Lo strano caso del libro senza titolo
Un buon titolo è senza dubbio una delle chiavi per il
successo di un libro: come per le copertine, si fanno prove e controprove, si
valuta quale potrebbe essere l’impatto del titolo sul pubblico e se
effettivamente trasmette quello di cui si parla. Ci sono teorie su come si
fanno i titoli: Umberto Eco, per esempio, dice che il titolo di un libro
dovrebbe essere un po’ fuorviante o, almeno, non troppo didascalico. Meglio,
secondo Eco, un nome di persona o un evento generale in modo che né l’autore né
l’editore diano un’interpretazione troppo restrittiva del libro.
Non si è
posto questo problema l’autore che nel 1830 ha pubblicato a Parigi il libro
senza titolo. Sì, questo il titolo: Il libro senza titolo. Argomento del
libro sono i danni che può procurare la masturbazione. Nel libro si racconta la
storia di un giovane che, per essersi dedicato all’arte del piacere solitario,
trova la morte a soli diciassette anni. La narrazione procede per immagini:
delle riproduzioni molto belle di questo giovane che piano piano sfiorisce.
Diciamolo subito senza tema di smentita: masturbarsi
non provoca nessuno degli effetti rappresentati in questa pubblicazione (se
fosse vero, i ventenni sarebbero una rarità su questa nostra terra). Il libro,
però, risulta tremendamente affascinante, con la cura per i colori, le
didascalie scarne, le immagini pudicissime in contrasto con l’impudicizia che
secondo i parametri di allora (anche di oggi?) è stata commessa. A quanto
risulta di questo libro esiste una sola copia e si trova al British Museum.
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