sabato 5 ottobre 2013

LAMPEDUSA ISOLA DELLA PACE, PORTA D'EUROPA


L’ennesimo naufragio nell'isola dei Conigli



Un grido su tutti, quello di papa Francesco, “VERGOGNA”. Vergogna per chi resta a guardare, per chi promulga leggi razziste, per chi organizza le spedizioni della morte, per le organizzazioni mondiali che parlano, parlano e non fanno niente di concreto per fermare la tratta degli esseri umani. Vergogna per l’Europa che non combatte questa mafia e non vigila sui suoi confini. Vergogna per noi che assistiamo a questo ennesimo massacro con cinismo e vigliaccheria. Tutti bravi CRISTIANI, seduti in poltrona a indignarsi fino al prossimo naufragio. Le parole sono cenere e vento in questo momento di dolore. Il mediterraneo, culla di civiltà, ora è tomba dell’umanità. Ma a chi importa di milioni di persone che scappano dalle guerre e dalla fame ogni giorno da una parte del Mondo depressa e sfruttata dalla multinazionali della morte? Le lobbie delle armi sono più forti dei governi. Gli stessi parlamentari sono foraggiati da chi fa buchi e tira su petrolio e da chi costruisce strumenti di morte. Il pacifismo è un illusione, qualcuno arriva a dire che bisogna difenderlo con le armi e non con il cuore e la mente. Stiamo vivendo un era  di paura e di ferocia inaudite. Dio lo abbiamo nascosto in cantina, con la Madonna e i Santi Martiri della Chiesa. Viviamo chiusi nel nostro egoismo, mentre i poteri occulti sono sempre più forti e portano morte e devastazione nel Mondo e nelle nostre anime. Bisogna arrestare questa deriva. Come? Con la nostra passione e il nostro impegno per la smilitarizzazione del Mondo e per la Solidarietà tra Nazioni ricche e povere. La gente non scappa per farsi una vacanza e per venire a rubare quei pochi stracci inutili che conserviamo, fugge dalla morte sicura e dall’abbandono. L’unica speranza che nutro è quella che vive nella stessa essenza del popolo siciliano che i lampedusani hanno messo in luce in questi  momenti bui e terribili: la fratellanza e l’accoglienza. Non abbiamo il diritto di riocacciare in mare chi ha attraversato a suo rischio il canale di Sicilia, dobbiamo accoglierlo e sfamarlo e dargli la possibilità di continuare il suo viaggio nel Mondo. Ricordate le parole di Gesù: “ quello che farete al più piccolo dei miei figli lo farete a me”!

Ugo Arioti

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