mercoledì 9 novembre 2016

La Commissione per scegliere gli elettori - di Marco Pomar


 l'immagine del profilo di Marco Pomar

- Vedi, te l’avevo detto!
- Cosa?
- Che la democrazia è il peggiore dei mali. Sta cosa che uno vale uno, che il voto ha lo stesso peso per tutti, è una stronzata.
- Che vuoi, è il male minore…
- Ma quale male minore? I danni fatti dagli elettori storicamente, sono agghiaccianti!
- E cosa proponi?
- Facciamo una selezione alla base. Una specie di patente per votare. A punti, che puoi perdere strada facendo.
- Ah si? E chi controlla gli elettori? Chi ha diritto di voto?
- Si stabiliscono commissioni locali che si incaricano del rilascio delle patenti di voto. Se eleggi Berlusconi con 61 collegi su 61, alle successive elezioni non puoi votare. Semplice.
- Ma semplice cosa? E non vota più nessuno in Sicilia solo perché la maggioranza ha votato male?
- Ma come, non eri tu che parlavi di male minore? Meglio non fare votare chi fa danno!
- E io che ancora ti ascolto! Lo decidi tu se votare Trump, o Berlusconi, o Grillo, o Renzi, è giusto o sbagliato?
- Non io, la commissione.
- Ancora con questa commissione! E chi la nomina?
- Non la si nomina, viene eletta democraticamente.
- Dagli stessi elettori che vuoi fare fuori, immagino!
- No, certo. Da un gruppo ristretto e selezionato. Quello che in America chiamerebbero I grandi elettori.
- A parte che il significato non è quello, ma chi li seleziona questi grandi elettori che devono poi scegliere gli elettori che votano gli eletti che al mercato mio padre comprò?
- Io.
- Tu?
- Vabbè, qualcuno si deve prendere questa responsabilità. Tanto se va male mi possono sempre sostituire, togliere i punti della patente di voto, esiliare a Filicudi, mettermi nella casa del grande fratello vip. I rimedi si trovano.
- Guarda che è un lavoraccio. Io lo dico per te, devi svegliarti presto, selezionare un sacco di gente, valutare curriculum, ricevere raccomandazioni…
- Mi sento pronto.
- Rimane sempre il dubbio più grande: perché qualcuno dovrebbe sapere cosa è meglio per tutti? E se fossero Trump e Salvini la soluzione?
- Allora, seguimi: al di là di chi viene eletto, per la gran parte delle volte gli elettori non fanno che scegliere il peggio. E allora, dal momento che non si riesce a cambiare i candidati, cambiamo gli elettori! Con tutta evidenza il problema sono loro. Facciamo dei questionari: che vita fai, hai mai letto un libro? Ti piace il Tg4? Ti tagli i capelli come un moicano ma vivi a Brancaccio? I tuoi idoli sono Briatore e la Santanchè? Secondo te sono tutti ladri ma voti l’amico di tuo cognato? Non sei razzista, ma…?
Non voti, mi dispiace. Ma ti pare normale che uno scippatore, un pregiudicato, un tangentista, un corrotto a piede libero, abbiano un potere di voto uguale al mio? Anzi, molto di più, probabilmente, visto il loro seguito…
- Così dividiamo i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B. Alla faccia della democrazia!
- Perché, secondo te siamo tutti uguali? Non c’è già una divisione nei fatti?
- Ma voi di sinistra non eravate a favore degli ultimi? Cos’è, avete cambiato idea? O lo siete solo quando vi conviene?
- Non sono stato chiaro. La divisione non è in verticale, non è tra poveri e ricchi, tra popolo e borghesia. La vera divisione è orizzontale, tra onesti e disonesti, stupidi e intelligenti, generosi ed egoisti, razzisti e democratici.
- E qua sta l’errore. Non esiste una simile dicotomia, l’onesto a volte è stupido, il generoso può essere disonesto, il furbetto è in agguato, il grigio predomina, la sorpresa è dietro l’angolo.
- Non ti seguo.
- Quante volte, grazie ai social, hai scoperto la vera anima di persone insospettabili? L’intolleranza cosa è, un valore? E tu stesso, con questo bel tentativo di purificazione della razza elettorale, non stai dimostrando una sorta di razzismo snob?
- Vabbè, mi hai convinto. Teniamoci Trump, Salvini e quelli che il popolo sceglie.
- Ecco, bravo. Magari così qualche volta c’è speranza di vincere. Con una commissione apposita mi sa che sarebbe peggio.
- Un’altra soluzione per vincere ci sarebbe…
- Non dirla!
- Votare come loro.
- Lo sapevo. L’hai detta.
- Almeno qualche volta vinco…
- Si, e tifa Juve, a sto punto.
- Non esageriamo.

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