Il Regno Unito, o ciò che ne resta, ha deciso di andar fuori dall'Unione Europea delle Banche e dei grandi Burocrati. Lo ha fatto con una profonda lacerazione, Scozia e Irlanda del Nord ora vogliono l'indipendenza da una Londra capitale di Pirati finanziari e Speculatori. Churchill aveva detto: "meglio andare verso il mare aperto che verso l'Europa", l'Europa dei popoli ringrazia! L'Europa, o per meglio dire le controfigure della Commissione europea, no!
La marcia verso l'Unione ha finito per creare un mostro a Bruxelles che non conta e non passa e che, come contrappeso, all'asse che determina una guida fortemente economica e di mercato dell'Unione, ha saputo solo porre strumenti burocratici infernali che hanno, di fatto, impedito un vero e omogeneo sviluppo di tutte le Regioni d'Europa. Prova ne sia l'aborto della Costituzione europea. Che l'Isola anglosassone stia fuori o dentro l'Europa, poi, non è un gran dolore per le nazioni civili e classiche del vecchio continente; hanno ricostruito il vallo di Adriano più a Sud, erano già praticamente fuori dall'Euro e dalle politiche comunitarie. Questo, infatti, ha portato Cameroon alla logica conclusione del suo fallimento politico. I danni economici non saranno, per l'Europa, ma per chi esce da questo "ombrello" e indebolisce il suo sistema.
Brexit, comunque, potrebbe essere, lo speriamo in centinaia di milioni, un campanello d'allarme per l'inizio della cacciata di tutti gli inutili burocrati da Bruxelles e per iniziare a creare e a ragionare sulle culture e sulle Genti, che nel rispetto delle loro tradizioni, dovranno essere direttamente rappresentate da un governo federale il cui capo, eletto da tutti i cittadini europei, non sia sottoposto al veto di nessuno e sia in carica solo per un mandato di 5 anni. Chissà, forse questo passso falso dell'Inghilterra, potrebbe essere un nuovo inizio per un EUROPA DEI POPOLI e non della FINANZA SPECULATIVA che crea crisi cicliche e devastanti incursioni sulle libertà e sulle democrazie.
La marcia verso l'Unione ha finito per creare un mostro a Bruxelles che non conta e non passa e che, come contrappeso, all'asse che determina una guida fortemente economica e di mercato dell'Unione, ha saputo solo porre strumenti burocratici infernali che hanno, di fatto, impedito un vero e omogeneo sviluppo di tutte le Regioni d'Europa. Prova ne sia l'aborto della Costituzione europea. Che l'Isola anglosassone stia fuori o dentro l'Europa, poi, non è un gran dolore per le nazioni civili e classiche del vecchio continente; hanno ricostruito il vallo di Adriano più a Sud, erano già praticamente fuori dall'Euro e dalle politiche comunitarie. Questo, infatti, ha portato Cameroon alla logica conclusione del suo fallimento politico. I danni economici non saranno, per l'Europa, ma per chi esce da questo "ombrello" e indebolisce il suo sistema.
Brexit, comunque, potrebbe essere, lo speriamo in centinaia di milioni, un campanello d'allarme per l'inizio della cacciata di tutti gli inutili burocrati da Bruxelles e per iniziare a creare e a ragionare sulle culture e sulle Genti, che nel rispetto delle loro tradizioni, dovranno essere direttamente rappresentate da un governo federale il cui capo, eletto da tutti i cittadini europei, non sia sottoposto al veto di nessuno e sia in carica solo per un mandato di 5 anni. Chissà, forse questo passso falso dell'Inghilterra, potrebbe essere un nuovo inizio per un EUROPA DEI POPOLI e non della FINANZA SPECULATIVA che crea crisi cicliche e devastanti incursioni sulle libertà e sulle democrazie.
Ugo Arioti
Ora facciamo il referendum anche in Italia e usciamo anche noi
RispondiEliminaNon crediamo che la BREXIT sia la strada giusta. E' vero che bisogna che ci sia una RIFORMA dell'UNIONE EUROPEA in senso sociale e culturale prima che economico, perchè a Bruxelles sono le MAFIE CONOMICHE che la fanno da padrone e uniti dobbiamo cacciarli dalla casa EUROPA. Per un EUROPA DEI POPOLI con una sua direzione e un suo primo ministro che non debba subire alcun veto perchè eletto dai cittadini europei.
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