In concomitanza con la
festa del Borgoantico a Villa Lagarina (TN)
l'Associazione nordsud organizza
la presentazione!
... Il realismo di Arioti è rivestito di quella particolare patina di
ironia e canzonatura che dà il segno e il livello della sua arte. Il
linguaggio è un piacevolissimo impasto tra dialetto siciliano e
lingua ufficiale, impasto colorito e forbitissimo. Le similitudini,
enunciate a tutto spiano, sono uno degli ingredienti immancabili
della sua variopinta descrizione, come immancabile è quel
suo modo di guardare e riportare scenograficamente ogni angolazione
e ogni particolare di quello che sta intorno...
... Il romanzo è cosparso di volti e personaggi che compongono
il quadro complessivo di un’umanità brulicante che ha
come centro di riferimento Ballarò, nell’Albergheria di Palermo...
...Non soltanto il protagonista, ma tutti i personaggi si affacciano
e si muovono in questo palcoscenico palermitano con
una punta di sottile comicità, che rappresenta il distintivo artistico
– letterario originale e più caratteristico di questo autore.
Le attinenze all’humour pirandelliano, ma anche alla comicità
manzoniana, appaiono evidenti, eppure, questo fondamentale
meccanismo dell’arte, investe tutti quanti i personaggi ed
è giocato dentro uno scomparto umano che non ha nulla di
idealismo, ma che riguarda, invece, la vera e cruda realtà dei
nostri tempi...
... L’autore, profondo conoscitore della sua Palermo, dei palazzi,
delle strade, della storia, ma anche della sua gente,
costruisce numerosi bozzetti con una pregevole vivacità descrittiva
che lo contraddistingue, abbandonandosi non di rado
a slanci personalissimi di autentica poesia, e creando angoli,
passaggi, intermittenze paesaggistiche e monumentalistiche,
che sembrano carezze veloci dell’artista spalmate sopra il racconto
dal fondo umano amarissimo....
... Possiamo concludere tranquillamente che questo volume di
Ugo Arioti si collega alla migliore tradizione letteraria siciliana,
a cominciare dal Verga, e passando poi per Tomasi da Lampedusa,
per Pirandello e per Leonardo Sciascia...
Ugo Arioti nasce a Palermo, il 15 marzo 1955. Laureato in architettura,
inizia presto a svolgere questa sua attività professionale. Ha partecipato
al gruppo Medicultura con il Prof. Aurelio Rigoli, Vincenzo Porcasi,
Francesco Silvestri, Antonio Jannazzo. Oggi scrive e dipinge le sue
tele, che sono molto apprezzate. Il teatro è la sua passione e Palermo
la sua anima. Tra gli scritti già pubblicati:
• Passeggiando per il Corso dei Mille (Il Corso dei Mille a Partinico -
storie, simboli, significati e tradizioni di un sistema urbano aperto)
con la prefazione del prof. Vincenzo Porcasi;
• Partinico: Disegnare il futuro Etnostorico del Territorio e del Centro
Storico della città (Per un modello di sviluppo sostenibile);
• libri di narrativa come "Le ali della libertà", "Il nome di mio padre".
“Mi piace osservare il Mondo degli uomini e le loro occupazioni, preoccupazioni
e sentimenti, insomma tutto quello che chiamiamo modo di
vivere e comporre la storia della gente dal basso e non dall’alto. Bisogna,
come dicevano più illustri scrittori, sporcarsi le mani di umanità e
cercare di capire, piuttosto che dare giudizi affrettati, e, quasi sempre,
pregiudiziali. Devi amare la vita e leggerla comprendendo dentro la
riscrittura l’amore”.
ironia e canzonatura che dà il segno e il livello della sua arte. Il
linguaggio è un piacevolissimo impasto tra dialetto siciliano e
lingua ufficiale, impasto colorito e forbitissimo. Le similitudini,
enunciate a tutto spiano, sono uno degli ingredienti immancabili
della sua variopinta descrizione, come immancabile è quel
suo modo di guardare e riportare scenograficamente ogni angolazione
e ogni particolare di quello che sta intorno...
... Il romanzo è cosparso di volti e personaggi che compongono
il quadro complessivo di un’umanità brulicante che ha
come centro di riferimento Ballarò, nell’Albergheria di Palermo...
...Non soltanto il protagonista, ma tutti i personaggi si affacciano
e si muovono in questo palcoscenico palermitano con
una punta di sottile comicità, che rappresenta il distintivo artistico
– letterario originale e più caratteristico di questo autore.
Le attinenze all’humour pirandelliano, ma anche alla comicità
manzoniana, appaiono evidenti, eppure, questo fondamentale
meccanismo dell’arte, investe tutti quanti i personaggi ed
è giocato dentro uno scomparto umano che non ha nulla di
idealismo, ma che riguarda, invece, la vera e cruda realtà dei
nostri tempi...
... L’autore, profondo conoscitore della sua Palermo, dei palazzi,
delle strade, della storia, ma anche della sua gente,
costruisce numerosi bozzetti con una pregevole vivacità descrittiva
che lo contraddistingue, abbandonandosi non di rado
a slanci personalissimi di autentica poesia, e creando angoli,
passaggi, intermittenze paesaggistiche e monumentalistiche,
che sembrano carezze veloci dell’artista spalmate sopra il racconto
dal fondo umano amarissimo....
... Possiamo concludere tranquillamente che questo volume di
Ugo Arioti si collega alla migliore tradizione letteraria siciliana,
a cominciare dal Verga, e passando poi per Tomasi da Lampedusa,
per Pirandello e per Leonardo Sciascia...
Ugo Arioti nasce a Palermo, il 15 marzo 1955. Laureato in architettura,
inizia presto a svolgere questa sua attività professionale. Ha partecipato
al gruppo Medicultura con il Prof. Aurelio Rigoli, Vincenzo Porcasi,
Francesco Silvestri, Antonio Jannazzo. Oggi scrive e dipinge le sue
tele, che sono molto apprezzate. Il teatro è la sua passione e Palermo
la sua anima. Tra gli scritti già pubblicati:
• Passeggiando per il Corso dei Mille (Il Corso dei Mille a Partinico -
storie, simboli, significati e tradizioni di un sistema urbano aperto)
con la prefazione del prof. Vincenzo Porcasi;
• Partinico: Disegnare il futuro Etnostorico del Territorio e del Centro
Storico della città (Per un modello di sviluppo sostenibile);
• libri di narrativa come "Le ali della libertà", "Il nome di mio padre".
“Mi piace osservare il Mondo degli uomini e le loro occupazioni, preoccupazioni
e sentimenti, insomma tutto quello che chiamiamo modo di
vivere e comporre la storia della gente dal basso e non dall’alto. Bisogna,
come dicevano più illustri scrittori, sporcarsi le mani di umanità e
cercare di capire, piuttosto che dare giudizi affrettati, e, quasi sempre,
pregiudiziali. Devi amare la vita e leggerla comprendendo dentro la
riscrittura l’amore”.