Il più importante elemento culturale che si suole ascrivere alla
civiltà fenicia è l'invenzione dell'alfabeto. La lingua fenicia,
infatti, è stata scritta a partire dalla fine del II millennio a.C. mediante un alfabeto,
di tipo consonantico, con ventidue segni scritti da destra verso
sinistra. Esso costituisce il punto di arrivo di una lunga evoluzione,
che probabilmente prende le mosse dai segni della scrittura detta
"protocananaica", a sua volta forse originata da modelli egiziani sulla
base di un principio acrofonico. Tale scrittura venne in seguito
adottata anche da altri popoli circostanti e dette origine a una serie
di altre scritture alfabetiche, non solo semitiche (anche l'alfabeto
greco e quello latino derivano in ultima istanza da quello fenicio). Un
indubbio, anche se fin qui imprecisato, legame esiste anche con l'alfabeto ugaritico,
che ha il medesimo ordine alfabetico e i cui segni possono in gran
parte costituire una "resa" con tratti a forma di cuneo di disegni
"lineari" come quelli protocananaici e fenici.
Quanto alla classificazione linguistica del fenicio, esso fa parte del ramo cananaico del semitico nordoccidentale, insieme all'ebraico e al moabitico. Nella madrepatria si suppone che il fenicio sia stato in uso fin verso l'era cristiana. La sua varietà parlata a Cartagine (punico) era ancora parlata ai tempi di sant'Agostino.
Iscrizioni in fenicio al di fuori della madrepatria sono state individuate in Cilicia e Siria fin dall'VIII secolo a.C.,
ma se ne trovano un po' dovunque nel bacino del Mediterraneo. Il
fenicio era diviso in diversi dialetti nelle diverse città, in
particolare Sidone e Tiro. Una varietà del dialetto tirio era parlata
dai coloni di Cartagine, ed è nota col nome di punico (spesso in
linguistica si parla di "fenicio-punico"), che a sua volta è attestata
in molte località del Mediterraneo occidentale che da Cartagine vennero
colonizzate. Alcuni testi in punico ci sono giunti attraverso una
trascrizione latina (comprendente anche le vocali) in alcuni passi del Poenulus di Plauto.
Anche la stele di Nora, ritrovata nella località presso Cagliari in Sardegna, è un importantissimo reperto in caratteri fenici.
La scuola di ecologia Culturale è un luogo di scambio di esperienze e di costruzione di tecniche democratiche e pacifiche per lo sviluppo sostenibile delle società umane e si muove per realizzare iniziative (prevalentemente in partnership) per l’educazione dei giovani (la scuola del territorio e uno dei partner naturali della scuola) e lo sviluppo di un capitale umano di eccellenza che dovrà essere protagonista dello sviluppo culturale ed economico delle società e dei popoli Euro Mediterranei.
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