Raccontare
la storia di una persona o le sue avventure è sempre un compito delicato e
impegnativo. Da un lato è come viaggiare nel tempo e nello spazio con gli occhi
e la struttura di altri individui, dall’altro è un viaggio attraverso la nostra
coscienza e gli abissi della nostra psiche. La cosa mi fa paura e mi affascina
allo stesso tempo. Far vivere un personaggio è come esistere dentro di lui e muoversi
nelle sensazioni e nei sentimenti degli altri in un quadro che chiamiamo corso
degli eventi con la passione della vita e la imponderabile leggerezza “kunderiana” dell’esistere. Tante volte
mi sono chiesto se e perché ci raccontiamo, ricordiamo insieme e parliamo di
noi e degli altri? È un fatto assolutamente inevitabile che ha un ampia gamma
di espressioni, dal semplice ricordare al raccontare al giudicare, rimproverare
comportamenti fino al pettegolezzo e allo scherno. È una cosa a cui non
possiamo sottrarci. Viviamo per raccontare e raccontarcela, magari ogni volta
in maniera diversa così una legenda diventa storia e una frase archetipo e un
oggetto d’uso un misterioso arnese sacro. Tutto questo che ha a che fare con lo
scrivere un romanzo che racconta un’avventura, un fatto, uno spaccato di vita
sociale? Tutto e niente. Era un modo per rappresentare, a voi che vi accingete
a scivolare con gli occhi e la mente tra le righe di questo stampato, la
difficoltà di tramandare idee e sentimenti in un foglio di carta che,
certamente, commenterete o semplicemente alle prime faticose righe metterete in
disparte. Come scrittore, ho l’obbligo di non annoiarvi, ma anche quello di non
rendervi troppo facile la vita all’interno di queste facciate d’anima, ergo,
raccontare una storia, una vicenda sola, è già faticoso e problematico. Ma
quello che sto per raccontarvi, tenetevi forte, è la storia di una compagnia di
donne, amiche, amanti, conoscenti, figlie, mamme. Insomma, un universo
femminile che non ha confini se non nelle sponde che dovrò, per necessità di
sintesi, perché questo libro si possa definire un romanzo e non una saga,
costruire lungo il percorso. L’unico aiutante e dialogante, in questo viaggio
nella vita di sette donne è mia moglie Daniela e a lei dedico queste pagine.
Spero che siano di facile lettura e di interessante intrigo anche per voi che,
come noi, attraversate il ponte della vita, instancabili viaggiatori delle
parole.
L’ironia della sorte porterà, durante questa passeggiata nel
tempo e nello spazio, una delle protagoniste di questa narrazione a dire
all’amica ritrovata: "Abbiamo fatto parte io e te di una
storia che non ha mai avuto un inizio e alla quale io non sono mai riuscita a dare
una fine." Questo è quanto posso anticiparvi, ma il resto, se avete
fegato e nervi saldi, lo dovrete scoprire a poco a poco scavando nel libro a
mani nude e occhi ben aperti!
Naturalmente tutti i
personaggi e le storie qui narrate sono frutto e parto della mia fantasia e
nulla hanno a che fare con persone o vicende reali.
Buona
lettura!
L’autore:
Ugo Arioti di Sant’Ermete
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