mercoledì 18 febbraio 2015

Domenico Quirico e il Califfo Nero


Domenico Quirico e il Califfo Nero

di Maurizio Bonanni

Ho assistito, presso "La Feltrinelli", di Galleria Sordi in Roma, alla presentazione del libro di Domenico Quirico, dal titolo "Il Grande Califfato", e alla susseguente mini-conference improvvisata, da parte dell'Autore. Perché, nel caso di Quirico, come di Terzani e Fallaci, si corre mille volte il rischio della vita, viaggiando nei luoghi più pericolosi del mondo? Semplice, dice Quirico: per entrare nella vita dell'Altro, capirne le ragioni, il credo (religioso, politico, ideologico), scontando la stessa aria, respirando la sua stessa cultura, o follia. L'unico modo di conoscere e portare in superficie, per il resto del mondo, quello che accade nelle viscere ignote della Terra degli Uomini. Perché, comunque fosse, quei popoli, quelle genti, quelle minoranze violente (e, talvolta, genocidarie) volevano raccontarsi. Far sapere di sé. Forse, giustificarsi, agli occhi della Storia e del Mondo. Perché, come sostiene un mio carissimo amico, professore di filosofia, "L'Umanità chiede ascolto, perché è, fondamentalmente e indefessamente, avida di orecchie. Tutto quel battersi il petto, quel rivendicare bisogni primari, senza riconoscere il primo bisogno, quello di raccontarsi, per tramandarsi, per sfuggire al fondato sospetto di essere irrimediabilmente soli".

Ma, oggi, dice Quirico, nel caso dell'Isi (che invita a ribattezzare Daesh, acronimo arabo, che sta per: "al Dawal al Islamiya fi Iraq al Sham". Dove appunto Sham è la Grande Siria, il Levante, o magari "Damasco", ma intendendo Damasco per tutta l’area, come si usa "Roma" per tutto l’impero romano. Cfr. "R.it"), quello che è stato valido, per un'intera vita di esploratore, ormai, nel caso del Califfato Nero, non gli serve più a nulla! Sentiamolo direttamente dalle sue parole: "Oggi, io non posso più attraversare interi territori! Gli jiahdisti non hanno più interesse a farsi raccontare! «Perché -ci dicono- è totalmente ininfluente che cosa pensiate voi di noi!». Quando nel tuo interlocutore non riconosci più l'Altro, per cui non hai alcun interesse ad avvicinarlo e a farti riconoscere, tutto ciò priva il resto dell'Umanità dello strumento della conoscenza, del racconto. Dopo il 2012 nessuno è andato più, liberamente, nelle zone controllate dal Califfato, che parla si sé con una voce unica! Manca la testimonianza. Non è più possibile raccontare quello che succede ad altri uomini."

A proposito dei giovani barbudos fondamentalisti, Quirico ci dice che i nuovi predicatori hanno cancellato loro il passato, inscrivendoli nell'unico, alienante disegno di un orizzonte monopolistico e totalizzante, fatto di "Guerra e Preghiera", praticate da soli uomini! Si pensi che Daesh-Isis, nel 2013, semplicemente non esisteva. Era uno dei tanti gruppi che combattevano in Siria. Appena un anno dopo, nel 2014, il Califfo Nero sale sul pulpito della neo conquistata moschea di Mosul, e proclama il nuovo Califfato Islamico, che ora si estende per una buona parte della Siria e dell'Iraq. Ed è proprio il Califfato a proporsi, a livello planetario, come un punto di orientamento per altre formazioni islamiche. Boko Aram, ad es., ha cancellato l'esercito nigeriano da quella regione di mondo, oggi sotto il suo controllo! La Mauritania fino al Ciad è controllata da formazioni pro Al Qaeda, federate al Califfato. Nel nord del Kenia, fermano gli autobus e obbligano i passeggeri a recitare versi del Corano. Chi non ci riesce, è eliminato!

Globalità e interconnessione. Questa è la forza di costruzione di un'entità totalitaria. I totalitarismi dividono gli esseri umani, tirando linee diritte. Due esempi, per capire. In Hitler la razza era il totem totalitario. Per Stalin, invece, la classe, sostituiva la razza! I puri, per gli uni, erano gli ariani. I proletari, per gli altri. Così, l'appartenenza è segnata, in modo incancellabile, al momento della nascita stessa degli individui dominati! La condanna a morte degli ebrei tedeschi era, in pratica, scritta sulla loro carta d'identità! Il Califfato fa un'operazione, sostanzialmente, identica: propone una visione verticale degli esseri umani dal punto di vista religioso. Di Sopra i waabiti. Di Sotto tutti gli altri. Musulmani "eretici" compresi! Bin Laden voleva globalizzare la paura, l'atto terroristico. La sua strategia si esauriva in un problema globale di sicurezza.. Il Califfato, invece, rappresenta una realtà politica strutturata, e non religiosa! Nasce, cioè, per difendere le terre dell'Islam dalle guerre di religione.

L'idea geniale di Ataturk, per far uscire quel che restava dell'impero ottomano dal Medio Evo dell'arretratezza socio-economica e politica, fu quella di distruggere l'ultimo Califfato, intorno agli anni Venti del XX sec.. Oggi, è il Nuovo Califfo a intuire che il ritorno del Califfato può essere l'elemento politico unificante dell'intera Umma musulmana. Per capirci: nelle bandiere dell'Isis i Tuareg hanno trovato la via per la loro rivolta! Il segreto è che ognuna delle avanzate di queste singole rivoluzioni vengono incastonate (come in un grande mosaico planetario) nei successi e nel dominio ideale del Califfato che, a questo punto, svolge una funzione reale di coordinamento globale delle rivolte locali. Per capire la differenza epocale tra Occidente e lo jiahdismo nero, occorre analizzare il concetto del Tempo, nel mondo islamico. Noi archiviamo nella Storia le crociate. Il musulmano, al contrario, vive in perenne contemporaneità con il suo passato. Milioni di credenti vivono l'Egira come un fatto appena accaduto stamane.. E lo stesso vale per l'umiliazione dell'Impero ottomano. Ogni giorno l'Umma cerca il riscatto con la stessa forza di sempre!

E Quirico racconta, in base alla sua esperienza di prigioniero dell'emiro Abu Omar, che cosa significasse vedersi togliere i vestiti di dosso. Un modo per spogliare della dignità e personalità la propria vittima, prima di ucciderla! Vi siete mai chiesti il perché di quella divisa nera, che ogni buon jiahdista indossa in ogni parte del mondo? Perché il guerriero di Dio deve essere riconoscibile da tutti i musulmani! Un modo di mettere gli Usa figurativamente in ginocchio, è quello di far inginocchiare, prima dell'esecuzione, i cittadini americani prigionieri, costringendoli a vestire la divisa arancione dell'infamia, indossata dai reclusi musulmani a Guantanamo! Ancora: come vanno interpretate quelle esecuzioni, così ferocemente sanguinarie?Semplice: attraverso l'orrenda sorte delle vittime, è il mondo occidentale a essere alla mercé del Califfato. Si sgozzano i prigionieri, proprio come si fa con i montoni, per ricordare il sacrificio di Abramo!

Racconta Quirico che, in Siria, ha incontrato bambini di 10 anni, i quali avevano caricato sui loro telefonini alcuni video, che filmavano il linciaggio di prigionieri infedeli. La realtà assurda è che quegli assassini seriali dell'Isi vogliono essere, in realtà, dei.. santi! Uccidere e morire! Ma, si chiede Quirico, quale è l'enorme energia che muove questo passaggio, mostruosamente radicale? Perché vanno a morire in Siria da tutto il mondo? Spiegazione semplice e destrutturante, senza replica: c'è nelle forme totalitarie una terribile seduzione. Non come qui, in Occidente, dove tutto è paritario. Laggiù, nel Califfato Nero, il Mondo è perfettamente pianificato, dove Tu, e solo Tu, Il Credente, sei il Bene! Chi per primo trovasse un rimedio (culturale!) a tutto ciò, è pregato di comunicarcelo!

 

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