Lago d'Iseo .... Christo
Impossibile
allungare la vita dei pontili arancioni dell'artista bulgaro: la provvisorietà
è proprio un tratto caratteristico delle sue opere. Il numero dei visitatori
arrivati da ogni parte è stato più del doppio delle stime iniziali
Non ci sarà
nessuna cerimonia di chiusura. Così come, del resto non c'era stata nessuna
inaugurazione. Mancano poche ore alla fine di The Floating Piers, il sistema di
pontili fluttuanti che l'artista bulgaro Christo ha montato sul lago d'Iseo
regalando ai moltissimi visitatori la sensazione di camminare sulle acque,
meglio se - come suggerito dallo stesso Christo - si è
accettato di camminare a piedi nudi. Un gioco di
parole che, naturalmente ha contribuito a rendere l'opera ultrapopolare sui
siti, sui social, sulla stampa nazionale ed estera.
Ma non è stato
solo un successo virtuale quello di Christo. Un numero impressionante di
persone, il doppio del previsto - il 29 giugno il
tetto del milione di visitatori era già stato sfondato - sono partite in treno, in auto e hanno fatto file di
ore sotto un solo feroce con l'ansia e la fretta di camminare sul lago, perché
il tempo era poco: solo 16 giorni, dal 18 giugno al 3 luglio. Secondo le stime
della prefettura di Brescia sono state, in media, centomila le persone al
giorno che si sono messe in marcia. Il milione e trecento mila è stato superato
nelle ore scorse, alcune stime parlano di un milione e mezzo di visitatori.
"La gente viene da ogni parte per camminare verso il nulla - diceva ammirato l'atista - Non per lo shopping, non per incontrare gli amici". Poi ammoniva: "Se non avete pazienza, non venite. L'attesa fa parte dell'esperienza". Così come la pioggia, il vento, il sole, la luce del giorno e il buio. Tanti hanno anche tifato affinché l'opera non venisse smontata, ma diventasse perenne o almeno, si è chiesto, l'artista allunghi la vita del suo capolavoro.
"La gente viene da ogni parte per camminare verso il nulla - diceva ammirato l'atista - Non per lo shopping, non per incontrare gli amici". Poi ammoniva: "Se non avete pazienza, non venite. L'attesa fa parte dell'esperienza". Così come la pioggia, il vento, il sole, la luce del giorno e il buio. Tanti hanno anche tifato affinché l'opera non venisse smontata, ma diventasse perenne o almeno, si è chiesto, l'artista allunghi la vita del suo capolavoro.
Ma le opere
dell'artista bulgaro, esponente della land art, sono così: temporanee,
accessibili a tutti e gratuite. Così è stato quando ha avvolto il Pont Neuf a
Parigi o il Reichstag a Berlino. Nessuna deroga, neanche a parlarne. Che sarebbe stato un successo di pubblico, comunque, si era
capito da subito. Il giorno della non-inaugurazione Sulzano (il paese da cui
partono i Piers) scoppiava: "Il territorio è saturo, è sconsigliato
intraprendere viaggi verso l'opera". Erano le 15 circa quando gli organizzatori
hanno dovuto diramare l'avviso. L'opera aveva già fatto il tutto esaurito.
Per calcolare
l'indotto economico è ancora presto, il bilancio verrà fatto nei prossimi
giorni. L'opera è stata pagata in proprio da Christo stesso - 15 milioni la spesa
finanziata vendendo i bozzetti e i modelli preparatori dell'opera - ma tutto il
territorio ne ha beneficiato. Quando i pontili saranno definitivamente chiusi
(nelle prime ore di domani verranno smontati i primi 20 metri di passerella in
modo da renderla no più percorribile) ci sarà
una conferenza stampa per fare "un bilancio
dell'operazione" con il presidente della Regione, Roberto Maroni, e
l'artista. L'impressione, comunque, è che l'arte può dare da mangiare. Ne è
convito Christo che ha inseguito questo sogno per 40 anni, da quando nel 1970,
insieme con la moglie Jeanne-Claude (che è morta nel 2009) aveva immaginato
un'opera di questo tipo pensando di realizzarla prima in Argentina, poi in
Giappone.
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