Il punto più profondo del nostro essere: l’ “Io”
Parte un'altra avventura, la nostra esplorazione verso gli abissi della coscienza umana. Faremo questa esplorazione, attraversando l'inconscio, con piloti di ogni estrazione e credo. Scuole diverse di pensiero e di scienza. Pronti? Partiamo con uno dei più illustri studiosi della Kabbalah, Michael Laitman Fondatore e presidente del Bnei Baruch Kabbalah Education e Research Institute.
Ugo Arioti
Ogni persona ha un punto che è stato creato “dal niente” dal Creatore.
Questo punto è ciò che fa sentire alla persona la sua individualità e
la sua unicità. La nostra vita intera è una battaglia per questo “IO”,
per l’indipendenza o l’unicità – Midat Yehud.
Una persona è guidata dal desiderio di migliorarsi, di sentire che
esiste. Tutto il piacere e l’appagamento che sente è secondario. Il
punto cruciale è di assicurarsi che questo “IO” esista.
Questo “IO” è qualcosa di cui un individuo non si può mai sbarazzare.
Egli può rinunciare a qualsiasi altra cosa, anche alla sua vita, ma non
al suo “IO”, perché questo punto è al di sopra di lui, e si è formato
prima ancora che lui ne avesse coscienza. Questa è la ragione per cui un
uomo deve percorrere un percorso così difficile: rinunciare al suo
precedente “IO” egoistico e ottenere un diverso “IO”, uno che somigli al
Creatore.
Il Creatore aiuta l’uomo a cambiare la base su cui il suo “IO” si
trova. Invece che nutrirsi di piacere, l’uomo riceve l’energia della
dazione e si innalza al di sopra del suo “IO” egoistico verso il suo
vero “IO”. Questo è il modo in cui raggiunge la vera indipendenza e la
sensazione di un “IO” eterno. E quando egli ritorna al punto creato “dal
niente”, egli raggiunge lo stato di pace e di perfezione.
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