con i montoni, per
ricordare il sacrificio di Abramo!
Racconta
Quirico che, in Siria, ha incontrato bambini di 10 anni, i quali avevano
caricato sui loro telefonini alcuni video, che filmavano il linciaggio di
prigionieri infedeli. La realtà assurda è che quegli assassini seriali dell'Isi
vogliono essere, in realtà, dei.. santi! Uccidere e morire! Ma, si chiede
Quirico, quale è l'enorme energia che muove questo passaggio, mostruosamente
radicale? Perché vanno a morire in Siria da tutto il mondo? Spiegazione
semplice e destrutturante, senza replica: c'è nelle forme totalitarie una
terribile seduzione. Non come qui, in Occidente, dove tutto è paritario.
Laggiù, nel Califfato Nero, il Mondo è perfettamente pianificato, dove Tu, e
solo Tu, Il Credente, sei il Bene! Chi per primo trovasse un rimedio
(culturale!) a tutto ciò, è pregato di comunicarcelo!