Giovane "sessantottino" correvo per le strade di Palermo, durante le manifestazioni studentesche, gridando lo slogan: La fantasia al Potere! bello, suggestivo e romantico. Reduci della seconda guerra mondiale e di un Mondo che spostava l'asse di forza ad Ovest e che cercava di soffocare l'umanesimo con il consumismo sfrenato, figlio di un falso benessere post bellico. Figli di una generazione transeunte tra il mito dell'Impero e della forza mascolina, impressa anche nelle icone marmoree femminili dall'arte fascista, cercavamo una nostra via consociativa e culturalmente dinamica verso un socialismo, permettetemi la definizione, dal volto cattocomunista piuttosto che cattofascista. Due scuole di pensiero si combattevano. Infine il risultato di questa composizione sociale, in un Italia uscita dalla fase di ricostruzione post guerra, dopo il boom economico degli anni sessanta, era quello di aver aderito al sistema dissociativo ed egoistico del capitalismo americano che portava con se il germe, non italico, dello spreco e della devastazione. Tradotto in termini visibili, la cementificazione delle coste e la sovrapposizione di modelli socialdemocratici a quelli dispotici e ingovernabili del " Mercato". Oggi se chiedi perchè siamo in crisi o perchè non basta più la pennicillina per curare alcune malattie ti senti rispondere che tutto è regolato da questo automa che si chiama " MERCATO GLOBALE". Le Leggi del mercato prima dell'uomo e della natura. E la fantasia? la Fantasia è stata quell'arma che ha fatto rinascere l'Italia dalle ceneri del dopoguerra come l'araba Fenice : il Made in Italy! E' quella filosofia che ha fatto trovare una via umana verso il socialismo, la terza via ad uomini come Berlinguer e Moro. E' quella che aveva dato un ruolo propulsivo alla politica italiana fino agli anni 80 e quasi 90. Poi calma piatta, corruzione, politichetta e personaggi da operetta hanno sostituito una classe politica che con tutte le sue pecche era una classe di uomini. Siamo passati dalla fantasia alla schizofrenia e all'accattonaggio di culture non nostre. L'italiano medio ha dimenticato che occorre sempre costruire e si è seduto davanti ad un televisore per guardare il Mondo che, nel frattempo, andava avanti. Siamo caduti così nel ventennio nero, nello sperpero delle risorse e nell'immobilismo. Pericoli e ostacoli che oltre a rallentare la crescita hanno mortificato la nostra dignità fino a farci cadere nel berlusconismo. Ventanni di spaccature e tifoserie, di campanilismi e di corruzione sottobanco e volgarità che hanno ridotto l'Italia della fantasia all'italia della "fetenzia"!
Io dico solo che bisogna risvegliarci e ritrovare la nostra matrice culturale umanistica che ha fatto del Bel Paese una Nazione di creativi e bisogna sbracciarsi per riparare i danni che questo ventennio di "ladri" ha prodotto. Altrimenti è stupido gridare ai politici che sono una CASTA. Siamo noi che li abbiamo fatti a nostra immagine e somiglianza, o si cambia o si diventa peggio e si cade nella recessione più nera.
Auguri Italia.
Ugo Arioti
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