Investire sull'economia
reale
Il segretario
generale Cgil alla tavola rotonda sul sistema bancario e assicurativo durante
l'assise del sindacato dei bancari. "Per ripartire dobbiamo puntare su lavoro e
redistribuzione del reddito. Non si può continuare a tagliare sul
welfare"
“Abbiamo sentito spesso parlare di relazioni amichevoli
tra le banche e i cittadini. I lavoratori, però ci raccontano una storia
diversa. Proviamo a metterci d'accordo su una cosa. Siamo sicuri che possiamo
ricominciare com'era prima della crisi? Noi pensiamo di no. Il livello di
redditività atteso per il sistema finanziario deve scendere, perché a quel
livello l'economia non ripartirà". E' quanto ha detto il leader della Cgil,
Susanna Camusso, al termine della tavola rotonda, sul tema "Banche e
Assicurazioni al servizio della crescita e del lavoro", nell'ambito del
congresso del sindacato dei bancari di Corso d'Italia, in corso a
Riccione.
“Capisco che è difficile da accettare, ma il tema è
questo: devono cambiare le regole. - ha continuato Camusso - Al centro c'è il
tema della ridistribuzione del reddito. Questo presuppone una riorganizzazione
complessa. Abbiamo molto da lavorare, ma potremmo dire che la matrice di tutto è
che bisogna tornare ad investire nell'economia reale. Ciò che investito
all'estero e in reddito va reindirizzato ad un maggiore rischio verso l'economia
reale. Ad esempio è di moda in questo periodo spiegare che bisogna usare i fondi
per la previdenza complementare per l'economia reale. Noi siamo tra i primi ad
aver proposto che diventino investimento, ma a condizione che venga garantito
come viene garantito il credito postale”.
“Non si può fare una discussione vera sul modello del
nostro paese se non ci si domanda qual è il centro. E il centro è il lavoro. -
ha concluso - Non ci sarà mai una restituzione fiscale che compenserà la crisi
del lavoro e la disoccupazione. Per noi non c'è uscita dalla crisi se non c'è
ripresa del lavoro. Noi non riusciremo a vedere risultati senza occupazione. Non
si può continuare a tagliare sul welfare, perché così non ce la faremo mai.
Bisogna puntare sul lavoro”.
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