Facciamo un gioco con i fatti dell’ultima settimana: la “pista cifrata” della Settimana Enigmistica, quella dei puntini numerati da unire con la penna. E vediamo che disegno ne esce.
1. Report, programma cult di giornalismo investigativo di Rai3, firmato per anni da Milena Gabanelli e ora da Sigfrido Ranucci, svela uno dei tanti misteri gloriosi: perché il costruttore Pessina fu ben felice di buttare un po’ dei suoi soldi per acquistare un bidone come l’Unità, organo Pd al disastro che perde 400 mila euro al mese; e perché Romeo, imprenditore di successo, tentò di svenarsi per portargliela via. La risposta, secondo Report, è nei lauti appalti che Pessina ha poi ottenuto da amministrazioni e aziende pubbliche controllate dal Giglio Magico: dal gasdotto in Kazakhstan all’ospedale di La Spezia. Risultato: Renzi bolla Report di “pura follia” e annuncia querele e cause; i suoi sgherri bombardano il programma in tutti i talk e i tweet; il centro e la destra, anziché difender
e l’impeccabile inchiesta mai smentita nei fatti da nessuno, mettono pure loro mano alla fondina.
2. Anche Bianca Berlinguer, licenziata dal Tg3 per leso renzismo, poi confinata in un programma pomeridiano (Cartabianca) e infine chiamata a rianimare l’encefalogramma piatto del talk narco-renziano Politics, entra nel mirino dei renziani. Guelfo Guelfi, il Matteo boy del Cda Rai, invoca da un mese (in un’intervista al samiszdat clandestino Il Foglio, per non dare troppo nell’occhio) la chiusura del programma, reo di ospitare anche Bersani, Di Maio e financo Travaglio. Sarebbe invitato anche Renzi, ma il suo nuovo comunicatore-epuratore Michele Anzaldi, dice no per non legittimare uno dei pochi programmi liberi rimasti.
3. Siccome il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto non si decide a chiudere Report e Cartabianca, che purtroppo raccolgono buoni ascolti, mentre le tre reti di Viale Renzini e i tre TgRenzi (soprattutto il terzo deberlinguerizzato) colano a picco, i renziani e gli ascari di centro-destra cannoneggiano pure lui, da essi stessi nominato per meriti leopoldi due anni fa e ora vogliono rimpiazzarlo con uno ancor più leopoldo in vista della campagna elettorale.
4. Il Tg1 spara balle a raffica (tipo la Raggi che riapre la discarica di Malagrotta), censura le smentite alle sue balle (tagliata la rettifica dell’assessora Montanari), nasconde notizie sgradite al governo (la tesi plagiata dalla Madia) e gonfia quelle sgradite alle opposizioni (titoloni su Grillo e Di Battista indagati per l’orribile delitto di diffamazione).
Due 5Stelle con telecamera avvicinano per strada il direttore Mario Orfeo per chieder conto delle balle. Scena muta, seguita da una canea di tartufi trasversali che strillano all’“assalto squadristico”, allo “stalking”, all’attentato alla libertà di stampa del nostro eroe. Così a nessun cittadino verrà più il trip di verificare l’uso che si fa del suo canone in bolletta alla voce “informazione”.
5. L’ex premier ed ex segretario Renzi, mentre i suoi e Repubblica attaccano i 5Stelle che rifiutano i confronti in tv con altri politici, rifiuta i confronti in tv con gli altri candidati alle primarie, Emiliano e Orlando. Poi si presenta a Ottoemezzo senza confrontarsi con altri politici e insulta uno dei pochi giornali non ancora al suo servizio (“il Falso quotidiano”), pretende che chiediamo “scusa a mio padre” (ma non dice per cosa), racconta che “Travaglio fugge dal processo” nato da una citazione del babbo (ma i processi penali si celebrano anche se l’imputato fugge, e in quello non c’è stata alcuna fuga perché è una causa civile su atti scritti presentati dagli avvocati e non dalle parti in lite) e annuncia che “il buonismo è finito”, ora “iniziamo a denunciare”: ci farà sapere lui a chi toccherà con opportuni comunicati. Per molto meno, quando Di Maio diffamato da tg e giornaloni annunciò querele e si rivolse all’Ordine, fu tutto uno stracciar di vesti per le “liste di proscrizione”. Per Renzi invece tutto tace: se denuncia chi sta al potere è democrazia, se denuncia l’opposizioneè fascismo.
6. Il capitano del Noe che ha coordinato per la Procura di Napoli l’inchiesta Consip scoprendo tangenti e traffici per truccare il più grande appalto d’Europa, viene indagato per falso per aver invertito nell’informativa ai pm (ma non nella trascrizione, che è corretta) due nomi in una delle migliaia di frasi intercettate. Apriti cielo: a reti, social ed edicole unificati si urla alle “intercettazioni falsificate”, all’“inchiesta taroccata”, a “papà Renzi scagionato” e ovviamente al “complotto” con tanto di “mandanti”. Uno su tutti: il pm napoletano Woodcock (che non c’entra nulla: l’informativa era per i pm romani che hanno ereditato l’indagine). Così tutti gli investigatori e i pm sono avvertiti: non si indaga sugli amici e i parenti di Renzi.
Unendo i puntini, emerge un disegno che sapremmo descrivere meglio di così: “Io sono costernato, perché tutto questo mi evoca dei ricordi poco simpatici. Questi pensano: ‘Ripuliremo la stalla’, ‘faremo piazza pulita’… Ma questo linguaggio chi glielo ispira? Ci ricorda delle cose che avremmo voluto dimenticare. Era Mussolini che parlava così”. Parole di Indro Montanelli del 20 marzo 2001 sui deliri epuratori di B.&C. dopo una famosa puntata del Satyricon di Daniele Luttazzi. Il grande Indro ce l’aveva col centrodestra: “Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello”. Ora basta sostituire “destra” con “PdR” e il gioco è fatto. Se non vi piace il presepe, ritagliate e spedite la cartolina a pag. 4, oppure postatela sui social. Così capiranno che siamo in tanti.
Marco Travaglio F.Q. 15 Aprile 2017
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