La Notizia:
"Provvedimento non motivato"
Tolto il 41 bis a uno degli stragisti di Capaci: il Boss Antonino Troia.
Tolto il 41 bis a uno degli stragisti di Capaci: il Boss Antonino Troia.
(da: www.Repubblica.it -19/06/2012)
Dopo sette anni è stato revocato il regime carcerario del 41 bis per il boss Antonino Troia, condannato all'ergastolo per la strage di Capaci in cui furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta
L'essere stato un capomafia di rilievo non basta per restare al carcere duro. Neppure se nel proprio "curriculum" criminale compare una condanna all'ergastolo per la strage in cui venne ucciso Giovanni Falcone e quattro "fine pena mai" per omicidi vari. La proroga del '41 bis va ben motivata. Insomma lo stampone" e gli assunti scontati non sono sufficienti, anche per un boss come Antonino Troia, accusato di avere preso parte alla deliberazione e alla realizzazione dell'eccidio di Capaci. Il boss faceva parte della Cupola quando l'attentato fu deciso, nascose il tritolo usato per l'esplosione ed "ospitò" nel suo territorio il commando. Questa è la notizia, che già porta sconcerto a chi crede nella Giustizia, conoscete la sua icona: quella con la bilancia e la spada? Il piatto è sbilanciato e la spada arrugginita e non è solo un fatto “burocratese” come qualcuno vorrebbe farlo passare. Dalle carte non si evince che …. parapum e parapum …. No. Non è la prima volta che il tribunale di sorveglianza di Roma "bacchetta" e annulla le proroghe dei 41 bis. Stavolta, sotto la lente di ingrandimento del collegio della Capitale, competente su tutte le impugnazioni dei decreti ministeriali che impongono il regime carcerario duro, è finita la decisione di confermare il provvedimento disposto ben 19 anni fa a carico, appunto di Antonino Troia. In sei pagine i giudici, che revocano la misura, definiscono "non adeguatamente motivato, il decreto con il quale il ministro della Giustizia, lo scorso novembre, aveva rinnovato le restrizioni carcerarie disposte a carico del capomafia. In sostanza il ragionamento del tribunale è questo: che Troia sia stato, fino al 1992, un boss di spicco è assodato. Lo prova la condanna all'ergastolo inflittagli per la strage di Capaci. Ma nel decreto non risulta dimostrato né che la “famiglia di Capaci – Isola delle Femmine, Sferracavallo e dintorni” sia ancora operativa, né che "l'organizzazione mafiosa SpA abbia ancora interesse a intessere indebiti collegamenti con Troia"( ad esempio dargli una nomina nel CdA di Cosa Nostra. La vicenda, comunque, per onor di “Burocrate” dobbiamo dire, è tutt'altro che chiusa: Troia non tornerà subito al regime carcerario ordinario, ma passerà prima attraverso un periodo di "alta sicurezza". Nel frattempo la Procura nazionale Antimafia e la Procura Generale presso la Corte d'Appello, potranno presentare eventuale ricorso se e nel caso che …. etc.etc.etc. Quando prendi un mafioso o un violentatore o peggio ancora uno che commette crimini contro i bambini o gli indifesi o i deboli, devi metterlo in gattabuia, vera, e buttare via la chiave… altro che 41bis. Allora chi la difende la Società”Civile” da queste “Bestie”? E mi viene ancora in mente che si fa tanto parlare per quella TRATTATIVA STATO-MAFIA. Non è che questo sia uno dei passaggi di quell’ACCORDO che nessuno ha mai fatto ma che tutti conoscono?
Ai posteri l’ardua sentenza …
Zaratustra Siculo
Nessun commento:
Posta un commento