Redazione Secem
Cari amici,
l’appello lanciato da Camilleri,
Spinelli, De Monticelli e Flores d’Arcais, contro un’amnistia ipocrita che non
aiuterebbe in nulla a risolvere il problema delle incivili condizioni delle
carceri italiane, sta ricevendo una mole di adesioni inattesa e confortante.
Nelle ore di punta arrivano due firme ogni tre secondi, talvolta una al
secondo. Ieri sera alle 20 erano 40 mila.
E questo nell’assoluto silenzio
dei media. Di tutti, proprio tutti, tranne Il Fatto quotidiano (se qualcun
altro ne ha parlato, segnalatecelo).
Dunque, i media di questo appello
dovete essere voi stessi. Non limitatevi a firmarlo. Diffondetelo in tutti i
modi, attraverso facebook, twitter, i
vostri indirizzari mail, i blog che avete nei siti, le lettere ai giornali, gli
interventi che come ascoltatori riuscite a fare nelle tv o nelle radio, nazionali
e locali.
Questa raccolta di firme può
diventare, se ve ne fate protagonisti, un grande movimento di opinione, che
impedisca l’ennesimo e più grave inciucio, e che costringa il ceto politico ad
affrontare davvero e strutturalmente la questione carceraria e le condizioni
disumane della detenzione. Anziché continuare nel cinismo delle amnistie,
istituto borbonico utile solo all’arbitrio politico e a garantire impunità ai
membri dell’establishment, mentre l’”abc” del garantismo è la certezza della
pena, secondo una legge eguale per tutti.
Contro l’ipocrisia e la censura,
chiedete a tutti i vostri amici di fare come voi, di essere protagonisti, in
una catena di Santo Antonio di cittadinanza attiva.
Paolo Flores d'Arcais, direttore
di MicroMega
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