mercoledì 6 giugno 2012

Il Manifesto della Finanza Etica


Viviamo in un Mondo in cui conta sempre meno l’Uomo, la Natura, le regole di civiltà e sempre di più il Denaro.
È vero che quello che muove il Mondo è il Commercio. Senza questo interscambio oggi non ci sarebbe, sicuramente, il sistema sociale che conosciamo. E in questo contesto l’invenzione del denaro o moneta di scambio è servito per avviare il motore dei commerci e dell’organizzazione sociale delle Nazioni.  
Dal punto di vista economico, tutto ciò che viene comunemente accettato, in un dato ambito geografico, come mezzo di scambio e di pagamento e come unità di misura del valore si chiama moneta (moneta legale).
Ma, se il denaro serviva a distribuire il benessere e a permettere a sempre più ampi strati di popolazione di relazionarsi con gli altri e costruire nuove imprese, positivo, oggi questo denaro è solo un segno su un grafico che sale o scende e nei suoi salti condiziona la vita dei Paesi.
L’aberrazione capitalistica ha portato il denaro, legandolo sempre di più  ad una produzione fine a se stessa e auto referenziata, a stabilire un primato su tutto, anche sulle regole sociali e sull’Uomo. Questa è stata la fase consumistica che sta, ancora oggi e non se ne vede la fine, distruggendo le risorse delle terre emerse e dei mari. Il buco dell’Ozono e l’effetto serra, la desertificazione, i terremoti provocati dallo svuotamento del sottosuolo e quant’altro di devastante come la deforestazione, sono tutte distruzioni provocate dall’avidità sempre più feroce della GRANDE FINANZA ARMATA che oggi, con la GLOBALIZZAZIONE,  gestisce il Pianeta con la copertura dell’alibi delle DEMOCRAZIE OCCIDENTALI e dei partiti unici in ORIENTE.
In questo desolante quadro manca ormai da tempo un equilibrio a favore dell’Uomo e della Natura. Manca l’ETICA.
Le banche, che noi italiani, inventammo per diffondere la possibilità di far commerci e poi imprese oggi non sono più un motore di sviluppo, ma un mezzo per strozzare il credito e bruciare il denaro della gente. METODO DI GOVERNO DELL’ALTA FINANZA.
Nasce allora l’esigenza di riequilibrare il sistema e di stabilire un ETICA comune che metta insieme tutti allo scopo di dare dignità e utilità oltre che sostenibilità alle azioni umane.
La finanza e l'investimento sono sempre stati visti con i parametri del rendimento, del capitale, dell'interesse.
Sempre di più si sta diffondendo una nuova cultura che mira all'investimento con caratteristiche etiche, dove l'investitore mira non solo alla speculazione ma punta su attività che rispondano a certi requisiti di responsabilità sociale ed ambientale.
La borsa viene vista come un prezioso servizio all'economia di mercato quando gli investimenti non sono semplici speculazioni e manipolazioni individuali.
Da pochissimo viene teorizzata la sinergia tra economia ed etica. Ciò si deve all'economista, premio Nobel, Amartya Sen, che sostiene che al valore della ricchezza, la quale rimane sempre un elemento base del mercato, debba essere aggiunta anche la felicità, che è un concetto diverso dal benessere. Una persona è più ricca di un'altra quando è più felice ed ha ottenuto una migliore qualità della vita. La qualità della vita diviene quindi una variabile algebrica nei calcoli economici. Il mercato è vero mercato quando non produce solo ricchezza ma soddisfa anche attese e valori etici.
Il risparmiatore diviene così controllore delle conseguenze non economiche degli atti e delle azioni economiche.
Per questo vi invitiamo a leggere il MANIFESTO DELLA FINANZA ETICA.
( potete leggerlo sul sito: http://www.finanza-etica.it)
Redazione Secem

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