domenica 1 giugno 2014

Editoriale di giugno 2014

Non capisco cosa intendano per Unità d'Italia. Scusate sarà una mia idiosincrasia o una lacuna mentale, ma io non ho mai conosciuto l'Italia. Dico questo e vengo rimproverato da un migliaio di persone che mi urlano in coro: disfattista, asociale, antiitaliano. Armato di una pazienza che porta alla Santità, chiedo ad ognuno di loro cosa significa: Italia. Alla fine della giostra ho mille versioni diverse di cose che non contengono mai al loro interno tre vocaboli fondamentali per me. Il primo è solidarietà sociale, vuol significare che le radici di un popolo sono quelle che lo tengono unito e solidale. La seconda è ospitalità, molti ne parlano, ma nessuno condivide a pieno il senso di questa parola. insomma una solidarietà di facciata. La terza è unità. Mi limito a dire che è un soggetto mitologico che si esprime solo in vicinanaza di qualcuno più forte di quello che parlava di unità. Con uno sforzo maggiore chiedo ad ognuno di questi se conoscono la data precisa in cui l'Italia, dalla Val d'Aosta alla Val di Noto sia stata UNITA. Qualcuno spara, qualcuno guarda su internet, altri dicono che sono più di cent'anni. Uno mi segue starnito e mi grida in un orecchio:< Lei non conosce il Rinascimento italiano! Non lo conosce per niente!Asino!>
Sarà come dice lui, ma al tempo del Rinascimento l'Italia, il bel Paese era come oggi, una serie di campanili. Stati e staterelli più o meno omogenei a un partito di idee, ma mai solidali, anzi in lotta tra di loro. Ragazzi, ha proprio ragione, l'Italia è quella del rinascimento, non sarà mai una NAZIONE MODERNA. Ahinoi!

Ugo Arioti

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