Un giorno dietro i vetri blindati dello sportello, di fronte a rabbia, attesa, disperazione. E alla fine la stessa domanda: "Ma quanto devo pagare?". L'impiegato in trincea però si difende: "Non siamo i gabellieri del terzo millennio, possiamo rimettere in carreggiata una ditta, una persona, una vita". Con una parola magica: "Rateizzazione" di JENNER MELETTI
PADOVA - La signora sembra una statua di sale. Fissa Stefania, "operatrice allo sportello", e non gira mai la testa, così quelli che aspettano il loro turno seduti nell'atrio non vedono che sta piangendo. "Ho un debito con l'Inps, devo pagare 650 euro al mese. Ma adesso quei soldi non li ho perché fino a luglio devo pagare il mutuo per la casa. Potete aspettare? Da agosto in avanti sarò puntuale".
Le facce raccontano già tutto, davanti ai vetri del palazzo padovano di Equitalia Nord spa. Raccontano speranza, rabbia, attesa, disperazione. I cicalini che permettono il dialogo attraverso i vetri blindati mettono in un frullatore le stesse parole: ipoteca, notifica, ammortamento, rata, verifica, cartella, scadenza, bollettino...
Alla fine, la stessa domanda: "Ma quanto devo pagare?". Voci sussurrate, come nell'anticamera di un medico. "Se qualcuno grida o batte i pugni sullo sportello arrivo subito io", dice Franco Marchiori, responsabile del settore "incassi e servizi ai contribuenti". "Lo invito in uno di questi salottini delle informazioni, dove non ci sono vetri divisori. Ascolto i problemi, cerco di dare risposte. L'importante è tenere a mente che chi si presenta qui è comunque una persona che vuole pagare le tasse, anche se in ritardo. È una persona che è nei guai ma che ha il diritto di avere una speranza. Purtroppo c'è anche chi si tiene tutto dentro, non si presenta nemmeno ai nostri sportelli. E così ogni mattina, quando prendi in mano il giornale, hai paura".
Dalle 200 alle 400 persone al giorno arrivano qui, davanti a tre sportelli "Informazione" e agli otto sportelli "Cassa" dell'unica sede Equitalia di Padova e provincia. Una fila continua dalle 8,25 alle 13,25, il giovedì anche dalle 14,20 alle 15,45. "Lo so - dice Franco Marchiori - non facciamo il mestiere più bello del mondo. Ma gli esattori ci sono sempre stati e noi cerchiamo di fare questo lavoro nel modo più civile possibile.
"Usurai" e "Assassini", hanno scritto sui muri del palazzo e questo ci fa male, anche perché chi pensa che noi siamo davvero così non viene a chiedere il nostro aiuto. E noi siamo i soli che possono rimettere in carreggiata una ditta, una persona, una vita". Un giorno dietro i vetri blindati, per raccontare i volti e i problemi di chi va "da quelli delle tasse" e le risposte che riceve. "C'è un clima pesante, attorno a noi, dopo tutte le notizie di suicidi, di proteste, di minacce... Vede quel signore che sta uscendo? Mi ha appena detto che, venendo qui, aveva paura di essere arrestato ".
È un artigiano polacco, sui 40 anni. "Lavora in Italia da sempre ma quattro anni fa è andato in crisi, con il lavoro e con la famiglia. Gli è arrivata una prima cartella da pagare, tre anni fa, per 70.000 euro, per evasione dell'Iva e dei contributi Inps. Il suo "consulente" gli aveva detto di fare finta di nulla. Adesso il debito è cresciuto, siamo a 103mila euro e anche con dentro la paura delle manette finalmente è venuto da noi. Gli ho spiegato che il debito si può rateizzare, che potrà pagare in sei anni. Mi ha ringraziato".
"Se accetti la rateizzazione - racconta Mauro Bronzato, direttore generale Equitalia del Veneto - significa che ti metti a posto, non sei più un evasore e l'Inps può rilasciare il Durc, il documento unico regolarità contributiva. L'artigiano polacco potrà così riprendere il lavoro e partecipare ad appalti e bandi, non essendo più considerato un soggetto moroso. Certo, il debito resta ma non ci sono più gli interessi di mora. Io penso che la rateizzazione sia lo strumento più utile per abbattere la disperazione. Fino a marzo, per poter fare questa operazione, dovevi chiedere l'autorizzazione all'ente creditore, come l'Inps, l'Agenzia delle entrate, ecc. E sopra i 50.000 euro si doveva fare una fidejussione. Adesso le rate sono approvate e decise da noi, anche in cinque minuti per importi fino a 20.000 euro e con tempi appena più lunghi per importi superiori. A tutto il mese di marzo Equitalia aveva già rateizzato 20 miliardi di debiti, un miliardo solo qui nel Veneto. E proprio oggi abbiamo ricevuto una nuova disposizione: si possono accettare anche rate a importo crescente. Se un imprenditore è in crisi pagherà meno nei primi mesi dopo la ripresa dell'attività e sarà in grado di sostenere una spesa maggiore quando l'attività sarà a pieno regime".
"Se accetti la rateizzazione - racconta Mauro Bronzato, direttore generale Equitalia del Veneto - significa che ti metti a posto, non sei più un evasore e l'Inps può rilasciare il Durc, il documento unico regolarità contributiva. L'artigiano polacco potrà così riprendere il lavoro e partecipare ad appalti e bandi, non essendo più considerato un soggetto moroso. Certo, il debito resta ma non ci sono più gli interessi di mora. Io penso che la rateizzazione sia lo strumento più utile per abbattere la disperazione. Fino a marzo, per poter fare questa operazione, dovevi chiedere l'autorizzazione all'ente creditore, come l'Inps, l'Agenzia delle entrate, ecc. E sopra i 50.000 euro si doveva fare una fidejussione. Adesso le rate sono approvate e decise da noi, anche in cinque minuti per importi fino a 20.000 euro e con tempi appena più lunghi per importi superiori. A tutto il mese di marzo Equitalia aveva già rateizzato 20 miliardi di debiti, un miliardo solo qui nel Veneto. E proprio oggi abbiamo ricevuto una nuova disposizione: si possono accettare anche rate a importo crescente. Se un imprenditore è in crisi pagherà meno nei primi mesi dopo la ripresa dell'attività e sarà in grado di sostenere una spesa maggiore quando l'attività sarà a pieno regime".
“Sappiamo - dice il direttore regionale - che la gente non è mai entrata volentieri nei nostri uffici. Ma noi andiamo in giro, soprattutto nelle associazioni di categoria, a ripetere che solo ai nostri sportelli si può trovare una prospettiva. Certo, dopo l'incontro il debitore non si mette certo a fare salti di gioia. Sa che ci deve dei soldi e deve pagarli davvero. Ma almeno ha idee chiare su come muoversi e sa quanto tempo ha a disposizione. Può sembrare strano, ma c'è chi ci ringrazia. Certo, l'inizio del colloquio non è mai facile. Oltre a chi chiede uno sconto c'è chi pensa che se paghi la metà subito l'altra metà sarà abbuonata. Ma l'importante è arrivare a un progetto di rientro dal debito. Solo così sei sicuro - diciamo la verità: speri - di non trovare sul giornale del giorno dopo il nome di chi ha deciso di arrendersi. No, non ci sentiamo i "gabellieri" del terzo millennio, ma sappiamo che il nostro lavoro ha un impatto pesante. Per questo cerchiamo di farlo nel mondo meno invasivo possibile".
Franco Marchiori presenta i colleghi blindati dietro ai vetri. "Ecco Ilaria, Giorgio, Stefania, Mara, Giovanni, Francesco...".
"In fondo - racconta - siamo un po' come i confessori che ascoltano storie piccole e altre enormi. C'è il signore che viene a pagare una decine di multe che non sapeva di avere ricevuto e intanto guarda il figlio - era lui a guidare l'auto del padre - come per dirgli: appena fuori, facciamo i conti. C'è chi arriva qui per il canone tv non pagato e chi invece ha evaso 20 milioni di Iva. Quel signore che adesso sta preparando un progetto per le rate con il mio collega è un artigiano che è nei guai e non per colpa sua. Ha dato i soldi per le tasse a un consulente e questi è sparito. 'Se lo trovo gli sparo', mi ha detto. 'Se lo trovate voi avvisatemi così lo accoppo'. Ci sono storie paradossali. Un'operaia ha lavorato senza ricevere mai i contributi e adesso è lei che deve pagarne una parte, per corresponsabilità. Un'altra dipendente è venuta qui a pagare le tasse che dovevano essere pagate dal suo datore di lavoro. 'Lo faccio per non perdere il posto', mi ha detto".
Al Ciao bar, di fronte a Equitalia, raccontano che "una volta erano tanti gli incazzati che uscivano da lì dentro e venivano qui a bere per consolarsi". "Adesso quasi tutti hanno alzato bandiera bianca. Sanno che al massimo puoi chiedere di non pagare tutto e subito".
Oggi non c'è ressa, ma ci sono sempre persone in attesa. "Equitalia, per un Paese più giusto", annuncia un manifesto. "Ho un bar - racconta Gerardo - e fra cento tasse te ne puoi dimenticare una. E così ho pagato il triplo, più 1.300 euro per l'avvocato che mi ha accompagnato qui, un'ora in tutto".
Tatiana racconta la storia dello zio arrivato da Chisinau. "Quattro anni fa ha avuto un colpo al cuore e non ha più lavorato. Ma le tasse sono arrivate ugualmente. Sono venuta a chiedere come potrò pagare 9.300 euro". Un anziano investe Martina, bancone di Prima accoglienza. "È vostra questa lettera? Io il canone tv l'ho pagato". "No, guardi, è dell'Agenzia delle entrate". "Stavolta ghe sparo". "Scusi, ma quanti anni ha?". "Ottanta". "Lo sa che dopo i 75 non si paga più il canone? ". La signora con 650 euro di debito al mese con l'Inps è appena uscita con le lacrime agli occhi. Ma almeno un nonno lascia felice il palazzo delle tasse
(10 maggio 2012)
Debbono pur trovare un modus giustificandi, ma il PROBLEMA non è l'umanità degli operatori EQUITALIA,è che questo è un apparato che non ha la possibilità di valutare se il DEBITO è REALE o PRESUNTO e manda cartelle anche due e tre volte, senza badare a spese, tanto chi paga in ogni caso è il popolo che non ha avvocati per contrastare questi SCIACALLI ISTITUZIONALIZZATI.
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