RETORICA
( etica della retorica) di Ugo Arioti
Siamo nell’epoca del dialogo! Anzi del
dialogo globale e a 360 gradi. Lo sentiamo dire in tutte le salse e in tutte le
pomate nei salotti televisivi, nei convegni, nelle chiacchiere di casa e nelle
pagine dei giornali, ma la cosa non mi persuade e non mi tranquillizza. Sarà che
sono uno di quelli che è sempre sospettoso. “Vedi oggi come le idee si diffondono rapidamente e la gente non si fa
più prendere in giro dal potere arrogante e ottuso che li governa! È la
globalizzazione e l’informazione che rendono liberi!” Scusate la mia
retorica antica e sorpassata, ma io vedo anche l’altra faccia della medaglia e
vedo che sopra le teste di tanti illuminati uomini, ai tempi di Galileo erano pochi
e perseguitati dalla Santa Chiesa di Roma, volano le dinamiche di un POTERE
ancora più forte e subdolo perché riesce a trasformare ogni progresso sociale
in benefit pro bono suo. Come? Con la persuasione e la velocità dell’informazione.
La velocità dell’informazione è quella formula che fa diventare in pochissimo
tempo messaggi forti e pesanti chiacchiere inutili e spot pubblicitari
elementari e ridicoli verbo. La persuasione, beh, questa è materia da filosofi.
Proverò a percorrerla con cautela, perché, come tutte le cose che hanno un
forte significato ha due facce una positiva, come dimostrare un teorema e le
sue applicazioni pratiche a favore dell’umanità, e una negativa, come il
plagio. Cosa significa essere persuaso? quando si riesce a persuadere qualcuno?
nell'atto di persuadere ed essere persuasi c'è spazio per la libertà
dell'altro? I sofisti antichi e Platone si sono accorti da subito del problema,
etico nell'ultimo caso. La retorica è vox media, dipende dall'etica di chi la
utilizza, ma in parte è una tecnica indipendente dal contenuto, dunque può
persuadere sia di un messaggio vero sia di uno falso. Per questa ragione Platone
si scaglia contro retori e sofisti che insegnavano retorica perché è, dice il
Filosofo, διφορούμενη τέχνη (arte
ambigua). L’oratoria è un meccanismo psicologico di cui non siamo consapevoli
sempre, se lo siamo non subiamo le conseguenze di atti oratori. Ragion per cui
mio padre e il padre di mio padre e tutti i miei avi ammonivano i loro
discendenti: Studiare, devi andare a
scuola per essere un interlocutore. Altra parola strana ma significativa e
pericolosa: interlocutore. Ma torniamo a bomba a la retorica! Come prassi la
retorica è ineliminabile, solo il fatto di affermare che ci siamo è un atto persuasivo,
tu mi vedi e confermi con i tuoi sensi la mia presenza, ma se io ti facessi
vedere una mia immagine riflessa? Restiamo al fatto della retorica della persuasione,
come teoria è stata discussa, cerca di astrarre i principi che vengono
applicati nella realtà e di venderli, così già dall'antichità; siccome non ne
siamo consapevoli, la retorica serve a comprendere questi principi così
connaturati a noi, e già nel V secolo qualcuno pensa di insegnarli ed emerge il
problema etico: lo strumento che viene messo a disposizione è efficace e ci si
chiede se debba essere insegnata a persone moralmente corrette; chi non conosce
i principi subisce soltanto la retorica, questa rivela la fragilità della
nostra condizione umana, il problema etico è a monte: difficile dire di
insegnarla ai moralmente corretti, tutti la usano senza saperlo. E se questo
era il problema di società in cui erano pochi a studiare e a godere della
possibilità di accedere a tali problematiche, oggi che il denaro e il Potere
Finanziario è di gran lunga il dominus della vita dell’umanità?
./.
Ars dura sed. .. Un ottimo argomento anche se molto pericoloso e sdrucciolevole.
RispondiEliminaQuesto e' l'argomento del 2013!
RispondiEliminaE nella Cultura Classica. Aristotele per esempio, io farei partire da lui un discorso sulla retorica.
RispondiEliminadOVREMMO FARE UN DISCORSO A PARTIRE DA PARMENIDE E I PRE ARISTOTELICI, I PERIPATETICI ....
RispondiEliminaPerchè quelle immagini?
RispondiEliminaLe icone, in questo caso si tratta del martirio di San Sebastiano, trasmettono idee, discorsin e tutti gli ingredienti di una retorica secolare e secolarizzata che si trasmettono all'occhio insieme alla cultura e alla rappresentazione dei concetti e delle idee del "pensatore artista", in questo caso un pittore, che esprime la sua visione del Mondo (retorica) a un tema.
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